Molte voci di religiosi in tv, ma Ersilio Tonini era unico
Abbiamo sempre modo di verificare. Non mancano anzi le voci di religiosi, le notizie religiose, i reportage religiosi nelle televisioni, in particolare in Rai. E’ un tema delicato e importante, alla luce di quel che sta accadendo con Papa Francesco che “lavora” (come diceva il suo predecessore Giovanni Paolo II) perchè il papa “deve” lavorare.
Abbiamo sempre modo di verificare. Non mancano anzi le voci di religiosi, le notizie religiose, i reportage religiosi nelle televisioni, in particolare in Rai.
E’ un tema delicato e importante, alla luce di quel che sta accadendo con Papa Francesco che “lavora” (come diceva il suo predecessore Giovanni Paolo II) perchè il papa “deve” lavorare.
Giovanni Paolo II parlava così perchè era stato in fabbrica da giovanissimo, alla Solvay della sua Polonia negli anni delle guerre, in particolare la seconda guerra mondiale che straziò l’Europa e in particolare anche la Polonia di tutti noi. Un Paese formidabile, con artisti eccelsi e sacrifici indimenticabili, stretto tra le grandi potenze Germania e Unione Sovietica; assalito da vicende dolorose, tra cui il dramma degli ebrei perseguitati dai nazisti.
Papa Francesco ha trasformato una spiaggia grande come il mondo in una via crucis assolutamente inedita, piena di speranza, assorta e però assordante. Che Dio, adesso, ci protegga dal servilismo delle televisioni, le quali misurano la realtà anche sacra in numeri, in numero di trasmissioni, in numeri di ascolto.
Mentre Papa Francesco, andando nella incalcolabile folla, ricorda la solitudine e la scommessa di vita del primo Francesco, quello di Assisi.
Tema importante e delicato, quello della informazione e della comunicazione sui piccoli schermi che aspirano con i Papi e i Santi di diventare grandi schermi nei giorni della morte o della nomina dei papi, o delle celebrazioni di massa.
Un tema, anzi un problema non sempre risolto, anzi quasi mai risolto, per colpa di una automatica retorica servile che affligge news, commenti, ritorno ai commenti; e altre news che ripetono ed enfatizzato, spesso senza criterio e misura. Anche se non mancano giornalisti e opinionisti che sono esenti da questi difetti, e “lavorano” per farci capire meglio il “lavoro” di un Papa e dei religiosi, della chiesa e delle confessioni religiose (al mondo non ci sono solo i cattolici, i cristiani…)
Nel tema generale, un ruolo particolare lo assumono i preti di ogni ordine e grado o vaticanisti o esperti designati che accettano di andare in tv. Ce ne sono stati tanti e ce ne sono ancora.
La storia della tv ne è piena. Sarebbe interessante fare una storia sull’argomento.
Ma in queste ore sento il bisogno di soffermarmi sulla figura di un cardinale e arcivescovo che se n’è andato proprio in questi giorni delle Giornate delle Gioventù a Rio.
Ersilio Tonici se n’è andato a novantanove anni. Non si può non ricordarlo se non con stima e rispetto. Per le sue prese di posizione coraggiose, a volte difficili, quasi impossibili sugli intrighi dei linguaggi e delle posizioni della contemporaneità. Ma soprattutto per il tono. Voce pacata e sicura. Argomentazione piana, densa ,competente, sempre vicina al dubbio e alla necessità di una verifica; ma anche decisa, indignata quanto serviva. Lo si ascoltava volentieri, come un amico saggio e premuroso, che viveva nella realtà e provava a guardare avanti: un suo libro è intitolato “E’ tempo per i ragazzi. Quale Duemila per i ragazzi”, pubblicato nel 1999, alla vigilia del Terzo Millennio.
I ragazzi. Ecco, i ragazzi. Al centro delle preoccupazione di Papa Francesco e di altri papi. Al centro delle parole di Tonini, sottile sottile, scavato, quasi in imbarazzo nei panni ecclesiali troppo pesanti, troppo ricchi, capace di tornare al Vangelo senza perdersi, aiutando a leggerlo e interpretarlo. Un saluto a don Tonini, una delle voci che non si possono dimenticare e che la tv farebbe bene a riproporre in uno speciale “fatto bene”, con umiltà e dignità. Secondo la lezione di Ersilio, amico di tutti anche in tv, morto il 28 luglio 2013 a Ravenna.