Matrix, Luca Telese sfida la faziosità Mediaset con ansia ienesca. La rissa si fa britannica (o d’importazione)
La recensione (positiva) del nuovo Matrix condotto da Luca Telese
E’ un Luca Telese sul filo del rasoio, quello alla conduzione di Matrix. Il suo inedito nodo alla cravatta evoca lo spettro di un cappio, che lo fa sentire braccato dagli impomatati dirigenti Mediaset. Ma Telese non cede alla facile equazione giornalismo Mediaset = inginocchiamento all’editore e prova a sparigliare. Zero populismo, lo stile della seconda serata Mediaset ritorna ficcante e autenticamente pluralista (tante le voci equamente coinvolte), pieno di domande e di legittimi sospetti. Telese, se promette, poi vuole mantenere: “Ci sentiremo soddisfatti se vi daremo un dubbio in più. Tanti dubbi”. Si conferma un interlocutore sempre sveglio e attento, non accondiscendente come Alessio Vinci.
La sua prima puntata era stata vittima di una generale ansia di prestazione, che ha visto il nuovo Matrix in balia di problemi tecnici, tempi morti e misure da prendere. Lo stesso ascolto è stato piuttosto deludente (615.000 telespettatori per uno share del 6,84%), ma va detto che partiva trainato da un film di Rosamunde Pilcher, contro la fine di Ballarò e un Porta a porta preceduto dalla Nazionale sbanca Auditel.
Dopo aver invitato Epifani, questa sera è stata la volta dell’intervista a Brunetta, che ha stuzzicato decisamente di più l’arguto erede di Enrico Mentana. Stasera, infatti, Telese ha potuto dimostrare di non concedere favoritismi faziosi ai politici berlusconiani. Inoltre ha potuto cominciare a sfruttare le trovate drammaturgiche di una scenografia all’avanguardia.
Il nuovo studio Matrix è, infatti, sempre più tridimensionale, con il suo cubo fluo pieno di scatole cinesi, da cui partono continui stimoli visivi per pungolare l’interlocutore e risvegliare il telespettatore.
Per un Brunetta spaesato come se si trovasse a Servizio pubblico, c’era un Telese pronto a rispondergli per le rime su Canale5:
“Lei è l’incubo dei giornalisti italiani. Io non sono del tutto convinto. L’obiezione più grande che le muovo…”.
Brunetta, insomma, non ha potuto recitare come in altri programmi Mediaset il copione del “Pd che manda in crisi il governo” o dell’Ici fatta eliminare da lui stesso a suo tempo. Anzi, ha potuto, ma ricevendo da Telese un bel contraddittorio (mai livoroso, va detto anche questo).
Il Matrix reloaded si compone di più momenti distinti, ma ben strutturati. Da vera lezione di giornalismo quello del confronto “britannico”, che vede due opinionisti di schieramenti opposti rispondere cronometrati a domande secche: ospiti della seconda puntata Marco Furfaro di Sinistra e libertà e Maria Giovanna Maglie del quotidiano Libero.
Telese ci tiene a sottolineare che “niente risse né tv spazzatura da noi”. In effetti, anche il classico talk da salotto è stato ben calibrato, per la sua capacità di mediare tra Gasparri e la Turco in maniera equilibrata e evitando di aizzarli l’uno contro l’altro. La Turco ha espresso un coraggioso intervento contro la retorica della casta, per cui “i finanziamenti ai partiti a volte servono per organizzare corsi di formazione seri e ci vorrebbero più controlli, anziché tagli indiscriminati ai costi della politica”.
Le uniche note dolenti di una puntata ben ritmata e coraggiosamente orchestrata stavano nell’effetto clone de Le Iene (potevano risparmiarsi l’ignoranza quiz sull’Imu davanti a Montecitorio) e di Porta a porta (il barometro appena inaugurato da Vespa) e la lite d’importazione gigiona.
Se Telese dice di non volere la rissa a tutti i costi, perché confezionarne una ad hoc, vale a dire il confronto tra Travaglio e Facci ad Atreju? Lo stesso Telese lo ha pompato su Twitter gridando a un duello che non c’è stato, ma è stato scandito su Canale5 da veri e propri round. Predicare bene e razzolare male?
La sensazione, insomma, è che Matrix oscilli tra la voglia di elevarsi (bello il reportage dal paese reale delle periferie romane) e quella di ammiccare leggermente alle trovate sensazionaliste. Mischiando molto, peraltro, alto e basso, vedi il servizio sui grillini intervistati da Chi con spezzoni presi da La7.
Detto questo, se risolvessero i problemi tecnici, specialmente della sigla che non parte mai quando dovrebbe, l’aria nuova di Telese potrebbe quasi fare ben sperare su un’informazione Mediaset fatta con intelligenza. Persino Andrea Vianello, Direttore di RaiTre nonché sagace ex conduttore di Agorà, sembra apprezzare.
Quindi l'Ici fu abolita nel 2008 dal ministro senza portafoglio della pubblica amministrazione? Curioso #matrix
— Andrea Vianello (@andreavianel) September 13, 2013
Matrix di Luca Telese: le foto della seconda puntata di venerdì 13 settembre 2013