Mediaset e Sky alla guerra contro la tv svizzera sulla trasmissione della Serie A
Il fatto è noto a molti italiani che abitano a ridosso del confine svizzero, in particolare in provincia di Como ed in altre zone nord della Lombardia: con una semplice antenna è possibile ricevere le trasmissioni di TSI (Televisione svizzera di lingua italiana). Il vantaggio più evidente per questi “fortunati” cittadini italiani è di poter
Il fatto è noto a molti italiani che abitano a ridosso del confine svizzero, in particolare in provincia di Como ed in altre zone nord della Lombardia: con una semplice antenna è possibile ricevere le trasmissioni di TSI (Televisione svizzera di lingua italiana). Il vantaggio più evidente per questi “fortunati” cittadini italiani è di poter godere, a titolo completamente gratuito, della visione del tradizionale posticipo domenicale del Campionato di Serie A e di altri eventi sportivi (come la Champion’s League) che nel nostro paese sono appannaggio delle offerte pay di Mediaset Premium e Sky.
Non si tratta certamente di una novità, bensì di una “tradizione consolidata”, ma i due operatori televisivi italiani hanno deciso di porre un freno a questa situazione diffidando TSI dalla trasmissione delle partite, una minaccia che ha indotto prudenzialmente gli svizzeri a sospendere la messa in onda del posticipo di domenica scorsa Roma – Inter. La questione rivela un evidente paradosso: la RTSI (Radiotelevisione svizzera di lingua italiana) ha regolarmente acquistato i diritti tv per le partite da Media Partners (l’agenzia che gestisce per la Lega Calcio i diritti della Serie A nei mercati esteri).
Allo stesso tempo Mediaset Premium e Sky hanno le loro ragioni per protestare visto che la ricezione sul territorio italiano delle partite danneggia la sottoscrizione delle loro offerte nelle zone della Lombardia raggiunte dal segnale di TSI. Come si potrà concludere questa vicenda? Gli svizzeri sono convinti di avere le carte in regola e intendono ricominciare al più presto a trasmettere i match della Serie A.
Queste le chiarissime parole di Andreas Wyden, Responsabile del Dipartimento dello sport della Rtsi:
Noi abbiamo firmato un regolare contratto e pagato i diritti. Della vicenda ora si sta occupando il nostro ufficio legale. L’augurio è che si giunga a una soluzione positiva della questione e che si risolva questo problema che è stato posto da Sky e Mediaset. Esistono convenzioni europee ben precise che riguardano la potenza di ogni ripetitore, in particolare di quelli vicini ai confini degli Stati e in ogni caso per compiere questa opera deve essere presa una decisione dal governo svizzero. Noi non possiamo fare nulla. Ma soprattutto la Tsi ha il diritto di tutelare tutti i cittadini svizzeri. Quindi è giusto che il nostro segnale raggiunga tutti. Non possiamo pensare all’ipotesi di depotenziare il segnale e quindi di togliere anche a una sola persona del nostro Paese la possibilità di seguire le trasmissioni della Tsi.
Risulta difficile dargli torto, vista anche la natura “free” di TSI che, seppur trasmetta in DTT, impedisce (escludendo la possibilità di ingenti investimenti) di criptare in qualche modo il segnale per impedire ai cittadini italiani di vedere contenuti che in Italia sono di proprietà delle pay tv.