Home Netflix Mercoledì, per Netflix gli Addams devono fare spazio al solito mystery teen drama: la recensione

Mercoledì, per Netflix gli Addams devono fare spazio al solito mystery teen drama: la recensione

C’è poco, purtroppo, degli Addams, in questa rivisitazione che vede anche Tim Burton coinvolto

23 Novembre 2022 12:32

No, non è il ritorno della Famiglia Addams così come ce la ricordavamo. Piuttosto, Mercoledì, la nuova serie tv di Netflix che vede lo zampino niente meno che di Tim Burton alla regia dei primi quattro episodi, è uno spin-off che ci acchiappa con il pretesto di rivedere gli Addams in azione, ma che poi lentamente ci trascina dentro un’altra storia che, ahinoi, della famiglia più macabra della storia della tv, del cinema e dei fumetti ha ben poco.

Mercoledì Netflix, la recensione

Ma dove sono gli Addams?

https://www.youtube.com/watch?v=Ajsh20j5GD0&t=1s

Partiamo dalla primissima consapevolezza che dovete avere se vi metterete alla visione di questa serie: la Famiglia Addams in Mercoledì non è assolutamente presente tanto quanto avremmo sperato, se non nella figura della protagonista che dà il titolo alla serie e in quella di Mano (qui “interpretata” da Victor Dorobantu).

Il resto della famiglia si riduce a semplice guest-star in un paio di puntate: in particolare la prima e la quinta. Catherine Zeta-Jones e Luis Guzmàn, che danno volto a Morticia e Gomez Addams, diventano così personaggi quasi superflui per un racconto che cerca di coinvolgerli -soprattutto la madre di Mercoledì- dentro una sottotrama che dona alla protagonista degli inediti poteri psichici.

Anche di Mercoledì c’è il mistery teen drama

E arriviamo così al secondo punto della nostra riflessione: Mercoledì si allontana dal genere dark comedy che avremmo sperato di rivedere. D’altra parte, se dici Addams dici commedia nera, pensi a battute taglienti e spiazzanti e immagini situazioni macabre che diventano ironicamente assurde solo grazie ai personaggi creati da Charles Addams.

E invece no: Mercoledì si rivela da subito il solito mistery teen drama a tinte sovrannaturali, un po’ alla Riverdale, ma con il budget di Netflix. Girato in Romania, con il castello di Cantacuzino scelto per diventare sede della Nevermore Academy, Mercoledì spicca per le scelte di location e costumi, ma non basta a convincerci dell’originalità del progetto.

La prima stagione della serie diventa così un racconto che, ancora una volta, guarda soprattutto agli adolescenti ed in generale al pubblico giovane, con il solito gruppo di amici che pian piano si forma per contrastare un nemico e risolvere un mistero, con la protagonista che da outsider ne diventa leader. Il tutto, ambientato un una scuole dove tutti sono “reietti” per vie delle loro particolari doti fisiche: anche qui, il messaggio che siamo tutti diversi e che la normalità non esiste, per quanto nobile, non ci offre nulla di nuovo.

Meno male che c’è Jenna!

Mercoledì Netflix foto
© Netflix

Abbiamo già detto che la serie si basa quasi esclusivamente su un componente degli Addams, ovvero Mercoledì. E qui va dato atto a Netflix di aver azzeccato la giusta interprete: Jenna Ortega ci offre una Mercoledì che evita di scivolare nella macchietta ma che mostra anche un lato umano all’occorrenza (vediamo anche delle lacrime scendere sul suo volto!).

La sua versione di Mercoledì, seppure più addolcita per esigenze di sceneggiatura, riesce a tenere testa alla mitica interpretazione di Christina Ricci (presente anche nella serie, ma ovviamente con un altro ruolo) nei due film degli anni Novanta. Anche per questo spiace che Alfred Gough e Miles Millar non abbiamo spinto un po’ su quella Mercoledì che ci ricordavamo, più sadica anche a fatti e non a parole, capace di farci inquietare ma anche sorridere ascoltandola demolire i suoi interlocutori.

Mercoledì Netflix, recensione: poteva andare meglio

© Netflix

In definitiva questo ritorno -parziale- degli Addams sul piccolo schermo è al servizio della piattaforma e non dei personaggi. Che per la loro iconicità avrebbero meritato di essere maneggiati con più rispetto del loro passato. La scelta, comprensibile, è stata invece quella di sfruttare un vero e proprio marchio, quello degli Addams, appunto, per mettere nella rete un pubblico che si ritrova davanti a qualcosa che, forse, anche la stessa Mercoledì criticherebbe.

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