“Si è provato di tutto per tentare di far decollare un progetto che evidentemente non sta più nei limiti… In tv la misura esiste, anche nei reality. Dato che vengo ‘da lì’, posso permettermi di dire, anche contro me stesso, che a un certo punto bisogna dire basta. C’è una morale che va oltre… Perché deve essere sputtanato un uomo quando non c’è nessuna ragione per farlo? […] Massima stima nei confronti di Riccardo, un po’ meno per chi l’ha messo in una condizione del genere, perché conosco quei meccanismi lì e si è consapevoli quando si fanno queste cose di cosa può accadere…”
Così Mauro Coruzzi ha commentato l’operazione Corona – Fogli a L’Isola dei Famosi nel corso della puntata di Italia Sì di oggi, sabato 9 marzo, che ha toccato il caso invitando Dodi Battaglia sul podio, ultimo – o quasi – dei Pooh a intervenire su quanto successo e rinnovare la propria solidarietà all’amico dopo l’attacco subito lunedì sera.
Non si cita mai L’Isola dei Famosi nel programma di Rai 1, ma il riferimento a situazioni e persone è assolutamente dichiarato fin dall’introduzione di Marco Liorni che evoca il “momento molto duro” per Fogli, “che sta partecipando a un programma tv su un’Isola lontana“. Ed è proprio lì “lontano da tutti, che gli arrivano delle voci alle quali non crede e alle quali reagisce con grande dignità; ma è uno tsunami emotivo al quale reagisce con un pianto che è già una risposta” dice Liorni lasciando poi la parola all’amico Dodi.
L’intervento di Battaglia è di fatto una testimonianza di affetto per il suo ‘fratellone’ di sempre, che aveva qualche anno in più dei suoi 17 all’ingresso nel gruppo, che “mi ha insegnato tanto, con le donne e nella musica […], per il quale ero un ‘fratellino’ e che ancora oggi, a 67 anni, mi chiama Dodino“:
“Ho visto un tv un amico sbeffeggiato… Ditemi che stavo sognando. Ho pensato che si trattasse di un altro programma, non di quello che stavo vedendo (con riferimento evidentemente a uno ‘Scherzi a parte’ e non all’Isola dei Famosi, ndr). Ho visto delle cose brutte, la notte non ci ho dormito […]. Non so e non mi interessa sapere chi ha ragione o torto, io sono qui solo per ribadire a Riccardo che sono stato, sono e sarò per sempre suo fratello. E’ una persona perbene, un signore. E non si può fare una cosa così, anche perché di mezzo c’è una bambina di 5 anni”
ricorda Battaglia, riferendosi alla figlia di Fogli e di Karin Trentini, di cui in questi giorni tanto si è parlato e che dal canto suo ha lasciato parlare Instagram.
“Quel che più mi è dispiaciuto è che dal punto di vista mediatico questo circo abbia coinvolto non solo la sua sfera di rapporti privati, ma anche il mondo circostante… Cosa c’entrano ad esempio le dichiarazioni della ex moglie Viola Valentino. Quello (che abbiamo visto, ndr) è sbeffeggiare un uomo nei suoi valori e nella sua autenticità, che lontano da casa non ha nemmeno l’opportunità di verificare nulla”
ha aggiunto Coruzzi, ribadendo uno degli aspetti peggiori di quel cosiddetto ‘confronto’, ovvero quella disparità di condizione tra delatore e vittima – l’uno registrato, l’altro in diretta, senza possibilità di un contraddittorio alla pari -, cui si aggiungono le diverse premesse che rendono questo caso profondamente diverso da quello Al Bano – Lecciso, tirato in ballo a Italia Sì come ‘un precedente’ dalla Santarelli. Ma abbiamo avuto modo di spiegare perché così non è.
L’intervento, netto, di Coruzzi ha ricordato inoltre al pubblico che quel che va in onda, tanto più se registrato, non è mai accidentale, giusto per rinfocolare il dibattito su chi fosse a conoscenza dei contenuti del videomessaggio e l’abbia avallato al di sopra del capoprogetto Farina, ora fuori dall’Isola. Argomento toccato anche da Corona a sua parziale ‘discolpa’ nella ‘conferenza stampa di scuse‘ (un ossimoro, verrebbe da dire) convocata un paio di giorni fa. Ma Coruzzi ha modo di rivolgersi, non citandolo, anche a lui, facendo riferimento a uno dei passaggi del videomessaggio, in cui Corona ‘giustificava’ il suo operato con la rinuncia alla privacy di un concorrente da reality:
“E non si dica che quando si va a fare quelle cose lì (reality, ndr) si sa già che può accadere, perché può accadere una situazione spiazzante, ma non può accadere che si racconti una ‘verità’, che non è tale o che se è tale sarà una questione privata e non da reality “.