Home Notizie Mean Tweets contro il bullismo: non è tv. Ma dovrebbe diventarlo (Video)

Mean Tweets contro il bullismo: non è tv. Ma dovrebbe diventarlo (Video)

Ragazzini vittime di cyberbullismo leggono cattivissimi tweet scritti per loro. Un’idea che merita la promozione in tv?

di grazias
pubblicato 16 Marzo 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 17:19

Funziona così: il Canadian Safe School Network ha dato vita ad un’iniziativa interessante contro il (cyber)bullismo e noi vogliamo scriverne nella speranza che qualcuno, chiunque ci legga, colga la bontà di questo esperimento e, magari, lo porti in tv, quella stessa tv che per rispondere alle insicurezze dei ragazzini chiama in soccorso, al massimo, Belen Rodriguez. Sì, siamo degli inguaribili ottimisti. Utopiche dichiarazioni di intenti a parte, il video in apertura dice tutto. Ma già che ci siamo, ve lo raccontiamo.

In America c’è un tale, si chiama Jimmy Kimmel, che ha il pallino di far leggere i tweet più cattivi sui vip agli stessi vip cui sono indirizzati. Tutto questo durante il suo show. Da Britney Spears a Barack Obama, tutti ma proprio tutti sono passati da questa graticola social a favor di telecamera. Senza avere diritto di replica. Mean Tweets. Grasse risate. Bene, bravi, bis.

Il già citato Canadian Safe School Network ha avuto un’idea tanto semplice quanto geniale: far leggere ai ragazzini vittime di bullismo i cinguettii più spietati che gli adorabili compagni di classe hanno twittato per loro con tanta giovanile acrimonia. E il risultato è che, a parte qualche picco di insulto creativo, nessuno di quei tweet fa ridere. Davvero. Proprio per niente.

Se avete settantatré secondi liberi (e non prendiamoci in giro, li avete) date un’occhiata al video in apertura. Le facce dei ragazzini bersagliati da frasi tipo Tu non piaci a nessuno, facci un favore: ucciditi farebbero passare la voglia di ridere al più meschino degli umoristi dodicenni. E il tutto, ribadiamolo, in soli settantatré secondi.

In Italia si è cominciato a percepire come questa idea dei Mean Tweets possa essere buona. I quattro, pardon cinque, coach di The Voice si sono già sottoposti alla lettura di cinguettii molesti davanti alle telecamere ma hanno replicato ad ogni battutaccia da par loro, vanificando così, almeno in parte, quello che è lo spirito della geniale trovata di Kimmel.

Dopo il disastroso esperimento di Come mi vorrei, il Plain Jane di Italia 1 sciaguratamente affidato a Belen Rodriguez, di (cyber)bullismo in tv si è parlato bene a X Factor con tutti i giudici schierati contro la meschinità di queste stupide offese ai più deboli. Sulla generalista, ora come ora, troviamo un programma che si occupa di esperimenti sociali, Fattore Umano, già promosso a pieni voti da noi di TvBlog. Perfino da Lord Lucas, nientemeno.

Una rubrica di questo tipo potrebbe essere interessante al punto da non meritarsi di restare confinata nei meandri del web. Per fare qualcosa di buono, veramente buono, non servono volti noti. Bastano le facce di chi forse noto non lo sarà mai. Ma che un giorno potrà raccontare di essere, a suo modo, un sopravvissuto.

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