MOSTRA DI VENEZIA TRA CINEMA E TV: tappeto rosso, dama in rosso, vedo rosso
Accendo la televisione, un canale di Mediaset. Sono impreparato al telegiornale che scatta con l’ultimo servizio; di solito al cinema nei tg si lascia l’ultimo posto nella scaletta. Non è l’ultimo. Ce ne saranno altri. Quello che vedo , in un tardo pomeriggio di smoking fuori orario e di pochi curiosi alle barriere, si svolge
Accendo la televisione, un canale di Mediaset. Sono impreparato al telegiornale che scatta con l’ultimo servizio; di solito al cinema nei tg si lascia l’ultimo posto nella scaletta. Non è l’ultimo. Ce ne saranno altri.
Quello che vedo , in un tardo pomeriggio di smoking fuori orario e di pochi curiosi alle barriere, si svolge confusamente, sbrigativamente, tra clic angoscianti, sul tappeto rosso davanti al vecchio Palazzo del cinema. Con la partecipazione una florida dama rossa (Anna Falchi) e un volto tutto rosso rosso d’emozione: appartiene a Ezio Greggio, comico provetto di” Striscia la notizia”, anche regista di cinema; in questo caso presenta la sua fatica intitolata “Box Office 3D”. Fantastico. Rosso d’eccitazione è anche l’intervistatore.
Questa storia di un’anteprima prima dell’anteprima vera, fissata per il 31 sera, è una cosa nuova. Paolo Mereghetti qualche giorno fa sul Corriere l’ha stigmatizzata. Scriveva che la cosa gli piaceva poco. Lasciava intendere che qualche accordo della penultim’ora aveva portato la direzione della Mostra a cedere a una richiesta pervenuta, appoggiatissima, dalla produzione del film, in cui figura una persona che lavora in una istituzione pubblica del cinema. Chi è? , mi domando.
Fatto sta che, tira e molla, la parodia di Greggio, che è bravo e simpatico secondo me, ha goduto della visibilità del tappeto rosso. Qualcuno che lo ha visto, pare, ha detto semplicemente: parodia insostenibile dei successi del cinema, da “Harry Potter” al “Gladiatore”, d’umorismo di grana grossa. Mah, vedremo. Io comunque me lo voglio proprio perdere, per il momento.
La anteprima prima dell’anteprima, ospitata nella sede ufficiale della Mostra, pare strappata- con forza da chi di dovere- a chi di dovere poteva o doveva declinare con garbo. E’ il segno di un momento incerto e cedevole per la manifestazione del Lido?
Il consolidamento della importante e amata manifestazione, secondo quanto ho scritto in un primo intervento sulla Mostra stessa nel nostro blog, è solo di facciata. Quest’anno in modo particolare.
La Mostra è sotto, mi sembra , sotto i fucili puntati di un ministro che vuole assolutamente un premio prestigioso per i nostri film che non vincono da molti anni; degli abitanti del Lido che sta consumando rabbia per il buco senza fondo ,di soldi e di tempi sprecati, laddove doveva nascere il Palazzone Nuovo; dei giornalisti e dei critici che paiono smarriti fra gossip, passerelle, gran quantità di proiezioni, voglia di un impossibile carnevale.
Forse è l’effeto di una routine che si sta rafforzando in una liturgia che è sempre la stessa, nella cornice di un mutismo e in un silenzio riempiti solo di false polemiche (gli arrivi, le dive e divette, gli inviti, gli invitati, gli esclusi dagli inviti). E domani che ne sarà della Mostra? Un sequel che gira a vuoto?
Non vorrei che il rosso d’inizio con “Box Office 3D” non portasse bene. Faccio i migliori auguri. Purchè il segno della parodia non si allunghi come un’ombra sinistra sulla Laguna. Via le maschere. Vediamo i film e il contesto.
Italo Moscati