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Michele Santoro “scassa la casta” con Della Valle e De Magistris

La prima puntata di Servizio Pubblico avrà come ospiti Della Valle e De Magistris

pubblicato 1 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:18


Michele Santoro invita, per la prima puntata di Servizio Pubblico (giovedì 3 novembre), Luigi De Magistris e Diego Della Valle. Una scelta piuttosto interessante, l’altra che fa cadere le braccia. Entrambe che cavalcano paladini e antipolitica.

De Magistris ha raccolto una sfida importante, dopo la candidatura e lo straordinario successo a Napoli: fare il sindaco della città in piena emergenza rifiuti non è cosa da poco. E sicuramente l’ex magistrato rappresenta un’icona di cambiamento, su questo non c’è dubbio. L’importante, per quel che mi riguarda, è che Santoro riesca anche con De Magistris a uscire dall’agiografia e a raccontare fatti: come sta andando, De Magistris a Napoli? La città funziona? L’emergenza rifiuti è risolta? Queste sono le domande cui sarebbe interessante avere una risposta e che speriamo di veder trattate a Servizio Pubblico, che farebbe un buon servizio al suo pubblico se riuscisse a raccontare il De Magistris nella “buona politica” e non nell’antipolitica.

Della Valle, invece, è quello che fa cadere le braccia. Pontificante e prolisso a Ballarò così come da Crozza, l’industriale amico di Clemente Mastella (a Italialand ha definito il politico “un fratello, più che un amico”) e dunque vicino all’icona di una politica affatto lontana da quel vecchio che avanza e che controlla tutto e tutti, è diventato – o meglio, sta cercando di diventare – una specie di paladino dell’antipolitica dopo aver comprato una pagina di giornale per dire «Politici ora basta» e dopo aver attaccato Berlusconi. Ha visto bene, Crozza, raffigurandolo come “don Diego Della Valle” e con i suoi sfottò («Dice basta ai politici e sosteneva Mastella. E’ come se Barbara D’Urso comprasse una pagina dei giornali e ci scrivesse «Basta coi programmi di merda». E’ assurdo»); vede un po’ opaco, Santoro, se pensa di “scassare la casta” invitando qualcuno che rappresenta un’altra casta. Quella degli industriali che improvvisamente, temendo di dover ridurre i loro profitti, si riscoprono indignados e fanno finta di essere diventati amici del popolo. E che, quando vengono tacciati di qualunquismo, rispondono: «Volevo solo far sentire il malessere dell’uomo della strada» (appunto!). Fatto sta che, quando Crozza ha chiesto a Della Valle se fosse vero che ha delocalizzato parte delle proprie imprese in Cina e in Romania, questi non ha risposto.

C’è da augurarsi che il Servizio Pubblico non voglia «scassare la casta» per sostituirla con un’altra.

Michele Santoro