Nabucco su Rai 3 chiude La Grande Opera all’Arena di Verona 2022
Dopo Carmen e La Traviata, su Rai 3 va in scena il Nabucco nell’allestimento risorgimentale di Arnaud Bernard.
Terzo e ultimo appuntamento con il ciclo 2022 de La Grande Opera all’Arena di Verona che questa sera, giovedì 4 agosto, alle 21.20 su Rai 3 propone il Nabucco di Giuseppe Verdi, in scena all’Arena nel cartellone dell’Opera Festival dallo scorso 25 giugno al prossimo 3 settembre. Dopo due allestimenti firmati Franco Zeffirelli, per l’ultima opera si guarda all’allestimento di Arnaud Bernard, che spoglia l’opera delle allegorie storico-politiche che portano l’azione tra Gerusalemme e Babilino e colloca l’azione in quella che è stata l’ispirazione stessa di Verdi, ovvero i moti del Risorgimento italiano (con tanto di “Viva Verdi” esposto sul palco). L’opera che consacrò Verdi al successo in patria ha il suo acme in “Va, pensiero, sull’ali dorate”, che ovviamente non mancherà di trascinare l’Arena. Ricordiamo che il libretto porta la firma di Temistocle Solera.
Il ciclo è stato inaugurato lo scorso 21 luglio dalla Carmen di Bizet e continuata il 28 con La Traviata di Verdi in due allestimenti firmati da Franco Zeffirelli: il tratto barocco – nel caso della Carmen anche un pizzico datato – lascia spazio a una marca più ‘attuale’ e ‘politicizzata’ cui il Nabucco si presta benissimo. A raccontarlo e a presentarlo c’è sempre Luca Zingaretti, volto caro al pubblico che quest’anno ha preso il posto di Pippo Baudo e Antonio Di Bella nell’accompagnare il pubblico lungo gli atti e i momenti salienti dell’opera.
Sul podio dell’Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Veronac’è il maestro Daniel Oren, mentre il maestro Ulisse Trabacchin guida il Coro. Tra gli interpreti, Sebastian Catana (Nabucco), Ewa Płonka (Abigaille), Francesca Di Sauro (Fenena) e Abramo Rosalen (Zaccaria), Samuele Simoncini (Ismaele).
La regia televisiva è di Fabrizio Guttuso Alaimo. E un plauso va alla regida, alla produzione e alla squadra di ripresa: con delle camere posizionate a decine di metri di distanza per non impallare la visione in platea non deve essere affatto facile restituire il racconto, al netto della teatralità stupefacente dell’Arena.