Maurizio Costanzo torna con Ognuno ha la sua storia nel 2010 in prime time Rai. L’ha spuntata sul Cda?
Maurizio Costanzo è uno che non si arrende alla prima difficoltà e sa come usare i media per non far calare l’interesse su di sè. Lo ha fatto nel 2006, ai tempi del caso Verissimo, in cui “usò” l’Ansa in piena estate per annunciare di far fuori il marchio quotidiano Videonews con il suo Buon
Maurizio Costanzo è uno che non si arrende alla prima difficoltà e sa come usare i media per non far calare l’interesse su di sè. Lo ha fatto nel 2006, ai tempi del caso Verissimo, in cui “usò” l’Ansa in piena estate per annunciare di far fuori il marchio quotidiano Videonews con il suo Buon Pomeriggio. Ora, nonostante le rimostranze mosse dal Cda verso un suo ipotetico trasloco in pianta stabile, il giornalista rilascia un’intervista al Corriere in cui si prenota per una prima serata Rai nel 2010, con tanto di titolo. Ognuno ha la sua storia dovrebbe chiamarsi il nuovo “format” con cui il presentatore Mediaset si “impone” di tornare in prima fila in tv (la rete è ancora tutta da definire). Si difende parlando di “trattamento di mercato”, e dunque di un compenso a livelli medi, ragionando in termini contrattuali:
“La trattativa è in fase di avanzata preparazione e spero si concluda presto. Da tempo dicevo che mi sarebbe piaciuto concludere la carriera a Viale Mazzini. Ne parlai tempo fa con Mauro Masi, quando era ancora alla presidenza del Consiglio. Ora è direttore generale della Rai e abbiamo cominciato a parlare. Nessun ruolo direttivo: un programma a partire dal 2010. Sto studiando alcuni format e ne ho anche elaborato uno. Vorrei superare il talk show di costume, dato che i reality hanno fatto di persone sconosciute altrettanti fenomeni. Penso a un programma che si chiami Ognuno ha la sua storia. Nulla di sicuro, ancora. Ma immagino una prima serata. In quanto alla rete, ovviamente deciderà l’azienda”.
A qualche giorno dal duro veto imposto dai membri del Cda al “cimitero degli elefanti in Rai”, espressione infelice per stigmatizzare i costosi acquisti dei “vecchi” della tv, quest’intervista di Costanzo è decisamente una mossa strategica per rivendicare il proprio potere d’acquisto, nonché le proprie influenti amicizie. La conoscenza con Mauro Masi, in seguito all’impegno di Costanzo per la campagna istituzionale Voglia di teatro quando l’attuale dg Rai era segretario di Palazzo Chigi, giocherà di sicuro un ruolo cruciale nel termine della trattativa. Di qui la tronfia replica a chi gli dà del dinosauro:
“Se la Rai si salverà, visto l’avanzamento dell’età media anche del pubblico, lo dovrà ai meno giovani. I meno anziani, colleghi e consi glieri di amministrazione, hanno molto spazio per sperimentare sui nuovi canali digitali e l’offerta innovativa. Io stesso mi sono messo in gioco. Anni fa proposi contemporaneamente il Costanzo Show sul digitale terrestre di Canale 5, su 35 stazioni radiofoniche del Circuito Area e sul canale satellitare Alice di Telecom”.
L’intervistato dichiara anche che andrà ancora in onda con il suo Maurizio Costanzo Show su Canale 5 in autunno, da settembre a dicembre, quest’anno al martedì (prima che lo spostino per il bagno di sangue contro Vespa?) e alla domenica. Per poi chiudere definitivamente il programma (cambierà di nuovo idea?), visto che è diventato impossibile contare su “personaggi veri”. E a chi dice che Mediaset non sa più cosa farsene di lui, ribatte con altrettanta sicumera:
“Per la verità, sono certo che, se ci ripensassi, Pier Silvio Berlusconi sarebbe ben felice di tenermi a Mediaset per altri sei anni. Non ragiono in termini di addii definitivi. Lascio comunque un presidio importante, mia moglie Maria De Filippi. Che resta (ride) la mia più importante creazione”.
Quanto alle aspettative su questa prima serata, dopo il fallimento di Stella su Sky, i vari “contentini” sul digitale e i risultati del Maurizio Costanzo Show su Canale 5, ormai ridimensionato a tarda notte nel weekend senza più velleità competitive, la speranza è che Costanzo non finisca per chiudere la carriera con un sonoro flop. Frutto dell’ennesimo capriccio, di un programma come i tanti Tutte le mattine, con la sola differenza del più ambizioso cambio di orario.