Matrix e l’evasore fiscale – Pessimo esordio per Alessio Vinci
Ricomincia la stagione di Matrix. Con un esordio da dimenticare
Torna anche Matrix. E non me ne vogliano i fan di Alessio Vinci né gli aficionados del programma: personalmente non ne sentivo la mancanza. L’unica cosa che ho trovato veramente apprezzabile è stato il servizio confezionato da Gianluca Nicoletti, notevole come al solito. E il resto? Tanto per cominciare, fra tutte le tematiche possibili in questo periodo decisamente bollente per la politica italiana, si parla di evasione fiscale.
Scandalo evasione, è infatti il titolo della puntata. Perché è questo, evidentemente, il nuovo leitmotiv di un certo tipo di comunicazione politico-giornalistica: parliamo di evasione, che capiscono tutti. Fra battute, indignazione, considerazioni al limite fra banalità e sacrosanto (siamo tutti complici, chiediamo lo scontrino la mattina al bar), slogan leghisti di Salvini (dalla separazione del Belgio a quella della Padania), ecco gli ospiti.
Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate che, bontà sua, dà qualche numero. Gian Antonio Stella (senza Sergio Rizzo, ma è sempre lui, quello della Casta; insieme il duo ha già scritto anche Licenziare i padreterni); il già citato Matteo Salvini della Lega; l’imprenditrice Luisa Todini, Mario Sechi (ancora lui! il direttore de Il tempo è ospite di qualunque programma di approfondimento?) e Giuseppe Bortolussi.
Finché spunta il blogger. L’analista finanziario (si fa per dire) Paolo Rebuffo. Uno che ha scritto sul suo blog (e ci ha fatto pure un libro su) che l’evasione delle tasse è legittima difesa e che le tasse sono un furto. Vinci lo fa parlare a lungo. Alla fine si dissocia. Che posizioni ha preso, il programma? Qual era la linea editoriale? Non si sa. Cosa ci ha insegnato? Che evadere le tasse è sbagliato? Nemmeno quello.
Pessimo esordio per Matrix, insomma.
Un programma che ha perso la bussola e che non segue alcuna rotta.
Un programma che, se proprio deve fornirci opinioni invece di approfondire i fatti, potrebbe almeno farci sentire voci illustri di grandi economisti nazionali e internazionali, mettere idee a confronto, insomma, fare qualcosa che assomigli a un approfondimento televisivo e non a una chiacchiera da bar con personaggi più o meno noti che parlano delle tasse, di quanto siano brutte, di quanto si debbano pagare, di quanto ci piacerebbe non pagarle e via dicendo.
E invece sembra che la nuova arma di distrazione di massa sia la caccia all’evasore (quello piccolo, ovviamente). E tutto il resto? Boh, forse se ne parlerà, prima o poi.
E’ inutile che Vinci ci saluti col suo arrivederci americano che deriva dalla CNN: in questo esordio di Matrix non rimane nulla del miglior giornalismo estero. Resta soltanto tutta la pochezza provinciale del nostro paesello.