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Mina Settembre 3, recensione: onesta comfort tv. Serena Rossi perno di un equilibrio perfetto

Nessuna pretesa da serie-evento: Mina Settembre è la serie perfetta per una serata divano-tisana-copertina, con una Serena Rossi perfettamente a suo agio

12 Gennaio 2025 21:00

Mina Settembre 3, se dovessimo sintetizzarne la recensione, potremmo dire che è semplicemente onesta. Una fiction senza ambizioni di diventare “evento”, perfetta per una serata con comfort tv, di quelle da divano-tisana-copertina, ma non per questo di valore inferiore rispetto ad altri titoli più blasonati.

Mina Settembre 3 cast
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La recensione di Mina Settembre 3

La fiction di Italia International Film tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni (a cui la serialità della tv pubblica deve davvero tanto in questi anni) è arrivata ad avere quello che potremmo definire un equilibrio perfetto sotto ogni suo punto di vista.

Mina Settembre ha raggiunto in questi anni di messa in onda una credibilità tale da renderla una delle serie tv più apprezzate ed attese del panorama italiana, pur senza strafare nella trama, senza immaginarsi colpi di scena da tenere incollati alla poltrona o dialoghi da poter usare come “cit.” sui propri social. La credibilità che questa serie si è guadagnata sta, piuttosto, nell’onestà con cui si è sempre più presentata al pubblico.

Il tiro, va detto, è stato aggiustato nel corso delle stagioni: se all’esordio non erano mancate le critiche da parte di chi il lavoro di assistente sociale lo fa per davvero, nella seconda stagione gli sceneggiatori hanno capito di dover puntare maggiormente sui temi, sulle storie che un lavoro così immerso nel sociale chiama. E da lì costruire gli sviluppi dei personaggi.

Mina è così cresciuta dal 2021 a oggi, fino a diventare una futura madre adottiva, moglie (per la seconda volta) e soprattutto un punto di riferimento nel lavoro. Come detto, la serie non stupisce con effetti speciali e segue un percorso facilmente intuibile, come quello riservato alla nuova assistente sociale Fiore (Chiara Russo) e agli sviluppo del suo rapporto con l’affascinante ma casanova Jonathan (Erasmo Genzini). Ma poco importa: la visione degli episodi scorre comunque senza sbuffi da parte dei telespettatori.

Questo perché Mina Settembre 3 è stata pensata per mettere il pubblico a proprio agio, facendo delle tensioni dei temi presentati qualcosa di temporaneo e non definitivo, pronto ad essere risolto dalla protagonista, per lasciare spazio a dinamiche da commedia familiare e romantica.

Il perno di questo equilibrio è, ovviamente, Serena Rossi, diventata un tutt’uno con la “sua” Mina e che ha meritato questo successo, segno di una nuova generazione di interpreti per la tv e il cinema pronto a spiccare il volo. E spiace pensare che questa potrebbe essere l’ultima stagione di Mina Settembre: se i numeri saranno buoni si potrebbe sempre cercare di convincere Rossi a un altro ciclo di episodi, o di fare uno spin-off con protagonista il nuovo personaggio sopra citato di Fiore. Un bivio a cui qualche anno fa si trovò davanti L’Allieva, altra serie da comfort tv che una volta detto basta dalla protagonista Alessandra Mastronardi si è fermata.