Home Notizie Michelin: la pubblicità gentile

Michelin: la pubblicità gentile

Non so se lo avete notato ma in questo periodo molti spot televisivi puntano su messaggi piuttosto aggressivi, quasi urlati. Non che nelle pubblicità si urli sul serio, ma comunque la forza con cui viene veicolato il messaggio, attraverso l’uso di immagini, musiche e situazioni forti, ha l’effetto di scuotere il telespettatore, evidentemente dando per

31 Marzo 2006 10:23

Bibendum nello spot Vision
Non so se lo avete notato ma in questo periodo molti spot televisivi puntano su messaggi piuttosto aggressivi, quasi urlati. Non che nelle pubblicità si urli sul serio, ma comunque la forza con cui viene veicolato il messaggio, attraverso l’uso di immagini, musiche e situazioni forti, ha l’effetto di scuotere il telespettatore, evidentemente dando per assunto il torpore che lo coglie all’accensione del televisore.
In netta controtendenza è invece uno dei miei spot preferiti di questo periodo, quello dei pneumatici Michelin, che apprezzo particolarmente per i toni assolutamente calmi e rassicuranti e per il messaggio “gentile”.
Ideato dall’agenzia di comunicazione TBWA International, lo spot “Vision” ha come protagonista un bambino che disegna sé stesso all’interno di un’automobile con il paesaggio che si estende attraverso più fogli che gli vengono porti da Bibendum, l’omino Michelin realizzato in 3D, che lo osserva con benevolenza e che poi “spinge” l’automobile disegnata che si tramuta nell’immagine del bambino in carne ed ossa a bordo di un’auto in viaggio.
Il messaggio è interessante: il bambino non è soltanto l’osservatore, ma rappresenta idealmente anche suo figlio una volta divenuto adulto e Bibendum simbolicamente spinge tutti i bambini in sicurezza verso il futuro.
Il claim della campagna è “Michelin, il modo migliore di avanzare”; la musica si intitola “Michelin Vision” ed è stata composta da Étienne de Nanteuil. Lo spot può essere visto sul sito internazionale Michelin.
Un plauso da parte mia a Michelin, perché per fare pubblicità non occorre sempre parlare ad alta voce.