Medicina generale, dal 25 febbraio su Raiuno
In tempi di exploit del medical drama (quello di qualità) e di flop riportato da surrogati del settore, su Raiuno sta per partire la sfida più grande: il telefilm ospedaliero all’italiana nel prime time della domenica sera. Dalla prossima settimana, a competere con gli Amici di Maria sarà un prodotto a lunga serialità che vorrebbe
In tempi di exploit del medical drama (quello di qualità) e di flop riportato da surrogati del settore, su Raiuno sta per partire la sfida più grande: il telefilm ospedaliero all’italiana nel prime time della domenica sera.
Dalla prossima settimana, a competere con gli Amici di Maria sarà un prodotto a lunga serialità che vorrebbe sperimentare i linguaggi della fiction americana in una rete ammiraglia di stampo tradizionale.
Si tratta di Medicina Generale, una produzione Rai Fiction realizzata da Roberto Sessa e Enzo Tarquini per Grundy Italia. Come riportato sul sito ufficiale:
Racconta la vita di un gruppo di medici e di infermieri del Reparto di Medicina di un grande ospedale di Roma. Non eroi infallibili, ma uomini e donne, con le loro abilità, le loro incertezze; il loro coraggio e le loro meschinità, piccole e grandi che siano. E con i loro errori. Umani e professionali.
Il cast non è tra i più patinati (ma di questi tempi neanche Sebastiano Somma è una garanzia con il camice addosso): si staglia come protagonista una brava attrice come Nicole Grimaudo, reduce da grandi fiction come Ris, Il bell’Antonio e Bartali, un volto nuovo (il classico belloccio) come Andrea Di Stefano, i soliti comprimari come Francesca Reggiani e Antonello Fassari e un professionista spesso sottovalutato come Marco Giallini (tra gli ultimi lavori si segnala Buttafuori).
Ora, provando a fare una diagnosi della patologia complessiva, Medicina Generale è la sfida italiana a gioiellini d’importazione come Er – Medici in prima linea e Grey’s Anatomy. A lanciarla è una rete che ci ha abituati negli ultimi anni a Una donna per amico e Un medico in famiglia, con un risvolto ospedaliero decisamente irrisorio.
In più la mia collega Debora mi segnala di aver colto delle innegabili somiglianze tra il logo della serie in questione, già visibile nei promo, e quello di Er (per la serie, mettiamo subito le mani avanti).
Il pubblico giovanile e ormai drogato dal venerdì Doc di Italia1 riuscirà a fidelizzarsi e appassionarsi a una medical story tutta nostrana?