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Minzolini oscura l’opposizione: l’attacco del PD al Tg1. IdV contro il Tg3

L’Osservatorio di Pavia per il mese di aprile rileva che il Tg1 ha riservato meno del 20% del proprio spazio politico all’opposizione. E il PD, per bocca del suo rappresentante in Commissione di vigilanza RAI scrive in una nota: Anche oggi il Tg1 è riuscito a cancellare l’opposizione, guarda caso nel giorno in cui il

pubblicato 15 Maggio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 15:45


L’Osservatorio di Pavia per il mese di aprile rileva che il Tg1 ha riservato meno del 20% del proprio spazio politico all’opposizione. E il PD, per bocca del suo rappresentante in Commissione di vigilanza RAI scrive in una nota: Anche oggi il Tg1 è riuscito a cancellare l’opposizione, guarda caso nel giorno in cui il governo annuncia lacrime e sangue.

Il 43,2% dello spazio politico del Tg di Minzolini è stato dedicato al Governo; il 15% ai partiti di maggioranza. I tre politici più presenti? Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e il Ministro degli Esteri Franco Frattini.

Repubblica propone la risposta di fonti vicine all’entourage di Minzolini (sic):

Quelle dell’opposizione sono accuse senza fondamento, fuori dalla par condicio noi applichiamo il criterio giornalistico

. E poi:

Nel Tg1 delle 13.30 non c’era proprio la nota politica. C’era solo un servizio sulla manovra economica senza sonori dei politici.

Come se non avere l’approfondimento politico in onda fosse un vanto, per un Tg. Niente male. L’Italia dei Valori, invece, se la prende con il Tg3 di Bianca Berlinguer, attraverso Pacho Pardi, anch’egli in Commissione Vigilanza (in forze all’IDV, appunto).

Anche con il Tg3 l’Italia dei Valori trova non poche difficoltà ad andare in onda e le sue apparizioni sono centellinate […] E’ evidente che la nostra forza politica, che non ha voluto partecipare alle logiche spartitorie dell’azienda pubblica, dà fastidio a molti.

La risposta della Berlinguer? Si definisce stupefatta, giacché sostiene che la presenza di Antonio Di Pietro sul Tg3 è regolarmente garantita.

Tutto questo non fa che appesantire la situazione particolarmente oscura e cupa della politica italiana, e con essa, dell’informazione. Che è in emergenza.