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Michele Santoro provoca: “Un euro a puntata”. Garimberti risponde: “Demagogia”

Il Presidente della Rai risponde a Michele Santoro

pubblicato 10 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:49


Michele Santoro ottiene dal Presidente della Rai, Paolo Garimberti, la risposta che voleva. Quella che gli consente di andarsene avendole ufficialmente provate tutte. Persino l’offerta di lavorare per un euro a puntata.

Ecco quel che dichiara Garimberti, che, a giudicare dal suo virgolettato, sembrerebbe proprio caduto nel “trappolone” del giornalista:

Santoro è una star e non può essere retribuito con un euro. Il suo contratto va valutato secondo il mercato. Non scherziamo sul lavoro, tutto il resto è demagogia. Il lavoro va retribuito. Santoro è uomo Rai e conosce le procedure: faccia un progetto e lo presenti al direttore generale.

Insomma. Garimberti accusa di demagogia Santoro, ma poi, altrettanto demagogicamente, dice che “non può essere retribuito con un euro”. Ma come. Ma il problema non era il costo del programma e dello stipendio di Santoro pagato con i soldi del canone (come ha ribadito più volte ieri, nel corso del programma, il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Roberto Castelli)? E che progetto dovrebbe presentare, Santoro? Comunque, Garimberti decide anche di attaccare, a suo modo, utilizzando una conferena stampa a proposito dell’accordo Rai-Figc per le partite della nazionale italiana.

Voglio dire una cosa su Santoro: Certo dal punto di vista della scenografia non è la stessa condizione, perché lui aveva un grande studio, un grande pubblico e tutte le telecamere della Rai. Devo dire che questo uso delle telecamere del servizio pubblico per parlare dei suoi contratti non lo condivido, è fuori regola. Ora ho capito perché ha annullato la conferenza stampa, lì avrebbe avuto un manipolo dei giornalisti, ieri ha parlato ad otto milioni di persone. Io, essendo il presidente della Rai, mi devo accontentare di una conferenza stampa.

Santoro ha detto che potrebbe rivelare il contenuto dei nostri incontri. Io non temo nulla, anche perché, che io ricordi, ci siamo incontrati solo due volte. Una volta quando terminò la stagione 2009-2010 venne da me per dirmi quello che voleva fare: io dissi ‘se vuoi fare Annozero io t’aiuto, se vuoi fare qualcosa di diverso, ti aiuto lo stesso’. Lui fece un accordo monetariamente importante con il dg di allora Mauro Masi, che fu anche ratificato dal Cda, poi cambiò idea. Io allora dissi la frase ‘Annozero può cominciare’ e lui la riprese nel corso della trasmissione. Io non temo nulla.

Il secondo incontro è avvenuto una settimana fa nell’ufficio del dg Lei. Mi è stato detto che era in corso una trattativa molto riservata e io non sono voluto intervenire. Santoro ha detto che è figlio di un ferroviere, bene anche io sono figlio di un ferroviere, ed è l’unica cosa che mi accomuna a lui. Ha detto che suo padre ha fatto sacrifici, anche mio padre ha fatto sacrifici, e spero che i miei figli stiano meglio di me. Santoro ha cambiato spesso editore, e le liquidazioni pesano sul conto in banca. Io ho fatto solo il giornalista e non ho avuto la possibilità di dare ai miei figli quello che ha potuto dare Santoro.

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