Miami Medical, la nuova serie di Jerry Bruckheimer su Joi
Dopo tanti crime (uno su tutti: “Csi” ed i vari spin-off), Jerry Bruckheimer ha deciso di produrre un medical drama, cercando di dargli un’impronta diversa rispetto alle altre serie che siamo abituati a vedere. E’ nato così “Miami Medical”, tredici episodi per la Cbs che andranno in onda da stasera alle 21 su Joi di
Dopo tanti crime (uno su tutti: “Csi” ed i vari spin-off), Jerry Bruckheimer ha deciso di produrre un medical drama, cercando di dargli un’impronta diversa rispetto alle altre serie che siamo abituati a vedere. E’ nato così “Miami Medical”, tredici episodi per la Cbs che andranno in onda da stasera alle 21 su Joi di Mediaset Premium.
La serie è stata creata da Jeffrey Lieber, uno dei co-creatori (insieme a J.J. Abrams e Damon Lindelof) di “Lost”. Qui, però, i misteri lasciano spazio all’adrenalina di un pronto soccorso di Miami, dove si succedono i feriti più gravi, vittime degli incidenti più terribili che avvengono in città.
Le cure sono affidate al team Alpha, gruppo di medici che deve saper gestire ogni emergenza senza perdere la calma, consapevole che ogni secondo che passa il paziente rischia di non farcela. E proprio sulla corsa contro il tempo e sulla cosiddetta “ora d’oro”, ovvero i 60 minuti che seguono l’incidente e che sono cruciali nella cura del ferito, si basa il ritmo con cui le storie vengono raccontare.
Miami Medical
I protagonisti sono a capo di Matthew Proctor (Jeremy Northam, Tommaso Moro in “The Tudors”), trasferitosi a Miami dopo un incidente. Insieme a lui, troviamo Eva (Lana Parrilla), che avrebbe dovuto prendere il posto poi affidato a Proctor; Chris (Mike Vogel), anche lui candidato alla guida del gruppo e di cui seguiremo le vicende legate al fratello Rick; Serena (Elisabeth Harnois, “Point Pleasant”) è invece la dottoressa con meno esperienza, mentre Tuck (Omar Gooding, fratello di Cuba Gooding, Jr.), è un infermiere, che riesce a dare supporto ai medici e non solo nei momenti più delicati.
Questi personaggi, per via del loro lavoro, sempre ad un bivio tra una scelta e l’altra, sembrano delle rockstar (è così che li definisce Tuck). L’intento della serie, infatti, è quello di realizzare un drama che non punti troppo sulla compassione ma che spinga i telespettatori ad identificarsi coi protagonisti come faremmo con un poliziotto che riesce sempre a catturare il colpevole della situazione.
Nel suo piccolo, “Miami Medical” ha provato a proporre una nuova idea di medical, cercando di attirare un pubblico giovane, in cerca di emozioni forti. La sua collocazione americana, però, non è stata molto utile: in onda il venerdì sera, lo show è partito con 7,5 milioni di telespettatori per scendere fino ai 5,8 dell’ultimo episodio, con un rating nella fascia 18-49 anni sempre sotto il 2.0. Un motivo, questo, che ha spinto la Cbs a non rinnovare la serie per una seconda stagione.