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Minzolini contro la Berlinguer: Garimberti critica il Tg1

Augusto Minzolini ancora nel mirino, anche se il direttore del Tg1 sembra fare di tutto per mettercisi da solo. Prima l’intervista “esclusiva” a Silvio Berlusconi di mercoledì. Quattro minuti in apertura dell’edizione con Michele Renzulli impegnato nel ruolo di “gobbo”. Un giudizio sul tenore delle domande è del tutto superfluo, d’altra parte la credibilità del

pubblicato 4 Febbraio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 08:58


Augusto Minzolini ancora nel mirino, anche se il direttore del Tg1 sembra fare di tutto per mettercisi da solo. Prima l’intervista “esclusiva” a Silvio Berlusconi di mercoledì. Quattro minuti in apertura dell’edizione con Michele Renzulli impegnato nel ruolo di “gobbo”. Un giudizio sul tenore delle domande è del tutto superfluo, d’altra parte la credibilità del Tg1 è ai minimi storici (ma si può ancora peggiorare), così come gli ascolti che viaggiano su uno sconfortante 23% di share nell’ultimissimo periodo.

Il colpo di genio del direttorissimo doveva ancora arrivare: l’autodifesa è un attacco al Tg3. 10 secondi di un’intervista rilasciata dall’allora Premier Romani Prodi ritenuta “dello stesso stampo” di quella a Berlusconi. La reazione del Cdr della terza rete e del suo direttore, Bianca Berlinguer è veemente:

Con grave scorrettezza il TG1 delle 13.30, per rispondere alle polemiche sollevate dall’intervista di Michele Renzulli a Silvio Berlusconi, estrapola una battuta di un’intervista del 5 luglio 2007 del vice direttore del TG3 Pierluca Terzulli all’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi nel tentativo di dimostrare che “siamo tutti uguali”, cioè incapaci di fare i giornalisti, di porre domande vere ai membri dell’esecutivo. Un comportamento a dir poco sleale perché rischia di scatenare un conflitto intestino tra testate della stessa azienda e perché fondato sull’estrapolazione di un frammento di pochi secondi da un contesto di un’intervista ben più ampia, compiendo così un atto di vera e propria falsificazione.

Interviene anche il Presidente della Rai Paolo Garimberti che parla di improprio “fuoco amico”, censurando la scelta di Minzolini di buttarla in cagnara. Ancora più pregnante è la replica affidata al sito del Tg3 che riporta il testo integrale dell’intervista di Pierluca Terzulli a Prodi. Fra le domande c’è il chiaro riferimento a temi scottanti per l’allora fragilissima maggioranza di centrosinistra come quello delle pensioni. In sostanza Prodi venne costretto ad ammettere che non sarebbero riuscito a mantenere la promessa di abolire il cosiddetto “scalone”.

Fin qui il mio personale giudizio, il vostro potete farvelo leggendo il confronto fra le domande poste dal Tg1 a Berlusconi (con l’assenza totale di riferimenti a fatti minori come l’inchiesta sulla concussione e sulla prostituzione minorale) e quelle poste nel 2007 dal Tg3 a Prodi.

Le domande di Pierluca Terzulli a Prodi nel Tg3 del 5 luglio 2007

– «Presidente Prodi, la scorsa settimana avete presentato il documento di programmazione economica, per altro contestato da Bruxelles e dal Fondo Monetario, si può dire che volete passare dalla fase dei sacrifici a quella dell’abbassamento delle tasse? »

– «Sul suo tavolo ora c’è anche la questione scottante della riforma del sistema previdenziale, D’Alema: “dice non ci sono soldi per abolire lo scalone”, lei condivide?»

– «Sulle pensioni però è in atto un braccio di ferro nella sua maggioranza con minacce di crisi e polemiche ad oltranza, non teme che tutto ciò a lungo andare possa indebolire il suo Governo?»

– «Berlusconi sostiene che ci sono molti senatori pronti ad abbandonare la maggioranza. Lei è preoccupato?»

– «Tra i fatti nuovi di questi giorni c’è la candidatura di Veltroni alla guida del Partito Democratico. E’ un fatto che secondo lei rafforza il Governo o avvicina la data delle elezioni?»

– «Lei conosce bene Veltroni e gli uomini che dovrà guidare. Che consiglio gli darebbe?»

Le domande di Michele Renzulli a Berlusconi nel Tg1 del 2 febbraio 2011

– «Presidente, negli ultimi due anni l’Italia ha tenuto alto l’argine della stabilità e dei conti, come hanno riconosciuto l’Europa e il Fmi. Ora è il momento di tornare a crescere, in che modo?»

– «Molti analisti sostengono che l’Italia è ancora un Gulliver, ovvero un gigante bloccato da lacci e lacciuoli. Lei è sceso in politica nel 1994 promettendo la rivoluzione liberale. Per dare una scossa alla nostra economia è arrivato il momento di andare fino in fondo?»

– «Proprio su questi temi lei ha fatto una proposta di collaborazione con l’opposizione che ha risposto che non è credibile. Ma dietro questo rifiuto secondo lei aleggia il partito della patrimoniale, la vecchia ricetta che per risolvere i nodi della nostra economia punta sempre sulla scorciatoia dell’aumento della pressione fiscale?».