Monica Maggioni presenta il suo nuovo Tg1: “Non c’è più il “pastone” politico. Il tg deve crescere anche fuori dalla mezz’ora su Rai 1″
Intervistata su Repubblica, la neo direttrice del Tg1 Monica Maggioni disegna la nuova immagine del telegiornale. Il “longform” è l’obiettivo
Dopo poco più di dieci giorni alla direzione del Tg1 una cosa è chiara: Monica Maggioni ci metterà la faccia in questo suo nuovo incarico. Dopo l’editoriale di ingresso tenuto mercoledì 24 novembre, è già tornata nel corso di questa settimana alla scrivania presieduta in questi giorni da Francesco Giorgino (che ieri sera ha accompagnato Amadeus nello svelamento del cast del prossimo Festival di Sanremo) per un intervento sul viaggio a Cipro di Papa Francesco e sull’importanza geopolitica del Mediterraneo.
Abbandonata la conduzione di Settestorie, Monica Maggioni pare decisa a non abbandonare la propria presenza in video e quindi non ci stupiremmo a vederla di nuovo dietro la scrivania del Tg1 per ulteriori editoriali o per la conduzione di edizioni straordinarie o speciali, seguendo lo stile Mentana (bisognerà di certo fare i conti con il maratoneta Giorgino…). Ironia a parte, la neo direttrice del Tg1, prima donna a guidarlo nella storia, oggi ha raccontato a Repubblica i principali vettori di sviluppo che vorrà seguire lungo il suo mandato.
Si è già partiti con l’abolizione del cosiddetto “pastone” politico, ovvero il servizio che racchiudeva tutte serrate in un abile montaggio le dichiarazioni dei rappresentanti politici di tutto l’arco parlamentare:
Niente di cruento, ho solo chiesto ai colleghi che si occupano di politica di farci capire cosa sta succedendo. [..] È chiaro che siamo il Tg1, dobbiamo stare più attenti, avere più equilibro. Ma senza stare lì con il bilancino. Il filtro, lo sguardo, deve essere sempre giornalistico.
Lo sguardo del Tg1, che si prepara a divenire sempre più aperto sul mondo, con un approccio internazionale, deve però secondo Maggioni aprirsi anche fuori dalla tv per arrivare a un pubblico diverso rispetto a quello del Tg1 delle 20:00:
Abbiamo un patrimonio enorme di riconoscibilità che dobbiamo sfruttare su tutte le piattaforme: i nostri volti, l’accountability delle nostre firme, la nostra credibilità, vanno messe e a frutto nel sistema digitale della Rai.
Un’impresa non facile, ma sicuramente necessaria per tutta l’informazione Rai.