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Micaela Palmieri a TvBlog: “A Tg1 Mattina ho un grande maestro: Filippo Gaudenzi. Chiocci? Non ci conoscevamo, è stato coraggioso”

Micaela Palmieri sta conducendo, in alternanza con Maria Soave, la nuova edizione di Tg1 Mattina. TvBlog ha intervistato la giornalista

23 Ottobre 2023 19:28

Giornalista professionista dal 2004, Micaela Palmieri arriva in Rai nello stesso anno, alla conduzione di Quello che… Regioni. Il programma ricadeva sotto la direzione di Rai Parlamento e andava in onda da Milano, dove la giornalista aveva fino a quel momento lavorato. Il trasferimento a Roma, infatti, avviene nel 2013, quando la trasmissione milanese viene chiusa. Dopo un’iniziale permanenza a Rai Parlamento, compie il grande salto passando nella redazione del Tg1, dove arriva sotto la direzione di Mario Orfeo. Oggi, dopo essere diventata stabilmente una giornalista Rai, Micaela Palmieri conduce Tg1 Mattina, alternandosi con Maria Soave.

I tuoi studi universitari sono stati in giurisprudenza. Avevi già individuato prima di questi studi che il giornalismo sarebbe stata la tua strada o lo hai scoperto solo in seguito?

Sin da piccola avevo la passione per la scrittura. Mio nonno in particolare mi spingeva a coltivare la passione per il giornalismo, che era nata in me dalla lettura dei quotidiani che mio padre comprava, come fa tuttora. Ho fatto giurisprudenza perché ad un certo punto ho accarezzato anche l’idea di fare il magistrato. Avevo vari interessi, però facendo giurisprudenza ho capito che quella non era la strada che volevo intraprendere. Ai tempi dell’università così ho iniziato a fare giornalismo lavorando in una radio.

La tua gavetta è stata a Telelombardia. Più volte l’hai descritta come un’esperienza formativa e una necessaria palestra. Ci sono stati però anche aspetti negativi durante la tua gavetta in questa tv locale?

Di aspetti negativi a Telelombardia non ne ho trovati. L’ambiente nel quale ho lavorato non era “provinciale” e, anche facendo un raffronto con quello che ho trovato in seguito in Rai, Telelombardia non aveva quasi niente da invidiare a una realtà nazionale. Venivano affrontate un sacco di tematiche, non solo quelle legate al contesto regionale. Questo però non so se riguarda tutte le tv regionali.

Come arrivi in Rai?

Ho iniziato facendo un’assessment per capire se potevo entrare in Rai. Questa prova era a Milano, sotto la direzione di Rai Parlamento, per un programma in onda su Rai 2 dal titolo Quello che… Regioni. Inizialmente facevo solo dei servizi, poi con l’arrivo di Clemente Mimun alla direzione di Rai Parlamento mi è stata affidata la conduzione, anche se ero ancora precaria.

Da lì come sei arrivata poi al Tg1?

Rimasi precaria ancora per diversi anni, avendo dei contratti da nove mesi che integravo con le sostituzioni estive al TgR Lombardia. Quando nel 2013 il programma venne chiuso, mi dovetti trasferire a Roma e lì dopo poco Mario Orfeo mi chiamò al Tg1. Ci conoscevamo, infatti, dai tempi di Telelombardia e mi aveva promesso che mi avrebbe preso se fosse arrivato alla direzione del Tg1.

Al Tg1 ora hai l’opportunità di condurre Tg1 Mattina. Come è nata e come hai accolto questa opportunità di tornare alla conduzione di un programma e non più di un telegiornale?

È stata un’opportunità che ho accolto con grande felicità perché ho sempre sperato di tornare un po’ alle mie radici e quindi di tornare a condurre un programma. Il tg mi è servito sia per le interviste che per la conduzione. Certo, a Tg1 Mattina sei più libero ed è tutto sotto la tua responsabilità. Sono grata a Gian Marco Chiocci per quest’opportunità. Lui è stato molto coraggioso nell’affidarmi la conduzione.

Vi conoscevate già?

No, non ci conoscevamo. Lui ha visto la mia conduzione al tg e i miei servizi per la redazione società. Ha apprezzato il mio lavoro e mi ha dato questa opportunità.

Ti piacerebbe ora rimanere alla conduzione di programmi informativi, slegata dunque dalla conduzione del telegiornale?

Mi piacerebbe sicuramente. Devo dire che a me piace anche condurre il tg, però condurre una trasmissione è sicuramente un’altra cosa. Dal mio punto di vista è sempre bello cambiare.

Tg1 Mattina quest’anno ha un’impostazione che sembra lasciare poco spazio all’individualità del conduttore. Percepisci il tuo ruolo come limitato rispetto all’impostazione stessa del programma?

Tg1 Mattina quest’anno è curato da Filippo Gaudenzi, che è un grande giornalista, che mi sta insegnando cose che fino ad ora non mi ha mai insegnato nessuno. È davvero un grande maestro. Questa impostazione che lui ha deciso di dare mi permette di sentire comunque la responsabilità del ruolo di conduttrice e di avere discrezionalità nel mio operato, perché Filippo mi lascia comunque sempre libera nel gestire la conduzione. È un capo davvero difficile da trovare.

La concorrenza nella fascia in cui andate in onda è importante, da Rai 3 a Canale 5, a cui, a breve, si aggiungerà Rai 2 con Fiorello. Come affrontate il capitolo ascolti e quanto questo influenza le vostre scelte, anche in ottica di possibili cambiamenti?

Dal primo giorno di questa edizione, ovvero dall’11 settembre, abbiamo sempre cercato di aggiustare il tiro, vedendo anche quello che ci convinceva di più o di meno. Siamo in una fascia in cui c’è una grandissima concorrenza, ma non abbiamo l’ossessione degli ascolti. Ovviamente li guardiamo e sono importanti. Non facciamo però la nostra trasmissione in relazione agli ascolti. Il nostro lavoro per ora rimane dettato esclusivamente dalla passione.

Una decina di anni fa, intervistata da Gigi Marzullo, sostenevi che ti sarebbe piaciuto vedere premiato il merito in tv. Questo nel tuo caso è avvenuto?

Sì, nel mio caso direi di sì. Dopo una gavetta molto lunga e dopo un lungo periodo di precariato, con tanto duro lavoro, dalle sveglie all’alba al telegiornale della notte, sono riuscita ad arrivare dove mi trovo oggi e spero in futuro di poter far anche altre cose. Nel mio caso, il merito lo vedo riconosciuto al 100%.

Delle tante persone che in questi anni hanno creduto professionalmente in te, a chi senti di dover dire il grazie più grande?

Devo moltissimo a Simonetta Faverio, che era la mia capa ai tempi di Regioni. Con lei siamo diventate anche amiche, oltre che colleghe. Le possibilità che mi ha dato sono state per me davvero importanti. Non posso poi non citare nuovamente Gian Marco Chiocci e Filippo Gaudenzi.