Home L'aria che tira Myrta Merlino a TvBlog: “Con L’Aria che tira ho triplicato gli ascolti di La7, ora sperimento la prima serata”

Myrta Merlino a TvBlog: “Con L’Aria che tira ho triplicato gli ascolti di La7, ora sperimento la prima serata”

L’ex conduttrice Rai a TvBlog racconta la sua trasformazione dopo il passaggio a La7: “Ho mollato la Myrta costruita, giornalista economica, secchiona e ho fatto venir fuori la Myrta vera: sono napoletana, allegra, alla mano. È come se avessi liberato la mia natura più privata dentro la televisione. Non faccio la tv cialtrona, ma se mi viene una battuta la dico. Ho smesso di essere seriosa, ma spero di essere rimasta seria”

pubblicato 31 Maggio 2014 aggiornato 3 Novembre 2020 15:55

“Io vado in onda in prima serata anche con spirito avventuroso, con quello che c’ho. Col mio piccolo studio, il mio piccolo pubblico. Non ho gli strumenti da prima serata. Però se ci sono le idee e la voglia di raccontare la realtà con onestà intellettuale, è una scommessa che ci sta”. A parlare è Myrta Merlino, che lunedì 2 giugno condurrà la prima puntata de L’Aria che tira stasera, la versione di prime time del talk show in onda ogni mattina su La7 (dalle 11 alle 13.30). TvBlog ha intervistato la conduttrice napoletana ex Rai, al debutto in prime time sulla rete di Urbano Cairo (nella prima puntata ospiti Pierluigi Bersani, Vittorio Feltri, Peter Gomez, Fabrizio Barca, Nunzia De Girolamo, Simona Bonafè, un bel po’ di “gente figa”).

Che aria tira nei talk show italiani?

Molto migliore di quel che si dice. Sento sempre parlare di morte dei talk show, però sono tutti vivi e vegeti. L’importante non è la formula, ma il linguaggio che usi, quello che racconti, l’approccio; non credo alla morte di un format. C’è molta teatralità nei talk show, ma in questo momento è più utile stare aderenti alla realtà e raccontare in presa diretta quello che succede.
Detto questo, noi abbiamo fatto una cosa strana. Dicevo sempre a Cairo che io faccio un piccolo Ballarò, un talk show di prima sera ogni mattina. Oggettivamente una cosa del genere in tv, in quella fascia oraria, non c’è. È andata bene. Ho sfidato il pubblico e il pubblico ha risposto. Quando ho iniziato a La7 mi dicevano ‘il pubblico della mattina è distratto, stira, cucina’, ma io ho scommesso di trattarlo come un pubblico di Serie A, con ospiti importanti, belle inchieste, collegamenti, tutto in diretta. Questa scommessa è riuscita: ho triplicato l’ascolto, i dati lo dimostrano.

Discutere di politica nei salotti televisivi dopo una campagna elettorale e a distanza di molti mesi dalle nuove elezioni pare arduo. Il pubblico non vuole prendersi una pausa?

Questa settimana, quindi dopo la campagna elettorale, abbiamo fatto il record stagionale di ascolti. Il tuo ragionamento è logico, ma non si applica all’Italia di oggi. Da queste elezioni è uscito un Paese completamente cambiato: c’è l’implosione del centrodestra, la crisi di nervi dei 5 stelle, la vittoria titanica del Pd con quello che comporta negli equilibri interni al partito: giovedì abbiamo fatto vedere un pezzo della direzione del Pd, sembrava di stare in Bulgaria, tutti zitti. L’anno scorso ho avuto gli ascolti più alti durante la campagna elettorale per le politiche, quest’anno invece la settimana successiva. La gente ha capito che nulla sarà come prima dopo queste elezioni.

A differenza di altri conduttori di talk show – penso a Paragone, Santoro e Annunziata per esempio – mi pare che la tua immagine non sia legata a nessun partito politico, a nessuna appartenza in particolare…

Io ho un’idea di come si fa questo mestiere, è mia e non la impongo a nessuno. Io devo spiegare e raccontare le cose, non imporre il mio punto di vista. Provo ad essere più obiettiva e equidistante possibile. Non do giudizi, non mi schiero, non fornisco orientamenti, come altri giornalisti, autorevolissimi, fanno. Ma siccome gli esseri umani non sono neutri, io esprimo il mio spirito critico entrando nel merito, non per partito preso. Do atto ai grillini di restituire i rimborsi elettorali, ma quando dicono di voler fare i processi sul web sostengo che è orrendo. Quando il governo, con un mossa intelligente, dà gli 80 euro in busta paga, lo dico, quando fa finta di eliminare le province con un possbile aggravio di costi, lo dico allo stesso modo. Non sono di destra, non sono di sinistra, non sono grillina. Sono una giornalista. Mi vanto del fatto che su Twitter dopo la puntata una volta mi insulti un grillino, un’altra volta uno di Forza Italia, e così via.

Qual è l’obiettivo di share di L’Aria che tira stasera? È lo stesso di Piazzapulita?

Ovviamente no. Il nostro è un esperimento di spin off di un programma del mattino. Molto low cost, con uno studio di 8 metri quadri, mentre il loro è di 600, ho 15 persone di pubblico, Formigli 200 (ride, Ndr). Noi facciamo una scommessa diversa: se un programma del mattino va così tanto bene – io quest’anno avevo l’obiettivo del 3% ed ho raggiunto il 7%, è stato un successo grande, neanche io me lo sarei aspettato – è possibile portarsi il suo pubblico alla sera? Ci vogliamo provare. Avremo un abito scuro per la sera, ma restiamo noi. Non faremo grandi inchieste, noi abbiamo un gruppo di inviati giovani, alle prime armi, che lavorano col coltello tra i denti. È tutto molto ‘cotto e mangiato’ da noi.

Insomma, volendo dare una cifra?

Sono quattro puntate, se stiamo sulla media di rete è un grandissimo successo.

Cioè?

Un po’ sotto il 4%. Non mi do un obiettivo, però so che sotto il 3% non bisogna andare. Però, ripeto, è un esperimento. Stiamo lavorando alla prima serata come fosse un puntatone della mattina.

Ci saranno novità rispetto a L’Aria che tira? Ospiti o rubriche fissi?

No, è L’Aria che tira, in versione smart: io mi truccherò un po’ di più, mi metterò un tubino nero. Per la prima puntata abbiamo un’inchiesta sulla Reggia di Caserta, un’intervista a Prandelli, una a Bersani, per la prima volta in tv dopo la vittoria di Renzi, un collegamento dalla Germania per raccontare il clima del dopo elezioni europee.


A inizio stagione dichiarasti: “sostanzialmente farò un’ora in più di trasmissione gratis”. Anche la prima serata sarà “sostanzialmente gratis”?

Sì, resteremo dentro il budget che c’è già. È il progetto L’Aria che tira che riesce a produrre anche una prima serata.

Sei pronta all’ondata di grillini, a quanto pare intenzionati ad affollare i talk televisivi da ora in poi?

Sono prontissima. Quando parlo al telefono con Rocco Casalino e Claudio Messora (responsabili comunicazione dei gruppi parlamentari del M5S, Ndr) dico che loro sono un pezzo importante dell’Italia che io provo a raccontare. È importante sentire la loro voce, io non faccio un programma tagliato, non racconto una tesi, ma il Paese. Io con loro ci provo sempre, ma non per lisciare il pelo ai grillini, non me ne frega nulla di questo. Oggi il grillismo è un pezzo fondamentale della sensibilità del Paese. E va raccontato.

L’aria che tirà continuerà ad andare in onda?

Sì, si è creata una piccola sala di rianimazione dietro lo studio, con l’ossigeno per me. Il rischio coccolone è molto alto (ride, Ndr). Il venerdì pomeriggio registro la puntata del lunedì mattina, che sarà più un magazine. Il martedì mattina andrà in onda la replica de L’Aria che tira stasera, mentre mercoledì, giovedì e venerdì siamo in diretta. Il lavoro sarà tantissimo. Veniamo da 210 puntate in diretta, però ci sembrava una scommessa troppo interessante per non provarci. Quando Cairo mi ha chiesto se volessi provarci non me la sono sentita di dire no. Questo è un progetto che vince.

Se definisco la tua conduzione pop lo consideri un insulto o un apprezzamento?

Diceva Anna Magnani per le rughe: ‘ci ho messo tutta la vita per farmele’.

Eppure sei una giornalista economica. Quindi ti chiedo la svolta popolare è spontanea o studiata?

Spontanea. Per tanti anni in Rai ho fatto un programma di economia, molto bello, ma in onda di notte e quindi di élite. A La7 ho continuato con un programma d’élite come Effetto domino. Ad un certo punto mi chiesero di passare al mattino, per fare una rubrica di economia di 25 minuti, ed io ebbi un momento di panico perché mi sentivo lontana da quella fascia. Partito il progetto, pian piano sentivo che dovevo spiegare di più, usare un linguaggio più semplice. Ho mollato la Myrta costruita, giornalista economica, secchiona e ho fatto venir fuori la Myrta vera: sono napoletana, allegra, alla mano. È come se avessi liberato la mia natura più privata dentro la televisione. E questo ha pagato. Poi io penso di essere una persona seria, in televisione vado preparata, studio, leggo. Non faccio la tv cialtrona, ma se mi viene una battuta la faccio. Ho smesso di essere seriosa, ma spero di essere rimasta seria.

Sei una delle poche donne a condurre un talk show politico in prime time. A proposito, che ti è parso di Announo della Innocenzi?

Hai ragione. Giornaliste brave in tv ce ne sono tante, ma i programmi di prime time che spostano l’opinione pubblica sono quasi sempre in mano a maschi. Announo è stato un ottimo esperimento, però all’interno della fascia di Santoro. Avere delle donne alla conduzione di programmi di informazione politica in prime time, a prescindere da me, è e sarebbe una ricchezza per il Paese. È una pluralità di sensibilità che fa bene all’informazione.

A proposito del caso Strauss-Khan spiegasti di non averlo denunciato, dopo aver tentato in camera d’albergo un approccio fisico con te, perché “non volevo che diventasse motivo per diventare famosa; io voglio diventare famosa per aver trovato una notizia”. Ritieni di essere diventata famosa, di essere ormai un volto familiare al grande pubblico?

Non te lo so dire; più vado in onda e più mi capita che mi fermino per strada. Io lavoro in una rete di nicchia, non in una tv di grandi numeri, però mi piace quando le persone mi dicono che seguono il mio programma perché così capiscono delle cose che nessuno spiega. Non sono da autografo, ma capisco che per qualcuno seguire L’Aria che tira fa la differenza. E questa è una soddisfazione. Faccio la giornalista, non la star.

L’ospite politico che più ti ha messa in imbarazzo qual è stato? E quale quello che più ti ha sorpresa in positivo?

Gli ospiti che detesto sono quelli che ripetono le stesse cose, come se avessero imparato a memoria una frase, che però non è la risposta alla domanda che ho fatto. L’ordine di scuderia politico lo trovo molto sgradevole. Mi piace molto, quindi, la gente che mi sorprende. Per esempio Massimo Cacciari è straordinario, non ha mai l’idea che tu pensi che possa avere. Ti spiazza sempre. Anche Daniela Santanchè è libera, se ne frega, va contro le indicazioni del partito. Mi ha deluso, invece, Mario Monti. L’ho conosciuto da economista, lo intervistai a Bruxelles e tornai con la sensazione di un grandissimo personaggio. Nella scorsa campagna elettorale l’ho avuto in studio: ebbe un diverbio con Giorgia Meloni ed una reazione di supponenza. Se sei un professore altezzoso non puoi fare politica. In politica vince l’idea migliore, non vinci tu perché sei più figo.

Qual è la trasmissione tv che proprio non rinunci a guardare?

In questo momento la mia passione totale è House of Cards, serie di Fox sul potere politico in Inghilterra. Sono stata una fanatica di Sex and the city. Poi guardo tanta informazione, ma per lavoro. E vedo X-Men con i miei tre figli e mi diverto da matta.

L'aria che tiraLa7