Maurizio Costanzo a TvBlog: La Televisione ed il Prodotto
Maurizio Costanzo racconta a TvBlog la televisione, in questa prima puntata di “80 voglia di TV” si parla dei Programmi.
Di cosa è fatta concretamente la televisione? Del Prodotto sicuramente. Nella prima puntata di questa rubrica di TvBlog affidata a Maurizio Costanzo in cui si tratterà di televisione e che abbiamo intitolato “80 voglia di Tv“, parleremo proprio della cosa più importante, ovvero dei Programmi.
Questa rubrica voluta da TvBlog nasce per festeggiare gli ottanta anni del popolare giornalista e conduttore radio televisivo e vi terrà compagnia per 4 puntate, le prime 3 online ogni lunedì, con la quarta ed ultima puntata prevista per martedì 28 agosto, giorno del suo compleanno.
La Televisione è i Programmi
di Maurizio Costanzo
Il prodotto è la televisione. Non ho mai visto andare in onda un Presidente o un Direttore generale. I programmi sono cambiati indubbiamente in tutti questi anni, non fosse altro, per esempio, per l’avvento di Internet. Oggi c’è una comunicazione più veloce e più rapida e per questo motivo i tempi e le modalità con cui si costruivano un tempo i programmi, oggi, inevitabilmente sono cambiati.
La Tv ieri e oggi
Per esempio, se dobbiamo fare un confronto con gli sceneggiati di un tempo e le fiction di oggi, possiamo vedere come allora la costruzione e la realizzazione di quei lavori era prettamente teatrale, oggi la fiction televisiva ha un linguaggio certamente più cinematografico. Dunque è vero che il prodotto è cambiato in questi anni, ma secondo me va pure sottolineato che è cambiato anche il pubblico che la segue, che in linea di massima oggi non è più così giovane.
Intendo dire che i ragazzi di oggi la guardano poco la televisione, parlo di quella classica, ed io mi devo ritenere davvero fortunato perchè, ad esempio il Costanzo Show, ha un pubblico femminile e giovane che lo accompagna da tempo. Anche in questo periodo per esempio nelle repliche estive diffuse da Rete 4 notiamo proprio questa tendenza. Mi viene da dire che quelle di oggi potrebbero essere le figlie di quelle che seguivano il Costanzo show in passato.
L’invecchiamento del telespettatore
Il fatto che però il pubblico, nel suo complesso, invecchi, fa si che la programmazione ovviamente un po’ ne risenta, direi quasi per forza. Le reti televisive cioè confezionano dei palinsesti volutamente attraenti per un pubblico più maturo, semplicemente perchè questi sono i telespettatori più numerosi, largamente più numerosi che guardano oggi la televisione.
Il Costanzo show
Da parte mia ho legato il prodotto alla mia persona proprio quando decisi di chiamare il mio programma con il mio nome. Questo perchè andai in America a vedere il Johnny Carson Show e da li mi venne l’idea di legare il mio nuovo talk, dopo Bontà loro, Acquario e Grand’Italia al mio nome. In questo modo, mettendo il proprio nome, nessuno te lo può più togliere il programma. Andai in quel periodo a vedere anche il David Letterman show e anche da quel programma imparai molte cose su come doveva essere un talk show.
Repetita iuvant
Differenze rispetto a come si confezionava il prodotto rispetto ad oggi? Difficile dirlo, da tempo non guardo più la tv da dietro le quinte, non facendo più l’autore. So che nella televisione, sia pubblica che privata, inevitabilmente mi viene da dire, c’è una certa ripetitività di temi e quindi di programmi. Va detto però che la ripetitività per lo spettatore è una cosa rassicurante.
Tu quando torni a casa la sera devi essere certo di trovare Reazione a catena, perchè la televisione è abitudine. Si crea fra chi la tv la fa e chi la tv la guarda, una sorta di parentela mediatica. Giorno dopo giorno ti “apparenti” con il pubblico, crescendo con loro.
Per questo motivo diventa molto difficile fare cose nuove. Da anni non sento dire da un dirigente televisivo “proviamo ad inventarci qualcosa di nuovo”. Se dovessi cercare di trovare qualcosa di nuovo nella televisione di oggi dovrei citare “Temptation island” che è una sorta di grande gioco dei sentimenti, in una situazione diversa dal solito.
La televisione e la verità
La televisione e la verità, un rapporto controverso. Alle volte possono andare a braccetto, altre volte no. Per quel che mi riguarda, nei miei programmi, sono certo di avere sempre cercato di raccontare verità (ho dovuto pure subire un attentato per questo). Se dovessi rispondere davanti ad un giudice sul rapporto fra la televisione e la verità, direi che io ho sempre portato in tv quella che ho sempre creduto fosse la verità. Sulla televisione in generale non mi sento di dire nulla, la mano sul fuoco non ce la metto.
Penso per esempio ai talk show politici, li vengono a raccontare quello che la gente si vuol sentir dire. E’ molto rara la sincerità in quel tipo di programmi, il migliore a gestirli a mio parere è Giovanni Floris a diMartedì.
La pagnotta e la ciliegina
I programmi poi si dividono, in un certo senso, fra quelli seriali, sia in day che in prime time ed in quelli di poche puntate, chiamiamoli per convenzione eventi. Ebbene io credo sia molto più importante chi si porta a casa la pagnotta tutti i giorni. Mi viene in mente, per esempio, che quando sono stato direttore di Canale5, feci una corte spietata a Gerry Scotti, affinchè facesse Passaparola, nel preserale quotidiano. Poi certo, è bella, carina, succosa e piacevole da assaporare la ciliegina sopra la torta, ma è la torta, o la pagnotta se preferite, che conta, alla fine.
L’appuntamento è a lunedì prossimo per la seconda puntata della rubrica di e con Maurizio Costanzo “80 voglia di Tv” dedicata al mestiere di autore televisivo.