Milly Carlucci non diffamò Barbara D’Urso. Chiuso un altro capitolo della guerra Baila-Ballando con le stelle
Termina il contenzioso fra Barbara D’Urso, Rti e Milly Carlucci, a proposito di alcune frasi dalla conduttrice di Rai1 sul programma Baila.
Forse, è bene dire forse perché in Italia non è mai detta la parola fine, soprattutto per certe vicende giudiziarie, si è conclusa la vicenda che ha visto coinvolti Barbara D’Urso, Rti, contro Milly Carlucci, con il proscioglimento di quest’ultima, dopo che era stata querelata a seguito di alcune sue dichiarazioni fatte durante una puntata della Vita in diretta del 27 settembre 2011.
La Carlucci allora incalzata dalla conduttrice del contenitore pomeridiano di Rai1 Mara Venier, sul fatto che Canale5 aveva messo in piedi il programma Baila, molto somigliante al suo Ballando con le stelle, per cui fu bloccata la messa in onda con sentenza del giudice del Tribunale Civile di Roma Muscolo, aveva paragonato la trasmissione Mediaset alle “borse false e alle patacche di orologi”. Il GIP di Roma Tiziana Coccoluto ha accolto la tesi della procura, che dieci giorni fa aveva sollecitato l’archiviazione del procedimento.
Nelle motivazioni della decisione del GIP si legge che:
“Nel tentativo di tradurre in termini di uso comune il concetto giuridico di plagio contraffattorio, per altro su diretta sollecitazione della conduttrice, Milly Carlucci ha utilizzato una similitudine acquisita dalla vita quotidiana, paragonando il prodotto plagiante alle patacche, borse false, orologi, cose che cose che sono fatte ad Hong Kong, con ciò limitandosi a tradurre in linguaggio di immediata percezione una circostanza analizzata con precisione dall’ordinanza cautelare, di cui peraltro aveva letto alcuni passaggi testuali poco prima. Le modalità di trattazione della vicenda e le specifiche espressioni utilizzate dalla odierna indagata consentono di ritenere ampiamente rispettati i canoni di operatività del corretto esercizio del diritto di informazione prima e di critica poi, senza che possano ravvisarsi residui margini di lesività dell’onore e della reputazione del destinatario-categoria da cui deve escludersi la signora d’Urso che aveva il ruolo di conduttrice e non di coautrice del programma”.
Si chiude così questa vicenda, almeno per il momento.