Napoletano? E famme ‘na pizza!, con Salemme la tv ritrova il piacere di uno spettacolo tutto d’un fiato
Con “Napoletano? E famme ‘na pizza!” di Vincenzo Salemme il teatro ridà alla tv quel genuino sapore di show perso a forza di format e share.
Vincenzo Salemme riporta il teatro in diretta tv con Napoletano? E famme ‘na pizza! e la tv ritrova il piacere stesso dell’intrattenimento in diretta, quello senza pause, senza lungaggini inutili, sempre sul filo del racconto, sempre col fiato sospeso. Una cosa che in televisione non è solo rara, ma davvero unica se si tratta di intrattenimento. Fatta eccezione, infatti, per i no-stop di attualità, è difficile poter godere di uno spettacolo senza interruzioni, senza riempitivi a favore di share, senza aspettare UnoMattina per vederne la fine. Due ore dritte, senza distrazioni, quasi senza fiato. E così il teatro ridà alla tv un po’ di quel genuino sapore di show che ormai la televisione dei format e dello share a tutti i costi sembra aver perso.
Salemme dà quindi fiato all’intrattenimento televisivo dando fondo al proprio: tutto lo spettacolo è giocato sulla parola, sul ritmo, sui tempi e non se ne perde uno. Il tempo è il bene più prezioso nel teatro, ancor di più in quello comico, e Salemme – insieme alla sua strepitosa compagnia – lo sfrutta tutto. Lo scambio del ‘greco etrusco’, il dialogo tra gli innamoratini di casa Parascandolo e le ‘incomprensioni’ tra il prof. Camaldoli e la figlia su quanto è successo a casa mentre lui era in ospedale sono delle perle di tecnica che valgono da sole il prezzo del biglietto.
Si assiste dunque a uno spettacolo teatrale elevato all’ennesima potenza: in primis perché la pièce stessa nasce dalla fusione di due opere di Salemme, condite da riflessioni tratte dal suo ultimo libro che lo portano a esplorare anche la forma monologo; in secondo luogo perché il contesto televisivo non viene vissuto come estraneo all’evento scenico ma viene ma dinamicamente integrato nel racconto, in vari modi. Salemme non dimentica mai che dall’altra parte dello schermo c’è altro da quello che lo sta applaudendo in sala e non manca di concedersi qualche momento didascalico per tenere dentro e far giocare anche chi vive fuori dalla Circum, a volte interpellandolo, rompendo così la quarta parete in un fugace dialogo coi telespettatori che talvolta ‘disorienta’ i personaggi in scena. Si crea una complicità duplice che spazia tra il ‘reale’ e il ‘virtuale’, tra la presenza e la distanza: Salemme non rinuncia a giocare col pubblico di casa, ma sa che l’obiettivo è nazionale; l’equilibrio non è facile, soprattutto quando per amor di battuta si tira in ballo la passione per il Napoli; il riferimento al ritorno di Champions League di domani e al ritorno di Osimhen in campo (“l’uomo mascherato”) a quel punto non può mancare, per la gioia dei tifosi azzurri nel mondo… un po’ meno per quelli rossoneri. Ma anche questo fa parte del gioco.
A rendere la diretta ancor più diretta – là dove anche la luminosa ha ribadito al pubblico a casa la contemporaneità di quanto stava andando in onda – ci ha pensato anche qualche problema di audio che ha finito per rendere tutto ancora più vivo, come il teatro stesso vuole.
Teatro all’ennesima potenza, dicevamo, anche per la natura stessa della pièce portata in scena, ovvero una ‘sintesi’ di Con Tutto il Cuore e Una Festa Esagerata (tutte scritte, dirette e interpretate da Vincenzo Salemme), di per sé già accomunate dal ventaglio di personaggi offerti (quelli della famiglia Parascandolo da una parte e quelli della famiglia Camaldoli dall’altra, con annessi domestici/badanti e infermieri/secondini) che diventano in questo caso lo spunto per ragionare dei luoghi comuni, che fungono da collante all’operazione mash-up; luoghi comuni che da una parte sono figli di un retaggio che imprigiona – come spiegatoci dallo stesso Salemme nell’intervista che ci ha concesso – e dall’altra parte sono epifenomeni, talvolta comodi e accomodati, di una cultura antica.
La morale, come in tutti gli spettacoli, emerge alla fine e viene anche chiarita dall’autore, in piena tradizione scarpettiana. E anche se qualche problema di ripresa ha talvolta ‘spezzato’ l’incantesimo, aggiungeremmo un altro ‘spicchio’ di morale, ovvero che il teatro è la migliore tv.
Napoletano? E famme ‘na pizza!, su Rai 2: il cast
In chiusura un plauso alla compagnia di Salemme, sul palco con Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Fernanda Pinto. Per omaggiare i tecnici e le tecniche, Salemme fa ‘partecipare’ anche una piccola rappresentanza delle maestranze: chapeau. Scene e costumi sono di Francesca Romana Scudiero, le musiche Antonio Boccia, la produzione è Chi è di scena per Rai Cultura, la regia tv di Barbara Napolitano. Potete (ri)vederlo su RaiPlay.