Carlo Freccero a TvBlog: “Maurizio Costanzo e il suo varietà della vita”
TvBlog ospita un intervento di Carlo Freccero sulla televisione di Maurizio Costanzo. L’erede? Maria De Filippi.
“Chi è bravo in tv? È bravo in tv chi è in grado di tradurre, mettere in scena la società del suo tempo e sopratutto è bravo chi è in grado di catturare questo spirito del tempo un minuto prima degli altri, anticipandone le tendenze in atto. Un programma tv può fotografare il presente più di un testo di sociologia. Di Maurizio Costanzo mi ricordo perfettamente l’effetto che provai di fronte al suo programma Bontà loro. Fu una rivelazione. Allora non facevo ancora tv però collaboravo con Aldo Grasso all’annuario di tv Il Patalogo. Bontà loro mi colpì come un evento assoluto.
Era il primo Talk Show italiano. Eravamo in Rai, ottobre 1976, immagini in bianco e nero. La novità stava tutto nel fatto che la Rai, come servizio pubblico, era sempre in cattedra e dava la parola a politici, esperti, professori. Qui prendeva la parola il pubblico: due personaggi famosi e un personaggio comune raccontavano il loro vissuto. Il privato prendeva la parola. C’era Moro in spiaggia vestito di tutto punto come alla Camera, mentre da Costanzo parlava della sua vita privata: cosa era successo? Vorrei soffermarmi un momento su una parola “privato”che oggi dice poco, mentre allora, in abbinamento alla parola “politico” rappresentava una sorta di tormentone emergente”.
Costanzo, il racconto tra “politico” e “privato” e la differenza tra tv pubblica e commerciale
“Politico/privato è l’alternativa che attraversa tutti gli anni ‘70 e la dimensione politica era, negli anni della contestazione, vincente. Moro in spiaggia in completo formale simboleggia il politico che non esce mai da questa dimensione istituzionale e sacrifica al ruolo la sua dimensione privata. Andreotti a Bontà loro testimonia invece che anche il politico più insospettabile può avere una vita privata. Bontà loro è del 1976. Io ho cominciato a lavorare in tv nel 1979 nella tv privata commerciale. È un nuovo mondo che Costanzo è stato in grado di intuire ed anticipare e infatti la maggior parte del suo lavoro si svolgerà in ambito commerciale. Che differenza c’è tra tv pubblica e privata? La famosa rivoluzione copernicana. Il pubblico non riceve più passivamente il messaggio televisivo, ma sceglie, decide i programmi e vuole addirittura porsi al centro della scena. È un fenomeno che Umberto Eco codificherà negli anni ’80 col termine Neotelevisione. Ecco, Costanzo faceva neotelevisione quasi dieci anni prima.
Le grandi narrazioni svaniscono, il vissuto prende il loro posto. Fine delle grandi narrazioni: la confessione, le microstorie prendono il loro posto. Così come la società passa dalla modernità alla postmodernitá, così la tv passa dal servizio pubblico alla neotelevisione. Cosa sono le grandi narrazioni ? Sono le grandi ideologie politiche e filosofiche in cui abbiamo creduto, quelle che chiamavamo valori. In questo periodo subentra una sorta di impotenza filosofica, il cosiddetto pensiero debole che ridimensiona gli ideali grandiosi che avevano caratterizzato la modernità. L’individuo si ritira nei consumi e nel suo vissuto. Ogni storia, anche la più insignificante, diventa degna di essere raccontata perché in grado di generare empatia. Paradossalmente le vite normali sono più vere. E anche chi invece ha successo e vive vite spericolate sa che per comunicare col pubblico deve attingere al quotidiano più che all’eccezionale. Il Maurizio Costanzo show trasforma le confessioni in spettacolo. La programmazione orizzontale crea star, ogni performance diventa un numero di varietà della vita con passerella finale”.
Il Maurizio Costanzo Show anticipatore dei reality, ma soprattutto ‘varietà della vita’
“In effetti il Talk di Costanzo si evolve con il Maurizio Costanzo show in un teatro della vita. Mi ricorda in qualche modo il teatro felliniano di 8 1/2. Noti e ignoti si alternano. Ma la programmazione quotidiana orizzontale è una formidabile matrice per creare nuove star. Ma cosa succede se l’obiettivo non ti abbandona, ti segue giorno per giorno? Farà di te una star secondo un meccanismo che poi sarà usato a piene mani dal reality. Ecco, secondo me nel Talk di Costanzo c’è già un’anticipazione del reality, il tutto messo in bella copia nella scenografia teatrale che traduce le confessioni in grande varietà: il varietà della vita con passerella finale. In questo circo da 8 1/2 irrompe la realtà, la mafia. La tv diventa evento. La capacità di Costanzo di rimanere in scena così tanto tempo con un unico modello di trasmissione, il Talk show, è legata alla sua capacità di intuire sempre il presente spostando il suo prototipo in nuove direzioni. È il caso della parentesi impegnata basata sull’inchiesta e sul giornalismo di inchiesta.
Negli anni ’90 il talk assume in tv un aspetto impegnato. Sono gli anni di Samarcanda di Michele Santoro. La tv diventa pubblica piazza in cui si dibatte l’impegno civico. In questo senso va letta l’evoluzione televisiva di Costanzo, la declinazione dell’impegno”.
Maria De Filippi vera erede di Costanzo
“Chi è l’erede di Costanzo? La De Filippi ha estremizzato Costanzo. Sino all’ultimo giorno dell sua vita, Costanzo non ha fatto che ringraziare la sorte di aver vissuto i suoi ultimi anni con Maria. Costanzo ha avuto 4 mogli e molte storie, ma si trattava di legami sentimentali. Con Maria è scattata una sorta di simbiosi basata sui comuni interessi professionali. Maria ha dichiarato molte volte che il marito rappresenta il suo interlocutore privilegiato nella stesura dei programmi. E devo dire che è stata bravissima nell’indirizzare l’intuizione di Costanzo per estrarre spettacolo dalla vita e dal vissuto. La sua bravura consiste nell’aver elaborato dei veri e propri format strutturati che affondano le radici nella dimensione del quotidiano. Maurizio Costanzo esibisce il varietà della vita, Maria De Filippi esibisce il racconto melodrammatico della vita“.
Carlo Freccero
Maurizio Costanzo con Pippo Baudo e Carlo Freccero.