Michele Maddaloni a TvBlog: “Dopo Amici ho subito il pregiudizio. Oggi lavoro in una società di autonoleggio”
Michele Maddaloni, tra i protagonisti della seconda edizione di Amici: “Il mio amico Marcello Sacchetta mi spinse a fare i provini, ma lui non entrò. Dopo il programma volevo tornare alla danza classica in teatro, però non riuscii più a rientrare. La pandemia mi ha fatto smettere di ballare”
Può vantarsi di aver partecipato sia a Saranno Famosi che ad Amici, dal momento che il programma cambiò denominazione proprio mentre lui c’era dentro. Michele Maddaloni fu uno dei protagonisti più amati della seconda edizione del talent di Maria De Filippi. Adorato dalle ragazzine, acclamato e super-votato, l’avventura proseguì fino alla finalissima del 27 maggio 2003, quando però si dovette accontentare del quinto posto.
Tutto era cominciato nove mesi prima, per caso: “Ero in procinto di diplomarmi al Teatro dell’Opera di Roma e mi stavo preparando agli esami finali”, racconta Maddaloni a TvBlog. “Il mio coinquilino era Marcello Sacchetta, abitavamo insieme e pure lui frequentava la scuola. Fu lui a fare la domanda per la trasmissione. Seppe che era uscito il bando e mi chiese di partecipare assieme. Ero titubante, non mi sentivo portato e non mi interessava la televisione, ma mi convinse”.
Ad invogliare Maddaloni, allora ventenne, fu soprattutto l’inserimento della danza classica tra i generi della sezione ballo. “Ricordo come se fosse oggi la fila abissale che trovammo ai provini. La coda arrivava fino alla metro di Cinecittà, eravamo migliaia. C’era stato il boom di Saranno Famosi e in quell’estate le domande fioccarono. Ci avevano divisi in categorie e all’epoca i ballerini classici in lizza erano pochi. Fortunatamente mi chiamarono presto e non dovetti rimanere per tante ore al sole”.
I provini ebbero per te un epilogo positivo, mentre Sacchetta non entrò.
Marcello arrivò fino alla fase finale, poi quando si trattò di assegnare i banchi non venne preso. Gli garantirono che avrebbe potuto accedere mediante le sfide, ma non accadde. Mi dispiacque parecchio, accedere alla scuola interessava più a lui che a me. Io avevo preso tutta l’esperienza alla leggera e speravo di poterlo avere accanto. Comunque cominciò presto a lavorare, è sempre stato molto in gamba. Lo stimo moltissimo, ha grande carisma, è versatile, si adatta a tutto. Per me è stato un fratello.
Siete rimasti in contatto?
Ogni tanto ci sentiamo, non spessissimo. Gli scrivo, ci telefoniamo magari per gli auguri. La frequenza non è quella di un tempo, è normale. Le nostre vite sono cambiate, l’affetto è rimasto. Se mi presero è perché ci fu il suo zampino. Insistette affinché tentassi. Non rinnego la mia partecipazione al programma, ma riconosco che mi ci sono trovato dentro.
Prima della tv avevi già accumulato parecchie esperienze.
A 11 anni presi parte all’Accademia Nazionale di Roma. Rimasi nella Capitale un anno, poi diverse problematiche mi spinsero a tornare nel mio paese, in provincia di Bergamo. In seguito, dai 12 ai 14 anni feci tre anni di scuola alla Scala. Partecipai a parecchi spettacoli, generalmente ricoprivo i ruoli del bambino. Sono sempre sembrato più piccolo dell’età che avevo. In scena sono stato anche il figlio di Carla Fracci, non mi sono fatto mancare nulla.
Come detto, a metà del percorso ci fu il passaggio da Saranno Famosi ad Amici.
Ce lo comunicò la produzione a gennaio, informandoci che non avremmo più avuto il logo di Saranno Famosi. Non ci spiegarono il motivo, ma si capiva quale fosse. Ci rassicurarono che per noi non sarebbe cambiato nulla, se non la dicitura.
Tra le materie di quell’anno ricordo addirittura gare di calcetto agli ordini di Giuseppe Giannini e lezioni da un maestro vetraio.
Verissimo. Una volta venne persino Roberto Pruzzo. Disputammo a malapena una partita, credo con gli ex concorrenti dell’anno prima. Col vetraio Martino Vertova facemmo invece 3-4 lezioni, non di più. Avevano introdotto queste due materie didattiche, ma sinceramente non furono di grande importanza. Durarono poco.
Terminata la stagione partiste subito col Tim Tour.
Maria De Filippi ci informò che sarebbe partita questa manifestazione e che avrebbero potuto partecipare quasi tutti i ragazzi, compresi quelli eliminati anzitempo. Una volta terminato, prendemmo parte ad alcuni concerti di Gigi D’Alessio negli stadi. Poi arrivarono altre opportunità, tra pubblicità e ospitate varie.
L’anno successivo approdasti a Buona Domenica.
Ci chiamarono a colloquio uno ad uno proponendoci il contratto annuale. Chi voleva poteva percorrere quella strada. Rimasi fino a quando Costanzo non mollò il programma, nel 2006.
Hai quindi toccato con mano i mitologici capodanni registrati.
Sì (ride, ndr). Registravamo qualche giorno prima, si fingeva di festeggiare. Era anormale, ma quelle erano le direttive e ci si adattava. In fondo, non era una novità.
La scia della popolarità per quanto tempo si prolungò?
Facemmo la pubblicità della Tesmed. Inoltre, si parlò di un film assieme a Stefania Sandrelli, ma non ne seppi più nulla. Così come per lo spot di Poste Italiane. Ero in lizza con Enrico Pittari, ma alla fine scelsero altri ragazzi. L’effetto Amici si estese per 4-5 anni. Dopo Buona Domenica non feci più niente in tv, un po’ anche per mia volontà. Mi sono dedicato al teatro e ovviamente a livello economico si è ridimensionato tutto.
Con Amici e tutto quello che arrivò dopo guadagnasti bene?
Sotto quel profilo fu tutto più vantaggioso, non posso negarlo. Ad ogni modo, mantenni uno stile di vita equilibrato. Abitavo a Roma ed ero in affitto e i prezzi erano abbastanza cari. 900-1000 euro se ne andavano solo per quello. Insomma, le spese c’erano.
Le serate in discoteca aiutarono ad arrotondare?
Le occasioni non mancarono, ma non furono tantissime. Avrei potuto fare di più, anche se in certi casi devi avere un buon agente che ti sappia spingere. Lo ebbi all’inizio, poi vedendo che le cose non andavano cominciai a cambiarli in continuazione. Cercavo un agente che mi indirizzasse, che mi consigliasse, perché in un mondo che non conosci come quello dello spettacolo è difficile muoversi. Comunque non guadagnai cifre astronomiche, il boom c’era stato l’anno prima. I ragazzi della prima edizione viaggiavano a prezzi molto più alti dei nostri.
Eri adorato dalle ragazzine, non puoi negarlo.
E anche dalle signore, alcune potevano essere addirittura mie nonne. Questo aspetto mi ha sempre imbarazzato. Non ero uno che amava farsi notare. Anzi, cercavo di nascondermi. Sono timido, spesso mi chiedevo il motivo di tutto quel casino per me.
Al netto della televisione, l’esperienza di Amici ti spalancò le porte o rappresentò un ostacolo?
Terminato il talent volevo tornare alla danza classica in teatro, ma non sono più riuscito a rientrare. Il teatro mi ha dato tanto e al contempo tolto molto. Non so se ci fosse di mezzo il pregiudizio. Nelle graduatorie trovavo sempre persone più avanti a me. E’ innegabile che a quei tempi non veniva ben visto di buon occhio il passaggio dalla tv al teatro. In tal senso non ho mai ottenuto una risposta, però penso che un ritorno me lo potessi meritare.
Hai tuttavia continuato a ballare.
Ho smesso nel 2020 per via della pandemia che portò alla chiusura dei teatri. Partecipavo a delle operette con una compagnia. Una volta arrivato il covid ho capito che forse era meglio guardarsi in giro e trovare dell’altro. Mi sarebbe piaciuto proseguire, ma mi rendevo conto di quale fosse la mia reale situazione. E’ stata una riflessione lunga.
Ad influire fu anche l’età?
La durata di un ballerino è moderata. Verso i 40-42 anni o ti trasformi in un docente, o apri una scuola. Anche se ti mantieni bene, ad un certo punto il fisico ti chiede di mollare. Ma non ho rimpianti, non mi posso lamentare. Ho fatto il mio percorso al massimo.
Oggi di cosa ti occupi?
Lavoro nell’autonoleggio di una grande società che ha grandi filiali in tutta Italia. Sono uno station manager e mi occupo del noleggio di macchine nel breve e medio termine. Sul fronte della vita privata sono fidanzato e convivo con la mia ragazza.
Sei rimasto in contatto con i ragazzi di Amici?
Abbiamo un gruppo WhatsApp. Ci mandiamo qualche messaggio sporadico, o gli auguri di compleanno.
E la trasmissione la guardi?
Qualche volta, con la mia compagna. Più che altro guardiamo le fasi finali. La trasmissione è totalmente diversa da quella a cui partecipai io. Senza contare che allora non c’era la grande spinta dei social. Non avevamo tutte le opportunità che al contrario hanno oggi sia i ballerini che i cantanti, con quest’ultimi che possono sfruttare il canale di Sanremo.
Avresti desiderio di rientrare nel mondo dello spettacolo?
Quattro-cinque anni fa mi sarebbe piaciuto. Mi era venuta la fissa dell’Isola dei Famosi, avevo questa ambizione, adesso mi è passata. Non ci sarebbe il motivo per cui dovrebbero venire a cercarmi, non sono nemmeno un tipo social e in vista. Perché dovrebbero contattare proprio me? In ogni caso, mai dire mai.