Monterossi – La serie, Prime Video si butta sull’instant classic per conquistare gli italiani: la recensione
Per il lancio vero e proprio nella serialità italiana, Prime Video si affida ad un personaggio interpretato da un Fabrizio Bentivoglio in stato di grazia
Lo abbiamo già scritto su questo sito poche settimane fa: Prime Video nel 2022 si pone l’obiettivo di conquistare il pubblico italiano anche con una produzione originale ed in esclusiva. Così, dopo i reality, gli speciali, la comicità da stand-up generalista di Lol ed il calcio, è ora di iniziare a fare sul serio con le serie tv. E Monterossi-La serie, disponibile da oggi, lunedì 17 gennaio 2022, si dirige proprio in questa direzione.
Monterossi – La serie, recensione
La scelta di debuttare proprio con un titolo come Monterossi non è affatto casuale: trattasi, infatti, tra i vari titoli annunciati nei mesi scorsi, di quello più classico, capace di avvicinare una potenziale ampia platea (non solo in Italia), grazie ad alcuni elementi che funzionano fin dal primo episodio.
Innanzitutto, il genere: Monterossi è un crime che sfocia spesso e volentieri nella commedia sofisticata, un ibrido che sta sempre più prendendo piede nel mercato delle serie tv. La gente ha voglia di indagare, ma anche di conoscere personaggi capaci di strappare loro un sorriso con le loro decisioni e le loro battute sempre pronte. Ed il personaggio di Carlo Monterossi (interpretato da un Fabrizio Bentivoglio in stato di grazia) è perfetto per questo scopo.
Nell’autore tv improvvisatosi detective ritroviamo la disillusione, il cinismo, il coraggio inaspettato ed anche la bontà d’animo. Tutte qualità che grazie alla scrittura che il suo papà letterario Alessandro Robecchi ha trasporto anche nella sceneggiatura televisiva permettono di avere un personaggio instabilmente equilibrato. Uno di quelli che, per intenderci, sono perfetti per le serie tv moderne.
L’essere investigatore per caso (ed anche per noia) non fa altro che aumentare l’empatia con il pubblico: ok, è vero che non tutti abbiamo un appartamento di lusso a Milano, né contratti a più zero con emittenti televisive, ma la sua curiosità che si traduce in spirito indagatore è la stessa per cui seguiamo le docu-fiction ed i programmi d’informazione che raccontano i casi di cronaca più attuali. Monterossi, in altre parole, siamo noi.
La ciliegina sulla torta qual è? Potrebbero essere i casi su cui indaga (e che per la prima volta trovano spazio non in un singolo episodio ma sono spalmati su tre puntate), che sicuramente devono essere -e sono- intriganti il giusto per convincere il pubblico a vedere l’episodio successivo. Eppure, secondo noi Monterossi-La serie guadagna dall’idea di formare una “gang”, composta dal protagonista e dai personaggi di Nadia (Martina Sammarco) ed Oscar (Luca Nucera). Un trio investigativo che, per intenderci, si contrappone a quello della Polizia vero e proprio, formato da Ghezzi (Diego Ribon), Gregori (Beatrice Schiros) e Sannucci (Marina Occhionero).
Insomma, il format con cui Prime Video si lancia per davvero (Vita da Carlo va considerato un assaggio) nell’avventura della serialità italiana è lo stesso con cui Sky, anni fa, diede il via alla collection di film-tv de I Delitti del BarLume. E non a caso, la produzione –Palomar– è la stessa, così come il regista e co-sceneggiatore –Roan Johnson-.
L’obiettivo sembra essere, dunque, abbastanza chiaro: rendere Monterossi-La serie un appuntamento fisso degli abbonati di Prime Video, senza però proporre loro una novità a 360 gradi. Piuttosto, si punta a creare un instant classic, una storia dal taglio moderno e rispettosa dei contenuti che tanto piacciono oggi, ma immediatamente riconoscibile ed incasellabile nel panorama seriale italiano.