Mentor: Riaccendiamo il talent show ribaltando i ruoli?
Nuovi format e nuove idee nella frontiera dei talent show televisivi.
Coach che ingaggiano giovani cantanti per formare squadre e per tentare di vincere il programma, su questo si basano, in linea di massima i talent show della nostra televisione. Se da una parte per esempio ad X Factor lo si fa vedendoli, da un’altra parte, cioè in The Voice lo si fa al buio, fino a Rising stars in cui le esibizioni dei concorrenti vengono giudicate direttamente dal popolo web. Ma se in qualche modo ribaltassimo i ruoli che succederebbe?
Parte da questa piccola e semplice intuizione l’idea centrale di Mentor, in cui la figura del coach viene messa in discussione. E’ infatti il pubblico ad assegnare i giovani cantanti al coach di turno, che poi dovrà curarne stile ed esibizione. Dopo una settimana in cui il coach avrà “allenato” il proprio pupillo, nel corso della puntata della trasmissione e dopo che il ragazzo si sarà esibito, il pubblico giudicherà il coach, che nel caso potrà essere quindi eliminato.
In Mentor dunque, sarebbe il coach ad essere eliminato dal programma e non il concorrente-cantante. Un pochino come succede nel calcio, quando spesso e volentieri è l’allenatore a dover lasciare la squadra, piuttosto che il calciatore. Un piacevole e sottile gioco quello del pubblico, rispetto a tutti gli altri talent che vedono i coach-giudici inamovibili sulle loro poltrone, girevoli o no. Certo questo programma avrebbe bisogno di una disponibilità da parte di personaggi del mondo della canzone a mettersi in gioco nel ruolo di coach e a correre il rischio di essere eliminati, facendo quindi una brutta figura.
Ma siamo certi che il pubblico televisivo sarebbe molto felice finalmente di giudicare anche i giudici, dopo aver giudicato per tanto tempo i giovani concorrenti di questi talent show.