Miss Italia 2013, Patrizia Mirigliani accusa: “Rai scorretta”. Presentata interrogazione parlamentare
Le proteste della patron del concorso di bellezza dopo la decisione della Rai di non mandarlo in onda quest’anno.
Il caso Miss Italia-Rai è nei fatti chiuso da qualche giorno. Nelle scorse ore vi abbiamo dato conto delle parole di Giancarlo Leone che ha annunciato che il concorso di bellezza non andrà in onda. Ieri Patrizia Mirigliani ha incontrato la stampa per fare il punto della situazione e, naturalmente, per esprimere forti critiche per l’atteggiamento assunto dalla tv di stato e dal direttore di Rai1. Insieme alla patron c’erano anche la senatrice Silvana Amati, che ha svelato di aver presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dello Sviluppo Economico chiedendo di verificare le motivazioni che hanno portato la Rai ad interrompere il rapporto con Miss Italia, l’avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons, e, le Miss Italia 2000 Tania Zamparo e 1996 Denny Mendez, che si sono schierate dalla parte della figlio dello storico patron Enzo. Andiamo per ordine. Ecco le parole della Mirigliani:
In un momento di crisi come questo, provocare tali problemi a Miss Italia, che è così radicata sul territorio e che dà lavoro a tante persone, è una cosa estremamente scorretta. Una donna come me, che lavora seriamente e onestamente per le donne merita rispetto. Meritavo un incontro con la dirigenza per ragionare sulle problematiche in essere: costi, linea editoriale. Penso che questo genere di rispetto sia dovuto ad una donna la cui famiglia lavora da 25 anni con la Rai.
Secondo la versione della Mirigliani la Rai ha avvisato con tempismo soltanto Lucio Presta, l’agente con cui la stessa patron ha collaborato negli ultimi anni per la realizzazione dello show televisivo. La comunicazione di Viale Mazzini alla Miren, la società della Mirigliani, invece sarebbe arrivata soltanto il 2 maggio. E nella missiva inviata ci sarebbe stato il riferimento ad una decisione assunta dai vertici Rai sin dallo scorso gennaio:
Anche se ringrazio Lucio Presta per essersi occupato di ciò, egli non era legalmente autorizzato a ricevere una comunicazione di questo tipo. La mia macchina oltre tutto, la Rai lo sa, riparte immediatamente dopo l’elezione della Miss Italia. Sulla base di questo ci voleva ancor più correttezza. Voglio ricordare che circa 10 anni fa mio padre è stato contattato da Mediaset, profondamente interessata ad avere Miss Italia sulle sue reti, ed ha rifiutato per rimanere con la Rai. Questa è correttezza, e questa correttezza io, come donna, la richiedo.
Patrizia ha anche raccontato che il comune di Montecatini, che negli ultimi anni ha ospitato il concorso di bellezza, era regolarmente in contato con Rai1, tramite il suo sindaco Giuseppe Bellandi, per l’edizione 2013. Poi ha svelato un particolare inedito che mina la credibilità della tv di Stato:
Due anni fa ho iniziato una campagna contro l’anoressia portando avanti il concetto di una bellezza forme morbide che ha avuto un grande eco e plauso da parte della stampa. Alle finali mi viene detto, da alcuni dirigenti, che queste miss (con la taglia 44!) sono “troppo grasse per essere presentate in tv”.
Torniamo all’interrogazione parlamentare. La Amati ha chiesto che siano valutati “costi e guadagni delle ultime trasmissioni del concorso, così da rendere più trasparente e comprensibile l’intera vicenda, con riferimento in particolare ai mancati incassi della pubblicità, delle sponsorizzazioni e del televoto che la manifestazione ha garantito alla Rai fino all’edizione 2012”; infine la senatrice ha domandato al neo ministro Zanonato “quali iniziative il ministero intende assumersi per assicurare che una trasmissione molto popolare continui ad essere accessibile alle famiglie italiane e per garantire al Servizio Pubblico i diritti di trasmissione, evitando che questa scelta comporti un guadagno e un vantaggio per la concorrenza”.
Chiudiamo con l’ironia di Rienzo, a commento della dichiarazione di Leone secondo il quale “Miss Italia non è coerente con i progetti della rete”:
Siamo felici di apprendere che finalmente la coerenza è sbarcata in Rai perché tale coerenza non si è vista quando l’azienda ha pagato centinaia di migliaia di euro calciatori per la partecipazione a programmi televisivi, o quando ha scelto di trasmettere in diretta eventi di ‘rilevante valenza sociale’ come il matrimonio di Valeria Marini. E sempre per una questione di coerenza, ci aspettiamo adesso dal Direttore Leone la cancellazione dal palinsesto di quei programmi non conformi ai progetti di rete.