Max Giusti a TvBlog: “Boss in incognito? Mi piace, ma non mi basta. Mi fido della Rai…”
Max Giusti: a TvBlog “Boss in Incognito non mi basta, vorrei fare altro e non diventare l’ospite dei programmi degli altri”
“Prima di rifarlo dovremo aspettare un po’ di tempo, un anno, un anno e mezzo“. Lo aveva detto Max Giusti a maggio scorso a TvBlog, presentando la settima stagione de Il Boss in incognito. E invece, il docu-reality torna su Rai2 già da lunedì prossimo, con cinque nuove puntate condotte per la terza edizione di seguito dal popolare attore romano:
Già dopo la terza puntata della scorsa edizione ci hanno chiesto di farne un’altra, perché il programma è andato meglio di quanto ci si aspettasse. La media (quasi il 9% di share, il più alto in assoluto per la trasmissione, Ndr) è stata ottima. Si dice sempre che in tv si programma tutto, ma col cavolo! Se un titolo va bene, ti chiedono di rifarlo subito (ride, Ndr). Me l’hanno chiesto, non mi è dispiaciuto, ma il problema è stato inventarsi nuovi travestimenti in così poco tempo.
Come mai la scorsa edizione è andata così bene?
Il programma era stato fermo il tempo giusto ed è migliorato. Quando mi è stato proposto per la prima volta Boss in incognito io venivo da Pechino Express e avevo un grosso desiderio di lasciare il segno, ma non avevo un varietà in mano. E allora ho introdotto alcune idee. Mi sono sporcato le mani, sono entrato io stesso nella missione travestendomi o – ancora – ho abbandonato le carrellate col conduttore che presenta le storie e ho registrato i lanci solo in fabbrica. E poi il regista, Alberto Di Pasquale, è bravissimo: noi entriamo nelle fabbriche con quattro camere e con poco tempo a disposizione. Tutto questo ha reso il programma meno ripetitivo e il racconto più docu.
Come sono le nuove puntate?
Il prodotto è buono, ci sono dei colpi di scena, l’edizione sarà meno liturgica rispetto alle altre. I primi minuti sono sempre quelli fondamentali. Boss in Incognito è un programma molto bello, ma le serie non devono superare i sei appuntamenti. L’edizione che parte lunedì a me piace, poi non so come andrà: andare in onda a maggio-giugno è diverso rispetto che a gennaio, con grossi competitor.
La scelta dell’aziende è decisiva per la riuscita delle puntate.
Non è facile trovare un’azienda giusta con belle storie. Non è un lavoro facile neanche per me, le prime puntate le ho registrate mentre ero in scena al Sistina con Il Marchese del Grillo, che per un attore romano è il massimo dell’emozione. In teatro ero quello del ‘io so io e voi non siete un caxxo’, in tv dovevo praticamente nascondermi, fare un passo indietro, lavorare di sottrazione, lasciando che i lavoratori si confidassero con me raccontando le loro storie. È stata una bella prova di umiltà per me, il mio ego è diventato piccolo piccolo.
Boss in incognito è uno spot per le aziende. Cosa rispondi a questa annotazione critica?
L’importante è non ‘smarchettare’. È normale che un’azienda che accetta di partecipare abbia voglia di presentarsi bene davanti alle telecamere; nelle puntate pronunciamo il nome dell’azienda, ma poi quando indosso la divisa aziendale il nome del brand viene blerato… sono regole ben precise, perché il programma non prevede un accordo commerciale con le aziende. Se io fossi un imprenditore, un programma come Boss in incognito lo farei domani mattina. È vero che alla fine quello che conta sono le storie, ma sarebbe bello entrare anche in aziende molto grandi…
Tipo la Rai?
(ride, Ndr). Mi piacerebbe da morire.
A proposito di Rai, nell’intervista di maggio scorso spiegasti: “Per il mio futuro tv sarà molto importante questo nuovo ciclo di puntate di Boss in Incognito. Con la Rai ci siamo detti che su Rai2 c’è posto per me, ma bisogna andare per step. Dopo Boss in Incognito il percorso verrà naturale”. Boss in Incognito è andato bene, i mesi sono passati e…
Mi ritrovi ancora a Boss in Incognito, lo so (ride, Ndr). La verità è che da quando sono tornato in Rai, non ho mai sentito così tanta molta fiducia nei miei confronti- Sono sereno, il problema è trovare spazio nel palinsesto con qualcosa di carino. Il mercato è in continua evoluzione, di qualcosa ho parlato con il direttore dell’intrattenimento (Stefano Coletta, Ndr). C’è da considerare anche il discorso di budget, che magari a stagione in corso può subire riduzioni.
Osservo che ormai Max Giusti è (nuovamente) considerato un volto di rete, chiamato come ospite nelle altre trasmissioni di Rai2, da Stasera è tutto possibile a Boomerissima.
Sono sincero: Boss in incognito non mi basta. Vorrei fare anche altro. Sto aspettando il mio giro, non mi piace lamentarmi. So bene che alla fine tutti aspettano i dati Auditel: se il programma va bene siamo geniali, se va male siamo delle pippe. Io sono pronto. E, a quasi 54 anni, mi sento molto in forma. Mi chiamano a fare l’ospite e io ci vado volentieri, da De Martino mi diverto moltissimo. Ma io non voglio diventare l’ospite.
Negli ultimi tempi ti è capitato di dare un’occhiata a Tv8 e Nove, che hai frequentato nel recente passato con, tra gli altri, Boom e Guess my age?
Stanno andando fortissimo, Gabriele Corsi e Nicola Savino sono miei amici, a Nove e a Tv8 sono stato molto bene. Adesso è vero, sono da un anno in semi-panchina, vediamo se salgo… se no andrò da un’altra parte (ride, Ndr).
Boss in incognito è prodotto in collaborazione con Endemol Shine Italy, basato sul format Undercover Boss creato da Studio Lambert e licenziato da All3media International Limited. Il programma è scritto da Francesca Picozza (capo progetto), Alessia Eleuteri, Maria Grazia Giacente e Giuliano Rinaldi. La regia è di Alberto Di Pasquale. Produttore Rai Corrado Pacetti.