Mission, le prime immagini del viaggio di Paola Barale ed Emanuele Filiberto di Savoia in Congo
In rete sono state diffuse le prime immagini di Mission, il programma di Raiuno che ha tra i protagonisti Paola Barale ed Emanuele Filiberto di Savoia in Congo in un campo profughi, dove aiuteranno dei volontari
Le critiche non hanno fermato “Mission”, il docu-reality di Raiuno che andrà in onda il 4 ed il 12 dicembre. Nelle due puntate, cinque coppie di personaggi famosi sono andati a visitare alcuni campi profughi adattandosi per un breve periodo di tempo alla vita dei volontari che, invece, vivono lì.
Il programma, nonostante non sia ancora andato in onda, ha suscitato numerose polemiche: non solo una petizione ha chiesto lo stop alla messa in onda della trasmissione, ma anche Roberto Fico (Movimento 5 Stelle), Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, è tornato sul tema, come riportato da Relity & Show:
“Continuiamo a trattare problemi come quelli dei rifugiati e dei profughi come tv del dolore, quello non è servizio pubblico, noi dovremmo innalzare il livello di qualità nel modo di trattare fatti così importanti. Per la prima volta in Vigilanza è arrivata una petizione (su Change.org, ndB) firmata da 100mila cittadini per non fare andare in onda Mission”.
Le polemiche non hanno però fermato il programma: così, sempre secondo Reality & Show, nella prima puntata della trasmissione condotta da Michele Cucuzza e Rula Jebreal ci saranno i filmati dei viaggi di Francesco Pannofino e Candida Morvillo in Mali e di Al Bano con le figlie Cristel e Romina Junior in Giordania.
La seconda puntata, invece, mostrerà il viaggio di Cucuzza e di Barbara De Rossi in Sudan, di Cesare Bocci e Lorena Bianchetti in Congo e di Paola Barale ed Emanuele Filiberto di Savoia sempre in Congo. Di questi ultimi due, tra l’altro, nelle scorse ore è emerso su Youtube un video che mostra in anteprima la loro attività in un un campo gestito dai volontari.
Così, si può vedere la Barale alle prese con la cottura di alcune foglie (ed il suo stupore per l’agilità con cui una donna le rigira nell’acqua bollente senza scottarsi), mentre Emanuele Filiberto si trova a dover dare una mano con l’intonaco di un edificio che ospiterà una scuola (e che, quando si domanda come fare per scendere da una scala, riceve un semplice “come sei salito”).
Sebbene non si possa giudicare un programma da pochi minuti, pare che “Mission” voglia usare il linguaggio dei reality show a scopo educativo: mettere alla prova il personaggio famoso con pentole, pennelli ed un clima diverso da quello a cui sono abituati ricorda in parte le sfide -più estreme- dei reality ambientati in locatità esotiche, in cui i vip dovevano cimentarsi in situazioni lontane dal loro stile di vita.
Un linguaggio comprensibile a molti, che può suscitare curiosità e, perchè no, essere utile a far conoscere una realtà che altrimenti non potrebbe essere mostrata ad un pubblico vasto. “Mission”, però, rischia di spettacolarizzare e rendere quasi spensierato il lavoro dei volontari in zone difficili e con persone che necessitano di aiuto reale. La possibilità che “Mission” possa suscitare più critiche che ottenere consensi, anche dopo la messa in onda, è ancora alta.