My Lady Jane, recensione: anche la Storia sa essere autoironica
Cosa sarebbe successo se Lady Jane Grey, Regina d’Inghilterra per soli nove giorni nel XVI secolo, si fosse salvata dalla decapitazione? La serie tv di Prime Video, tratta dal libro di Jodi Meadows, riscrive la Storia e si gioca la carta multi-genere
Si chiama “ucronia”: è quel genere letterario o cinematografico che “gioca” con la Storia e immagina uno sviluppo differente della linea temporale, dando a fatti e personaggi esiti capovolti rispetto alla realtà. My Lady Jane, nuova serie tv disponibile su Prime Video, appartiene a questo genere, ma non solo: il racconto ucronistico di una donna diventata Regina d’Inghilterra per soli nove giorni si mescola al period drama che strizza l’occhio alla contemporaneità, al fantasy e, come se non bastasse, anche a un tocco di commedia. Il risultato è un titolo decisamente insolito, ma che riesce a tenere incollato il pubblico fino all’ultima puntata.
My Lady Jane, la storia vera
Cominciamo dalla trama o, meglio, dai fatti storici: nel XVI Secolo Lady Jane Grey fu nominata da suo cugino, Re Edoardo VI, la legittima erede al trono d’Inghilterra. Poco prima, la donna era andata in sposa a Guilford Dudley, su volere del padre di lui, John Dudley, che aveva previsto la possibilità concreta che Jane fosse incoronata Regina, garantendo così un futuro da sovrano al figlio.
Jane viene convinta proprio da John ad accettare la designazione. La sua incoronazione non piacque a Maria, sorellastra di Edoardo VI, che reclamava il diritto al trono e che riuscì a spodestare Jane facendo leva sul consenso popolare. Il regno di Jane durò solo nove giorni, dal 10 al 19 luglio 1553: Maria riuscì a farla deporre e, dopo averla imprigionata nella Torre di Londra insieme a Guilford per otto mesi, ne ordinò la decapitazione.
My Lady Jane, la trama che reinventa la Storia
Ok, ma se le cose fossero andate diversamente? Ovvero, cosa sarebbe successo se Jane, donna dedita allo studio e molto intelligente, avesse deciso di determinare lei stessa il proprio destino e di combattere per la propria sorte? È quello che immagina My Lady Jane: la serie è sì ambientata dell’era dei Tudord (tra il XV e l’inizio del XVII secolo), ma prende una piega decisamente diversa rispetto a come sono andate le cose secondo a quanto scritto nelle pagine dei libri di Storia.
Perché la serie tv segue una Jane (Emily Bader) che innanzitutto si rifiuta di piegarsi al volere della famiglia di farla accasare con qualcuno, arrivando a scappare ed elaborare piani pur di garantirsi la libertà che ha sempre difeso. Certo, anche nella serie Jane finisce per sposare Guildford (Edward Bluemel), ma il vero colpo di scena del raccolto è la svolta fantasy.
La serie è infatti ambientata in un mondo in cui gli esseri umani si dividono in due categorie: gli Etiani, ovvero mutaforma capaci di trasformarsi in un animale, ed i Veritiani, ovvero coloro che non hanno questa dote. I Veritiani, al potere, hanno esiliato gli Etiani, considerandoli inferiori. Jane si ritrova anche in mezzo a una battaglia in cui anche chi crede di conoscere bene le nasconde un segreto.
My Lady Jane, la recensione
Se Bridgerton non avesse avuto il successo che tutti conosciamo, My Lady Jane sarebbe stato realizzato? Forse no, ma quel che è certo è che la serie tv di Prime Video, tratta dall’omonimo libro di Jodi Meadows del 2016 (in Italia edito da Piemme), non si limita a proporre un period drama con musiche contemporanee e personaggi portavoce di sentimenti e inclinazioni più vicine al pubblico di oggi che al popolo del Cinquecento inglese.
My Lady Jane fin dal primo episodio svela le regole del gioco, un gioco a cui lo spettatore non può rinunciare a partecipare: complice una voce fuori campo onniscente e dotata di ironia, viene chiarito subito che stiamo assistendo a una pagina di Storia non proprio fedele alla realtà. E questo non fa altro che aumentare la curiosità, scoprire fin dove ci può spingere quando si vuole immaginare un percorso alternativo a fatti realmente accaduti.
La serie tv di Prime Video si gioca più che bene le sue carte: seguendo la traccia del romanzo, l’adattamento tv riscrive per bene la Storia buttando nel calderone mutaforma, colpi di scena degni di una soap opera, battute da commedia moderna e un po’ di sano romanticismo, per gli amanti delle ship.
Il risultato non sarà esplosivo (mancano i momenti cult tali da regalare alla serie scene indimenticabili), ma è decisamente intrigante. My Lady Jane risponde così a molteplici richieste da parte del pubblico, offrendo più generi in un racconto unico, senza mai strabordare e finire nell’eccessivo.
L’idea, insomma, funziona, e dimostra che anche il racconto storico può essere autoironico: se si mette da parte la pretesa di dover essere coerenti a tutti i costi con i fatti reali e si stringe con il pubblico una sospensione dell’incredulità fin dal principio, tutto può diventare squisitamente possibile. Anche far evitare il patibolo ad una Regina che ha governato per nove giorni quasi 500 anni fa.