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Max e Hélène, il film-tv di Raiuno celebra la Giornata della memoria tra documenti e thriller

Max e Hélène, il film-tv di Raiuno, racconta un fatto realmente accaduto usando il genere del thriller, ma riuscendo a raccontare il desiderio di vendetta e di giustizia e ricordando le vittime dell’Olocausto

pubblicato 26 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:20

Il tema dell’Olocausto è sempre difficile da trattare, anche per un film-tv che cerca di non ripetere altre produzioni e che svia il racconto evitando la docufiction e passando al thriller. Max e Hélène, il film-tv di Raiuno, unisce due filoni ben distinti, ovvero il racconto tratto da una storia vera ed il thriller psicologico.

La vicenda dei due protagonisti, un ragazzo che prova a ritrovare una ragazza dopo essere stati divisi dai nazisti anni prima, è tratta dall’omonimo libro di Simon Wiesenthal e serve a ricordare le atrocità del nazismo. La sofferenza, la ricerca della donna ed il desiderio di vendetta rappresentano la rabbia che devono provocare documenti che testimoniano quel periodo storico.

Ma il film-tv non si limita a raccontare l’Olocausto, e va oltre: attraverso la ricerca di Wiesenthal (Ennio Fantastichini) dello stesso ufficiale che il ragazzo vuole uccidere, va in scena un thriller che mostra, da una parte, il desiderio di uccidere e di vendicarsi, e dall’altra il senso della giustizia anche per chi ha commesso reati imperdonabili.

La particolarità di Max e Hélène sta proprio nella capacità di aver inserito un’indagine all’interno di un racconto scritto per ricordare la Shoah: il rischio di ripetersi è stato evitato, anche se forse la centralità del senso del racconto si è sfocata. Unendo due generi diversi, si ottiene un film-tv che rispecchia senza esagerazioni il quadro storico che vuole raccontare, grazie ai flashback che rappresentano l’orrore al di fuori dei campi di concentramento, ed al tempo stesso evidenzia le ferite dei protagonisti.

Questo, ovviamente, riduce molto l’intensità che una sceneggiatura in un contesto di questo genere può avere, ma permette di avere a che fare con un racconto che non cerca scorciatoie per portare in tv l’Olocausto. Un obiettivo, però, il film-tv l’ha raggiunto: essere riuscito a mantenere nelle numerose scene la sensazione di necessità che racconti come questo possano essere visti da più persone possibili.


Max e Hélène