Natale 2016 in tv, Panariello il 25 dicembre su Rai1 (e Benigni ‘retrocesso’ a Santo Stefano su Rai5)
Roberto Benigni non è più l’uomo di punta del Natale di Rai1: ad omaggiarlo con una serata di nicchia Rai5
Toscano batte toscano: il presidio delle repliche natalizie quest’anno è stato vinto da Giorgio Panariello (reduce dalla tournée con il suo amico e presentatore di Sanremo, Carlo Conti).
Dopo il successo di Panariello sotto l’albero – lo Show dello scorso anno (una media di 5 milioni e mezzo di spettatori e del 26%), Giorgio Panariello torna in prima serata su Rai1 il 25 dicembre alle 20.35 con Il meglio di Panariello sotto l’albero, una raccolta dei momenti più belli ed emozionanti del suo varietà natalizio all’insegna del divertimento tra risate e grandi ospiti.
Panariello alterna i suoi personaggi storici, rivitalizzati da una spruzzata di attualità, a nuovi personaggi, il tutto arricchito dalla presenza di numerosi ospiti e amici del comico e attore toscano, un grande cenone, come egli stesso lo definisce, in cui ha invitato buoni amici per uno scambio di regali e di sorprese.
Ad affiancare Panariello sul palco l’amica di sempre e collega Tosca D’Aquino, oltre ad una super band di 16 elementi e un Coro gospel, il tutto “al cospetto” di un grande albero di Natale che riempie la scena creando un’atmosfera magica.
Ironia della sorte vuole che a slittare a Santo Stefano, ma ‘retrocesso’ su Rai5, sia un altro grande mattatore toscano come Roberto Benigni. Quest’ultimo riportò proprio a Natale 2015 appena 3.476.000 spettatori (17,02% di share) per la replica de I dieci comandamenti.
Altrettanto inferiore alle aspettative l’ascolto di 3.486.000 telespettatori, pari a uno share del 15.4%, registrato dalla replica de La più bella del mondo a giugno 2016. La discussa anteprima di 6 minuti a pochi mesi dal Referendum costituzionale – unica parte non in replica della trasmissione di Raiuno per cui Benigni percepì un ulteriore, ingente, cachet – aveva totalizzato ascolti in linea con il resto dello show, ovvero 3.129.000 pari al 12.93% di share.
Che sia anche questo il motivo per cui Benigni, che sino alle strenne 2012 riportava dodici milioni di spettatori su Rai1, vada in onda per la prima volta su una rete minore con una maratona più elitaria?
Rai Cultura dedica l’intera serata del 26 dicembre su Rai5 al poliedrico talento dell’artista toscano, dagli esordi teatrali ai successi televisivi.
Si parte alle 21.15 con la commedia Ma che cos’è questo amore, con Roberto Benigni e Lucia Poli e la regia di Ugo Gregoretti. Uno schiaffo risuona nella carrozza di un treno in galleria: diversi uomini e un’elegante signora assistono alla scena. Cos’è successo? Tra Napoli e Capri nasce una storia d’amore. La commedia, ispirata al romanzo omonimo di Achille Campanile del 1924, accosta scene e quadri dotati di autonomia, e non è difficile concordare con chi ha visto proprio nella “tragedia in due battute” l’elemento modulare minimale delle costruzioni paradossali e assurde che contraddistinguono la scrittura dell’autore.
Alle 23.00 un ritratto dell’artista, fra pubblico e privato, con il documentario di Andreina di Porto e Felice Cappa Opinioni di un clown. Artista istintivo sempre in assonanza con un pubblico vastissimo ed eterogeneo, Benigni trafigge con il suo humour ma anche con i suoi modi disarmanti ed ingenui, in apparenza. Già dai primi esordi nel mondo teatrale e televisivo si poteva intuire che con quella figura allampanata e tenera, i funambolismi della lingua, gli ammiccamenti di un volto mobile e sempre ironico, l’artista sarebbe entrato prepotentemente nel nostro immaginario, passando con grazia dagli esordi un po’ grevi e arrabbiati di Mario Cioni alla lettura appassionata e colta del suo conterraneo Dante.
La serata prosegue alle 23.55 con i monologhi teatrali Vita da Cioni, con cui Roberto Benigni metteva in scena il sottoproletario Mario Cioni, che conosce solo il linguaggio del corpo e si esprime con furiose invettive contro tutto ciò che lo circonda. Rabbioso, forte, disperatissimo. Attraverso l’asprezza del Cioni Mario, Benigni riesce a far ridere sulla fame, la solitudine, le sconfitte quotidiane, dando voce alle tante figure povere e impetuose che animavano la campagna toscana. La regia è di Giuseppe Bertolucci e accanto a Roberto Benigni ci sono Carlo Monni e Chiara Moretti.
All’1.25, infine, la commedia di Luigi del Buono La villana di Lamporecchio in Firenze. La campagna o la città? Essere servi o essere padroni? Poveri o ricchi? La commedia racconta di un trasloco fisico dalla campagna alla città e di un trasloco “sociale” dalla condizione di servi a quella di padroni. L’improvvisa e improbabile eredità di Dorotea, villana di Lamporecchio, porta tutta una serie di personaggi che sono in relazione con lei, ad entrare, più o meno volutamente, in un gioco di bugie, travestimenti e inganni. E così tra “miseria e nobiltà” i personaggi nei loro goffi e ridicoli tentativi di essere ciò che vorrebbero e non sono, ci regalano una classica parodia del potere e della ricchezza. I sogni e le speranze di questi caratteri sull’orlo della pazzia, durano però quanto una bolla di sapone. Roberto Benigni veste i panni di Pizzuga, con Ave Ninchi nel ruolo di Dorotea. Regia di Eros Macchi.