Mia figlia è una cheerleader, su Real Time ‘little Miss America’ crescono…
Mamme scatenate pronte a tutto perché la propria bambina diventi la cheerleader più bella e brava degli USA. Quando non si ha più l’età per essere una ‘little miss America’ bisogna reinventarsi un futuro, no?
C’è chi sogna di diventare cantante, attrice, magari ginnasta, ultimamente anche nuotatrice, ma da noi è difficile che qualche ragazzina ambisca al ruolo di cheerleader (o almeno per ora, visto che il Napoli Calcio le ha introdotte nel proprio organico aprendo nuove ‘prospettive’ di carriera al di là delle ‘ritrite’ veline’), ma ne abbiamo imparato il valore sociale in decenni di serie tv USA. Sappiamo bene quanto valga in termini di popolarità quella microdivisa con annessi pom-pom (o pon-pon, è uguale) per una teenagers cresciuta all’ombra dello Zio Sam: si entra nel gotha dei ‘vincenti’ (si pensi a Glee), si mostra a tutti il proprio potere e si certifica anche la propria forma fisica e la propria bellezza.
Ecco, questo è quel che appare in superficie e che viene da sempre raccontato nelle serie tv USA, ma a quanto pare ‘oltre le gambe c’è di più’: ce lo racconta il docu-reality Mia figlia è una cheerleader, in onda da oggi – 7 settembre – ogni sabato alle 12.30 su Real Time (DTT, 31; Sky, 124).
Così come Ginnaste – VIte parallele segue le atlete del Centro Tecnico Federale di Milano, Cheer Perfection (questo il titolo originale) ci porta a conoscere ragazze della Cheer Time Revolution di Sherwood (Arkansas), una vera e propria squadra di atlete acrobatiche allenate dalla campionessa Alisha Dunlap e pronte a tutto per dimostrarsi sempre le migliore degli States. Beh, non vi viene in mente Sue Sylvester? In realtà la situazione è ben peggiore…
La cosa terribile è che qui non abbiamo di fronte delle liceali competitive, in pieno delirio ormonale e in lotta per l’autodeterminazione del sé, ma un gruppetto di bambine di età compresa tra i 3 e i 14 anni che vanno avanti a forza di prove, salti, allenamenti e sgridate generosamente concesse (con qualche zuccherino) dall’allenatrice e dalle loro stesse mamme. In fondo sono proprio loro le protagoniste di questa serie (che sulla carta si presenta ai limiti della patria potestà) con la loro voglia di emergere, di fare delle proprie figlie delle star, di metterle sotto pressione perché siano le migliori.
Non a caso molte delle bimbe protagoniste sono apparse in Little Miss America, in primis la coach Alisha Dunlap con le sue due figlie, Cambree and Cassadee: la deformazione è quella. Dopo aver fatto sfilare creature di pochissimi anni come fenomeni da baraccone ora tentano la via del cheerleadering professionistico, per approdare magari alla corte di qualche rinomato team di basket o di football e così ‘sistemarsi’, magari anche con un iperpagato atleta.
Non che da noi non ci siano fenomeni del genere, anzi: tra piccoli calciatori e veline in erba c’è di che rabbrividire. Negli Usa però sono decisamente dei professionisti, anche nel ‘tormentare’ i propri figli (e poi ci si meraviglia di programmi come ‘Io e la mia ossessione’…).
In ogni caso si parte oggi con la prima delle otto puntate della prima stagione, trasmessa negli USA lo scorso dicembre; la seconda stagione, di altre otto puntate, ha debuttato in patria qualche giorno fa. Per chi vuole, l’appuntamento è per le 12.30 il sabato su Real Time.