Michelle Obama? Più vicina a Claire Robinson che a Jackie Kennedy, secondo il Washington Post
Mentre il marito Barack era alle prese col nostro Primo Ministro (su Polisblog la rassegna stampa internazionale sul loro incontro), la 44esima First Lady Michelle Obama è diventata spunto per il Washington Post di un’interessante osservazione, figlia più della sociologia mass mediatica che dei libri di storia.L’autorevole giornale, nei giorni scorsi, ha pubblicato un articolo
Mentre il marito Barack era alle prese col nostro Primo Ministro (su Polisblog la rassegna stampa internazionale sul loro incontro), la 44esima First Lady Michelle Obama è diventata spunto per il Washington Post di un’interessante osservazione, figlia più della sociologia mass mediatica che dei libri di storia.
L’autorevole giornale, nei giorni scorsi, ha pubblicato un articolo di Robin Givhan -il “fashion editor” del quotidiano- secondo cui alla moglie del primo presidente nero d’America non si dovrebbero affiancare altre first lady del passato, ma per capirne meglio lo stile, le origini e la filosofia di vita bisogna guardare alla tv.
Dimenticate Jackie Kennedy (“a parte l’avvenenza, l’unica cosa in comune tra di loro è forse la passione per gli abiti senza maniche”, dice Gavin in un estratto dell’articolo riportato dal Corriere della Sera), chiudete i libri di storia ed accendete i ricordi della tv degli anni ’90: Michelle Obama non sarebbe altro che la versione contemporanea di Claire “Huxtable” Robinson.
La madre tuttofare di una delle sit-com più popolari ed all’avanguardia d’America dello scorso decennio (protagonista era una famiglia di colore benestante nel quartiere di Brooklin, a New York), che conquistò anche l’Italia per molti anni, sarebbe la vera fonte ispiratrice della Signora Obama: stesse origini, stesso background culturale, stesse difficoltà da affrontare e, soprattutto, stessa grinta.
Entrambe sono nate da una famiglia modesta, sono diventate avvocati di successo -con la differenza che Michelle ha dovuto congelare la propria carriera per non mettere in ombra il marito durante la campagna elettorale-, si sono sposate con uomini altrettanto stimati, insieme ai quali hanno costruito una famiglia moderna, nè troppo rigide nel loro sistema di valori ma neanche troppo poco severe. Insomma, gli Obama, proprio come gli Huxtable (questo il cognome originale della famiglia capitana da Bill Cosby), hanno contribuito all’abbattimento di certi pregiudizi razzisti che, ahimè, non si sono ancora del tutto estinti.
Phylicia Rashad, l’interprete del personaggio di Claire Robinson, condivide il paragone lanciato dal “Post”. Un paragone che forse qualche anno fa sarebbe suonato come “sacrilego” data l’importanza rivestita dal ruolo del marito di Michelle ma che, evidentemente, è l’ennesima dimostrazione dei “tempi che cambiano”. Dalla storia alla storia della tv il passo è breve, e non più inadeguato.
Inevitabilmente il ruolo di Claire ma anche quello di numerose altre donne afroamericane in varie sit-com, comedy e drama, hanno rafforzato un’ideale femminile forte, grintoso, che sa camminare con le proprie gambe ma allo stesso tempo non si dimentica della propria famiglia, in un connubio tra passato e modernità che ha, appunto, anticipato i tempi.
E non è la prima volta che la tv prevede la realtà: i fan di “24” ricorderanno sicuramente il Presidente Palmer (Dennis Haysbert), che anticipò di 6 anni l’elezione del primo Presidente afroamericano. Sempre in “24”, ma nella settima stagione, viene introdotto il personaggio di Allison Taylor (Cherry Jones), primo Presidente donna d’America, con tanto di First Gentleman. La tv ha già compiuto questo passo, tra quanto la realtà -che già ne ha avuto un antipasto grazie a Hillary Clinton nelle scorse primarie statunitensi ed a Sarah Palin nella campagna presidenziale- ne seguirà le orme?