MOSTRA DEL CINEMA TRA CINEMA E TV: l’arte di arrangiarsi, il tema del giorno
MOSTRA DEL CINEMA TRA CINEMA E TV:
L’arte d’arrangiarsi, specialità nazionale, diede il titolo a un vecchio film Luigi Zampa. Indimenticabile. Da allora in poi le parole + titolo sono diventate una cattiva versione tricolore della identità italiana.
Me la conferma l’ascolto alla radio della cerimonia di inaugurazione della Mostra. La voce di uno conduttore, in diretta dal Lido, nota che il direttore della Mostra stessa, Muller, è vestito in clergyman e suggerisce che l’abito fa il monaco ecumenico per andare bene a tutti in vista della ri-nomina a direttore che sarebbe ben gradita. Arte di arrangiarsi.
Un’altra voce di una diretta tv risponde alla domanda di un ospite che chiede: cosa sarà “Le idi di marzo” di Clooney. La voce ha una pausa e poi sbotta: diffido dei film politici americani, i nostri europei sono meglio. Arte di arrangiarsi.
Incontro il produttore straniero che sta girando un documentario sulla Mostra. Gli domando come va. Scuote la testa e le parole. Non va bene, risponde; non funziona nulla, molta burocrazia molte perdite di tempo. E allora come fate, gli domando ancora. Ci arrangiamo, replica. E racconta della grande differenza con Cannes dove tutto è preciso, dove tutto funziona. Aggiunge: ricordo un film di Zampa, con attori comici bravissimi. Esulto: l’arte di arrangiarsi. Ecco, dice, un’arte italiana. Sarà vero?
Incontro una giovane regista che ha appena visto “Le idi di marzo”. E’ arrabbiatissima. Non le è piaciuto. Osserva che Clooney non ha un grande talento e che nel film sfonda una porta aperta, cioè offre una risaputa, generica condanna del potere e delle sue storture. Le chiedo: siamo meglio noi europei, noi italiani? Risponde: nell’arte di arrangiarsi, i film italiani impegnati sono falsi come un soldo bucato, non se ne fanno più perchè hanno stancato; corrono dietro le cronache e gli scandali, ma sono legati al vecchio scaldino delle ideologi.e Si arrangiano e si arrangiano anche i critici. che si arrampicano sugli specchi per sostenerli. Lei cosa pensa di fare? Risposta: vado a cercare in tv, la fiction ci tocca a noi giovani. Arte di arrangiarsi .
Questo accade, sul filo dell’ironia, alla Mostra che ostenta sicurezza. O meglio si arrangia. La domanda è: che sarà dell’uomo in clergyman e del futuro del cinema qui al Lido? Sarà la stessa di sempre, com’è stata da otto anni a questa parte? Magari va peggio. Preghiamo.
Italo Moscati