Mediaset, Piersilvio Berlusconi: “Italia 1? Intrattenimento autoprodotto. Rete 4? Come La 7 ma più popolare. Canale 5? Qualità e modernità”
Il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi intervistato da La Stampa annuncia una rivoluzione di Mediaset a partire dal 2013.
“Il 2013 sarà l’anno zero della nuova Mediaset”. Con queste parole Piersilvio Berlusconi in una lunga intervista rilasciata al quotidiano La stampa ha annunciato “una sorta di rivoluzione” per il Biscione, nel quale riveste il ruolo di vice-presidente. Il tutto a pochi giorni dalla presentazione del bilancio che per la prima volta nella sua storia vedrà Mediaset in rosso.
Berlusconi, però, non è parso particolarmente preoccupato e si è detto sicuro che il passivo di circa 45 milioni di euro dipende “totalmente dalla situazione economica, dalla crisi devastante”:
Noi viviamo di pubblicità e il mercato pubblicitario in Italia è passato da 9 miliardi a 7 in soli due anni. Sono scomparsi 2 miliardi.
Che ci sia anche un po’ di stanchezza della tv generalista? Assolutamente no per Berlusconi, che ha spiegato:
E’ l’unica che riesce a coinvolgere l’intero Paese, anche sui social network è al centro dell’attenzione. E, crisi a parte, ha ancora una grande forza in termini di ricavi e utili. Assieme a Internet, che però ha un’offerta iper-frammentata, la tv sarà l’unico mezzo a crescere ancora: i contenuti video sono già in grado di vivere sulle nuove piattaforme digitali.
E dunque per far fronte alla crisi il Biscione è intervenuto con un “piano di trasformazione strutturale”, che significa tagli. Ma guai a parlare di licenziamenti:
Dopo tante iniziative di sviluppo, possiamo razionalizzare. In 3 anni, Mediaset costerà 450 milioni in meno all’anno rispetto al 2011. Abbiamo agito su tutto: strutture, costo dei diritti, dei programmi, degli studi, delle star. E’ stata dura ottenere efficienza ovunque ma ci stiamo riuscendo: per esempio le nuove fiction, a parità di qualità, costeranno il 30% in meno a serata. (…)
Nessun licenziamento. Abbiamo fatto di tutto per non toccare l’occupazione. Parliamo al massimo di prepensionamenti e collaborazioni. E con l’accorpamento di alcuni settori da Roma a Milano, alcuni dipendenti hanno preferito non trasferirsi e negoziare soluzioni concordate con il sindacato. I nostri piani non prevedono esuberi di personale. E, me lo lasci dire, ne sono orgoglioso.
Nel ridimensionamento dei costi sono incluse anche le retribuzioni dei top manager, la cui parte variabile (il 30% del totale) “da un paio di esercizi non viene erogata”. La rivoluzione annunciata da Piersilvio riguarda anche il modello culturale Grande Fratello nell’ultimo decennio seguito da Mediaset?
Il nostro modello culturale è la modernità. E il Grande Fratello, rinnovato, resta eccome. Abbiamo programmato questa evoluzione partendo da un dato di fatto. La concorrenza continua a crescere: un rapporto del Consiglio d’Europa ha appena stabilito che l’Italia è primo Paese europeo per numero di reti. Il 90% di questi canali vive di film, telefilm e programmi tradotti, mentre noi vogliamo che le nostre reti generaliste offrano sempre più prodotti italiani ed esclusivi, unici in questo panorama affollato
Insomma, i telefilm e le serie tv si spostano verso il digitale mentre “per le generaliste saremo molto selettivi, per avere più prodotti esclusivi, ma a costi adeguati al mercato di oggi”. Così si punterà su “prodotti destinati a diventare eventi collettivi, intesi non solo come lo show di Celentano, ma come programmi in diretta – pensi ad Amici – che diventano un appuntamento irrinunciabile per gli spettatori tv e di interazione sul web”. Vediamo allora nel dettaglio il futuro prossimo delle tre reti generaliste, preannunciato da Berlusconi.
Italia 1 – Piersilvio Berlusconi
Partiamo da Italia 1. Punteremo con decisione sull’intrattenimento autoprodotto. Per intenderci a programmi tipo Le Iene, Colorado, Wild… Ma oseremo anche con prodotti meno sicuri sul piano degli ascolti pur di sperimentare nuovi linguaggi.
Rete 4 – Piersilvio Berlusconi
Berlusconi ha definito Rete 4 “una La7 più popolare, meno radical-chic e soprattutto con costi sostenibili”:
Sarà sempre più ricca di informazione, talk show e approfondimenti. Primo passo: dopo Quarto grado e Quinta colonna arriverà un altro programma di attualità in prima serata.
Canale 5 – Piersilvio Berlusconi
Canale 5 è già molto forte, leader assoluta nel target commerciale. E’ la rete delle giovani famiglie. Puntiamo a mantenere elevato il tasso di qualità, quantità e modernità. Sarebbe ideale avere costantemente una settimana con 4 prime serate di intrattenimento e 2 o 3 di fiction italiana.
Pay Tv – Piersilvio Berlusconi
Berlusconi ha smentito le voci sulle difficoltà di Premium, rivendicando anzi il fatto che mentre Sky “vede ridursi gli abbonati” Premium è stabile a quota 2 milioni. Senza dimenticare che la pay-tv di Mediaset “è la rampa di lancio ideale per i nuovi modelli di fruizione dei contenuti video pregiati” come l’on-demand. E poi:
Ora stiamo lavorando a un nuovo progetto, “Infinity”, che offrirà appunto un’infinità di contenuti on demand visibili con la massima flessibilità commerciale su tutti i device collegabili a Internet, dalle smart-tv ai tablet alle console di videogiochi. Per intenderci, una Netflix italiana.
Infine, la politica. Il possibile approdo del Pd al governo spaventa i vertici di Mediaset? La risposta è di veltroniana memoria: ‘no, ma anche sì’
Separiamo la politica dall’azienda. Oggi l’astio degli avversari politici nei confronti di mio padre fa impressione. E la paura che questa ostilità possa estendersi a Mediaset può venire. Ma alla fine non credo sia interesse di nessuno distruggere Mediaset indebolendo ulteriormente il sistema industriale ed editoriale italiano