Monica Setta a TvBlog: “Storie di donne al bivio arriva in prima serata grazie alla sua semplicità”
Pronta a debuttare in prima serata con Storie di donne al bivio e a tornare con gli altri suoi programmi, Monica Setta racconta questa attesa
Approda in prima serata su Rai 2 martedì 27 agosto Storie di donne al bivio, il programma ideato lo scorso anno da Monica Setta. A portarlo nella più prestigiosa collocazione di palinsesto i risultati ottenuti prima in seconda e poi in terza serata. “Non me lo sarei mai aspettata poco più di un anno fa, quando dovevamo ancora debuttare, che saremmo potuti arrivare in prima serata” confessa la conduttrice all’inizio della nostra chiacchierata.
Il programma nasce come una sperimentazione estiva con un ciclo di otto puntate e io immaginavo che si sarebbe concluso con quelle, venendo magari riproposto l’estate successiva. L’unica sensazione che mi spingeva a pensare che potesse funzionare era legata alla semplicità dello schema della trasmissione. Con l’autore Simone Di Carlo avevamo valutato se aggiungere servizi o contributi esterni, ma alla fine avevamo optato per proporre una struttura che valorizzasse il concetto del bivio. Ogni chiacchierata doveva partire dall’ultimo bivio affrontato, mentre la seconda domanda sarebbe stata su come la protagonista dell’intervista si sarebbe comportata se avesse potuto rifare la propria scelta a quel bivio. L’idea è quella di lasciare le ospiti davanti alla telecamera in una confessione con se stesse. Non cerco mai di sollecitare un determinato tema.
Molto spesso però nelle interviste si finisce per parlare delle vite private delle ospiti, tra relazioni sentimentali e maternità. Non ti pare una scelta un po’ anacronistica raccontare il femminile quasi esclusivamente attraverso questi bivi?
Secondo me sì e io stessa sono rimasta stupita di questo. Anche le donne esposte politicamente al momento del bivio mi hanno risposto in termini personali. Laura Ravetto mi ha raccontato, ad esempio, della separazione dal marito Dario Ginefra. Nella puntata di prima serata che andrà in onda martedì sera Nunzia De Girolamo, che pure mi ha raccontato molto della politica e di come alla fine sia stata questa a scaricare lei, piuttosto che il contrario, mi rivela che il suo bivio è stata la figlia Gea. Anche Barbara Floridia, la seconda volta che è venuta ospite, è finita per raccontarmi un aspetto legato alla sua vita privata, ovvero l’impossibilità di avere figli per via dell’endometriosi. La stessa Augusta Montaruli, dopo avermi parlato della sua militanza politica, mi ha raccontato della sua recente storia d’amore.
Da parte di chi fa politica magari c’è il desiderio di raccontarsi in maniera inedita, dato anche il particolare contesto.
Io in quei casi non posso riportare la discussione su altri binari. Il patto su cui si regge la trasmissione è la libertà delle ospiti di raccontarsi come preferiscono. Anche da donne di spettacolo, come Barbara De Rossi e Giuliana De Sio, sono usciti aneddoti divertentissimi sulle loro vite private e per questo – credo – sono stati molto ripresi.
Questo probabilmente si crea in virtù del clima che si respira nella trasmissione.
Io accolgo tutte le ospiti in maniera amichevole. Barbara Alberti, che è venuta ospite diverse volte, una volta si voleva portare via la peonia dell’allestimento di studio. L’unica peonia l’abbiamo regalata a Patrizia Caselli, che aveva rivelato nel corso dell’intervista di avere un cancro al polmone e di essere sotto terapia.
Quali saranno le differenze presenti nell’appuntamento di prima serata?
Nelle interviste non ci sarà solamente il bivio, ma anche molto altro. Le vere protagoniste delle chiacchierate saranno le mie ospiti, io farò un passo indietro. Asia Argento si racconterà in maniera molto diversa dal solito: per la prima volta parlerà della sera in cui ha subito la violenza da parte di Weinstein. Roberta Capua per la prima volta dirà i veri motivi della separazione dal marito. Monica Leofreddi racconterà qualcosa d’interessante e di cui finora ha poco parlato, ovvero la relazione avuta con Antonello Venditti. Anche quella con Valeria Marini sarà un’intervista imperdibile, in cui lei si racconterà a tutto tondo. Ma questo non sarà il solo appuntamento in prima serata in arrivo.
Ne è previsto uno anche per il 9 settembre, giusto?
Esatto. Sfideremo la Nazionale. Lì proveremo a vedere se polarizziamo l’attenzione delle donne mentre su Rai 1 c’è il calcio. In quella puntata ci saranno Eleonora Giorgi e Lory Del Santo. Stiamo ancora poi trattando per le altre ospiti, ma da me non vi aspettate i grandi nomi. Una volta un critico televisivo mi ha fatto notare come riuscissi a rendere interessante il racconto di personaggi che sono talvolta anche completamente scomparsi dalla grande scena.
Dal 21 settembre torna anche la versione del sabato pomeriggio di Storie di donne al bivio. Quali saranno le novità di questa versione del programma?
In questa collocazione abbiamo debuttato per le strenne tra fine dicembre e inizio gennaio. Quelle due puntate speciali sono andate bene e ringrazio Paolo Corsini, che dopo l’intuizione iniziale di Stefano Coletta, ha insistito per convincermi. Angelo Mellone, di cui era quella fascia di pomeriggio del sabato su Rai 2, ha voluto poi che facessi altre otto puntate, che sono diventate alla fine dieci. Il tutto senza extra budget, in un programma che faccio insieme a un solo autore e con in regia il bravo Giacomo Necci. Per la nuova edizione abbiamo però deciso di aggiungere per il sabato pomeriggio contributi e servizi, cercando di partire da una notizia di attualità legata al mondo del costume. Sarà una versione più “daytimizzata”.
Anche Generazione Z farà ritorno in palinsesto dal prossimo 12 settembre. Ora è un programma completamente diverso rispetto a quello che debuttò nella primavera del 2022. Che percorso ha fatto?
Generazione Z ha funzionato lo scorso anno e ha preso una strada che non era quella che avevo immaginato io perché è veramente entrato nelle mani dei giovani. Ho scelto di avere un inviato giovane, Pietro Capella, che ogni settimana si occupava di raccontare storie fortissime, tutte purtroppo offerte dalla nostra cronaca. La mia unica intuizione è stata quella di lasciarlo fare, decidendo di appoggiarmi molto sulle sue inchieste. Noi quest’anno apriremo con Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, e la settimana successiva avremo la mamma di Pamela Mastropietro. La squadra degli inviati poi si allarga: arrivano Luca Gentile e Pierfrancesco Della Notte. A loro si aggiungono anche Daniela Miniucchi e Monica Lapadula. L’anno scorso i ragazzi che partecipavano al programma venivano da varie accademie. Quest’anno invece abbiamo deciso di tenere come analisti due ragazzi molto bravi, Matteo Martinetti e Maria Vittoria Canino. A loro si aggiungeranno ogni settimana ragazzi provenienti da diverse scuole.
Nelle scorse edizioni si è fatta notare la presenza tra gli analisti di Generazione Z di tua figlia, Gaia Torlontano. Come spieghi questa scelta?
Tutto nasce da un’espressione che utilizzavo spesso con i ragazzi, definendomi “mamma della generazione Z”, avendo una figlia di quella generazione. Così i ragazzi mi hanno chiesto di conoscerla e per questo l’abbiamo chiamata. È stata con noi non più di tre volte, ma lei fa un’altra professione, nonostante sia figlia mia e di un giornalista del Tg5, Giuliano Torlontano. Si è molto divertita ed è venuta con uno spirito ironico e sarcastico.
Non tornerà più quindi come ospite?
Potrebbe capitare che torni un’altra volta, se c’è l’occasione. Non è però assolutamente nei programmi e sono assolutamente contenta così. Sono felice che non abbia scelto lo stesso percorso professionale mio e del padre perché è una professione che negli anni è diventata sempre più difficile. Neanche io poi ho scelto di fare la carriera di mia mamma, nonostante lei insistesse perché facessi la professoressa, avendo io una laurea in filosofia.
Il 14 settembre parte la tua sesta stagione alla conduzione di Unomattina in Famiglia. Che cosa rappresenta per te oggi questo programma?
Per me è casa. Anche se è complicato alzarsi presto il sabato e la domenica, per me è diventata una bellissima abitudine quella di entrare nelle case degli italiani in punta di piedi grazie ad uno storico programma, con una squadra di autori capitanata dal bravissimo Giovanni Taglialavoro, con in regia Marco Aprea e a sovraintendere tutto Michele Guardì.
Hai mai pensato, visto i numerosi impegni, di rinunciare a Unomattina in Famiglia?
No, anche perché fa parte del contratto di esclusiva che ho con la Rai. Sinceramente spero però di non dover rinunciare mai a Unomattina in Famiglia perché è proprio una casa. Lavoro poi con due persone molto carine come Ingrid e Beppe. Soprattutto con Ingrid si è creato un bel rapporto: la considero un’amica, le voglio bene e la stimo molto. E soprattutto la vera storica padrona di casa lì è lei.
Nelle prime edizione hai avuto invece un rapporto più burrascoso con Tiberio Timperi. Rapporto che oggi pare essere del tutto mutato, fra ospitate reciproche nei vostri programmi e foto scattate insieme alla presentazione dei palinsesti.
Adesso abbiamo un rapporto stupendo. Se lui mi scrive e io non rispondo, lui mi dice: “Ma non hai visto il messaggio?”. L’ho anche invitato alla mia festa di compleanno. C’è un rapporto bellissimo e da parte mia c’è sempre stata grande stima nei suoi confronti.
Nell’estate del 2021, proprio su TvBlog, uscì un’anticipazione di un tuo libro – poi mai pubblicato – in cui rivendicavi di essere stata decisiva per la scelta di farti affiancare da Timperi per la tua prima edizione alla conduzione di Unomattina in Famiglia. Non ti sei mai pentita di quello?
Mi è dispiaciuto perché dall’esterno è sembrato che lui avesse bisogno delle mie raccomandazioni, mentre lui non ne ha assolutamente bisogno. Se c’è un uomo non raccomandato in Italia è Tiberio Timperi. Anzi, per il suo carattere è uno che va controcorrente, non è diplomatico; ma è bravissimo. Parlando però con Teresa De Santis io espressi il desiderio di lavorare al fianco di un grande come Tiberio, dato che per me era un ritorno importante. Siamo due giornalisti, coetanei, entrambi fumantini: è chiaro che se ci sono state frizioni, la responsabilità è stata un po’ di entrambi. Adesso però fra me e Tiberio c’è un rapporto di stima reciproca.
Nella prossima stagione avrai tre programmi solo sulla tv generalista, più un appuntamento settimanale su Rai Italia, trasmesso anche su Rai 2 il sabato mattina presto. Cosa sogni per il tuo futuro professionale?
Quando si lavora in televisione, la precarietà è essenziale. A me è capitato di lavorare tantissimo e poi di non lavorare per dieci anni. Mi è successo di andare benissimo e poi di non avere più niente. Io non ho un progetto, non ce l’ho mai avuto, ma sono sempre pronta.
Non hai quindi dei sogni nel cassetto che ti piacerebbe realizzare nei prossimi anni?
Mi piacerebbe che restasse qualcosa di me con il passare del tempo. Spero di poter continuare a fare Unomattina in Famiglia e che sia Storie di donne al bivio che Generazione Z riuscissero a resistere alla falce del tempo.
Dopo i due appuntamenti in prima serata, immagini una promozione stabile in quella collocazione per Storie di donne al bivio?
Finora tutti i programmi che ho fatto si sono retti grazie al basso costo e grazie agli ascolti che hanno fatto. Sono la prima però che, se si rende conto che il programma in quella fascia non funziona, si ritira. Mi affido profondamente al pubblico sovrano. L’Auditel per me è sempre uno strumento estremamente democratico.