Monti boccia la Rai (e la Lei) su tutta la linea
Tempi di crisi, tempi di tagli e la Rai è finita nel mirino del presidente del consiglio Mario Monti.
Fino ad ora il governo Monti ha avuto più di qualche difficoltà nell’intervenire in maniera incisiva quando si è trattato di andare a toccare i “privilegi” di alcune corporazioni. Basti ricordare la guerra con tassisti e farmacisti, clamorosamente persa con l’esecutivo costretto a piegarsi e a cancellare i provvedimenti più drastici (e sulla carta efficaci) presentati in pompa magna prima delle feroci proteste degli appartenenti a queste categorie.
Ora però arriva il momento dei tagli, drastici, della cosiddetta “spending review” con l’obiettivo (almeno quello dichiarato) di evitare lo scatto di due punti dell’Iva per ottobre e nel calderone potrebbe rientrare anche la Rai, la tv pubblica della quale il presidente del consiglio ha un’opinione tutt’altro che lusinghiera:
Chi vuole diminuire le tasse sa che è necessario rivedere enti e società, compresa la Rai, dove la logica della trasparenza, del merito, dell’indipendenza dalla politica non è garantita. La Rai è un esempio eclatante di enti e società che vanno rivisti.
Un’autentica bordata che rischia di preannunciare, molto chiaramente, le intenzioni di Monti rispetto alla conferma (ventilata da ambienti politici di diverso colore, in teoria) degli attuali vertici dell’azienda. Lorenza Lei rischia di essere sostituita senza troppi rimpianti, ma prima ancora toccherà al Cda per il quale il governo vuole una riduzione da 9 a 5 membri. Scommettiamo che il presidente del consiglio si accorgerà presto di quale tema sensibile è la Rai quando la commissione di vigilanza sarà chiamata ad eleggere i tre membri di sua competenza rimanenti?
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