Maurizio Battista a Blogo: “I nuovi comici (che non ci sono), i problemi della Rai, la libertà di Comedy Central ed Eccezionale veramente pietoso”
Il comico elogia Virginia Raffaele (“talento indiscutibile”) e Antonio Ricci (“genio”), ma attacca “i giovani che vogliono fare i fenomeni, pensano di essere Chaplin per aver fatto due cose in televisione”
Le accademie di recitazione mi invitano, pagandomi anche bene, 2-3 mila euro, ma io dico sempre no. Non saprei cosa dire agli aspiranti comici. Come comunico una cosa che neanche io so come riesco a fare? Sono troppo genuino!
A Maurizio Battista non fa difetto la consapevolezza. Dei mezzi e dei limiti. Il comico romano, tornato da lunedì 18 dicembre su Comedy Central (canale 124 di Sky) con Battistology 2 – Gli otto vizi capitali, si racconta a Blogo con la consueta semplicità:
Io sto qui per divertire. Non sono né un santone, né un filosofo, né un saggio. Sono una persona con un certo dono, una cultura scarsa e un grande vissuto, perché mi è capitato tutto, dalle morti alle cose belle. Sono questo. Serviranno anche quelli come me, no? Mica tutti scienziati!
Qual è l’ottavo vizio?
Il matrimonio, che li comprende tutti!
Battistology è un format prettamente televisivo o sarebbe applicabile anche in teatro?
Ho paura che in teatro gli rvm possano rallentare un po’ il ritmo. In tv è perfetto.
Comedy Central ti dà maggiore libertà rispetto alla tv generalista?
Nei teatri che giro per l’Italia trovo molti spettatori di Comedy Central, di cui io sono una colonna. Il pubblico di Comedy sceglie, il pubblico di Rai e Mediaset è meno fedele. Comedy mi dà libertà, mi permette di fare quello che mi piace. E il riscontro di pubblico è grosso.
Nel 2013 su Rai2 sei stato il protagonista di Tutte le strade portano a…
La Rai ha una serie di problematiche. Ogni cosa è complicata da fare: ci sono 10 autori, di cui 5 non parlano, 3 non sanno di che si tratta. E alla fine lavori effettivamente sempre con 2.
In passato hai dichiarato che ti fa schifo fa parlare di politica e che se puoi eviti di ironizzarci su…
Sì, e ti spiego perché. Puntare il dito e farmi inimicizie – perché parlare di politica è come parlare di Roma e di Lazio – non serve; io non campo di politica – e neanche di Roma e di Lazio. Io sono un neorealista, racconto quello che vedo per strada: il treno, l’acufene, la fistola sul sedere, il mal di testa, la nascita di mia figlia. Io voglio fare questo. Non voglio schierarmi. Il comico che si schiera politicamente è peggio del politico.
Nella scorsa stagione hai fatto la copertina di DiMartedì…
Sì, ma non era una cosa intelligente. Ci siamo fermati perché non è roba mia. A che mi serve? Io voglio parlare dell’amatriciana! Non mi entusiasmava! Io i miei limiti li conosco, quelle cose le lascio fare a chi le sa fare meglio di me.
È un limite o un punto di forza, questo?
Il limite è non conoscere i propri limiti. Se mi chiedi di fare uno spettacolo in inglese… non lo faccio, perché non ne sono capace! La politica per me è come l’inglese.
Sui giovani comici hai detto: “Non stimo nessuno e non mi entusiasma nessuno. Purtroppo oggi i giovani comici si ripetono, sono privi di inventiva, di personalità, di originalità, si rifanno sempre a qualche altro comico più famoso imitandolo”. Hai salvato solo Virginia Raffaele…
Lei è un talento, non si può discutere. La conosco molto bene, ha fatto una cosa che si chiama gavetta. Oggi la gavetta non si può fare perché non ci sono più i locali brutti, fumosi e pericolosi… ma anche perché ai giovani non va! I giovani vogliono prendere 500, 1000 euro! Ne parlo con rabbia perché io l’ho fatta! Io facevo le serate per niente, tornavo a casa con 150 mila lire e dicevo a mia moglie che mi avevano pagato. Ma non mi avevano pagato. Oggi i giovani vogliono fare i fenomeni, pensano di essere Chaplin per aver fatto due cose in televisione. Non funziona così! E poi io, comunque, grandi talenti non ne vedo!
Hanno mandato in onda, su La7, anche un talent sui comici, Eccezionale veramente…
Una cosa pietosa. Lascia perdere. Così li rovini… Alcuni degli autori sono amici miei, ma dico io: possibile che quelli scelti dal programma siano i migliori nuovi comici in circolazione? Non ci posso credere! Io non ci credo! Così li mettono alla berlina. La mia è una difesa di questi ragazzi, eh. È come se a me chiedessero di ballare. Io Ballando l’ho fatto, ma consapevole che mi avrebbero preso in giro!
Chiudiamo con Striscia la notizia, che hai condotto per una settimana con Pieraccioni. Ricci ti ha proposto di tornarci?
No. Stiamo comunque parlando di un genio. Ricci è un genio, in quella settimana mi ha insegnato a campare. Leonardo, poi, è un fraterno amico. Io sono di Roma, ho dei limiti, non riesco a stare lontano da Roma per più di due giorni, mentre per fare Striscia devi stare lì a Milano bloccato.