Home La7 Miss Italia 2013, Massimo Ghini: “È nel nostro dna, accanimento è ipocrita e bigotto”

Miss Italia 2013, Massimo Ghini: “È nel nostro dna, accanimento è ipocrita e bigotto”

Ghini difende Miss Italia anche se non lesina critiche alle vecchie edizioni nelle quali il risultato era un “mercato orrendo” di ragazze in costume da bagno.

pubblicato 13 Ottobre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 13:18

“È solo un gioco in cui chi vince è Cenerentola che invece della scarpina ha la coroncina. Cosa c’è di così drammatico”. Usa queste parole Massimo Ghini per difendere Miss Italia che condurrà il prossimo 27 ottobre da Jesolo in diretta su La7 insieme a Cesare Bocci e Francesca Chillemi. L’attore a Il Corriere della Sera usa argomentazioni sensate per rispondere alle critiche che da più parti sono arrivate al concorso di bellezza. Talvolta però esagera all’insegna di un opportunismo non particolarmente edificante. Per esempio, Ghini per sottolineare la rilevanza della kermesse di bellezza nella storia del costume italiano elenca le star che lì sono nate e ci infila dentro pure la Chillemi. E, peraltro, critica, senza argomentare, talent e reality show:

Vedere Miss Italia nell’ottica di sfruttamento della donna mi sembra veramente eccessivo. È un concorso nella tradizione, se vogliamo anche da strapaese, in cui rientra pure Sanremo, è una fiaba pagana che è nel nostro dna. Alle selezioni regionali le piazze si riempiono, si respira quest’aria ancora provinciale rispetto a quello che è cresciuto dopo, penso ai talent e ai reality che trovo terribili. In giuria sono passati Mastroianni, Sordi e De Sica, da lì sono partite Mangano, Lollobrigida, Loren, ma arrivando a tempi più recenti penso a Francesca Chillemi che fa fiction importanti, a Miriam Leone che è una presentatrice Rai.

Ghini poi se la prende – pur senza nominarli esplicitamente – con i vari Bruno Vespa, Barbara d’Urso e Vita in diretta facendo notare come Miss Italia non possa essere considerato il male assoluto della tv italiana:

Questo accanimento nei confronti di Miss Italia l’ho visto come il solito atteggiamento talebano, ipocritamente bigotto che ogni tanto scatta nel nostro Paese. C’è tantissima roba che dovrebbe essere rivista e vietata: i delitti con i modellini, i pomeriggi interi a parlare di assassini. Non è che ora, tolta Miss Italia, si è improvvisamente iniziato a parlare di Proust.

Anche sulle recenti dichiarazioni anti Miss Italia di Enrico Mentana le argomentazioni del 59enne attore si dissolvono in maniera un po’ sospetta in un democristiano “il suo è un ragionamento interno, tutto editoriale”. Ghini poi torna in sé e mette in piedi una critica del passato di Miss Italia (per la gioia di Fabrizio Frizzi, già abbastanza adirato per le parole del direttore del TgLa7):

La linea di confine è sempre quella della morbosità, se tieni 200 ragazze per cinque giorni in costume da bagno, capisco che diventa una sorta di mercato orrendo.

Infine, i propositi per lo show televisivo, senza alcun riferimento agli ascolti che chiunque con un briciolo di esperienza non potrebbe che considerare molto a rischio.

Penso a uno spettacolo vero, senza prendersi troppo sul serio. Bypassato il pensiero che vogliono tutte la pace nel mondo, elimineremo i numeri e le faremo sfilare con i nomi; al gruppo ristretto delle finaliste chiederemo di dimostrare quello che sanno fare: cantare, recitare, ballare. Con una serata unica non credo faremo male a nessuno. Sono ragazze che cercano un’occasione nel campo dello spettacolo, non diverse dalle adolescenti che in tv guardano Glee.

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