Il matrimonio di Harry e Meghan spazza via i tg e mostra tutti i limiti delle telecronache italiane
Lunghe dirette, non sempre puntuali, e con un gran difetto: gli studi hanno più spazio delle immagini internazionali.
Il matrimonio di Harry e Meghan (foto e diretta) ha catalizzato la programmazione tv italiana di questo sabato mattina 19 maggio 2018: le nozze reali sono sempre un evento e i canali tv non si sono risparmiati, nel bene e nel male, dribblando anche le edizioni principali dei Tg.
L’informazione di Rai 1, Canale 5 e La7 si è fatta da parte per seguire il Royal Wedding: una scelta comprensibile in termini di ascolti, per molti un incomprensibile inchino alla vacuità del gossip. A seguire la diretta da Windsor anche Rai News 24 e SkyTg24, ma non sono certo mancate le occasioni per gli aggiornamenti informativi e per i Tg nazionali.
Il Tg5, impegnato in una lunga diretta in collaborazione con Verissimo partita alle 12.15, ha iniziato la sua tradizionale edizione delle 13.00 alle 14.45, quando ormai Harry e Meghan erano rientrati dal giro in carrozza e si preparavano al banchetto di nozze.
Anche il Tg La7 ha rinunciato al suo Tg delle 13.30, partito con mezz’ora di ritardo, ovvero solo al termine della cerimonia, giusto in tempo per raccogliere il primo bacio dei novelli sposi. E dire che sono stati i primi a partire con uno speciale al via dalle 11.00 condotto da Flavia Fratello e Paola Mascioli: ho sperato in un direttore Mentana con una delle sue Maratone ma non tanto per il commento del Royal Wedding quanto di una staffetta tra le nozze di Harry e Meghan e l’assemblea del PD, che si svolgeva in contemporanea. Ma ahimè la speranza è stata vana e il commento di Fratello e Mascioli non è stato dei migliori, impegnate quasi più a battibeccare e a rubarsi la parole che a raccontare le nozze: le due non sembravano molto concordi sullo svolgimento della scaletta e la preparazione sull’argomento non era all’altezza di quella di Mara Maionchi su Real Time (ma ci arriviamo). Per non parlare di quella pessima uscita (perché siamo buone) della Mascioli che sull’esibizione del giovane violoncellista commenta con un tono che risulta spiacevole (e potete sentirla a -8.22 della diretta, che potete rivedere sul sito di La7):
“Non so se avete notato quanti afro-americani ci sono in questo matrimonio. E anche questo è un bel segno dei tempi….”
Il traduttore ‘meccanico’ nel corso della cerimonia non è bastato a fare entrare il pubblico nell’atmosfera e a cancellare i battibecchi da studio. Cifra finale? Ci hanno chiesto di farlo e lo facciamo…
Chi non ha rinunciato al suo canonico orario è stato il Tg1, partito come tradizione alle 13.30 anche se con un’edizione minima per non perdersi molto della cerimonia, che a quell’ora era proprio nel suo clou. Il fuso di Greenwich non ha aiutato. E va detto che la consueta misura del Tg1 ha trovato in Giorgino un entusiasmo ‘strano’ per le sue corde: al termine della sua diretta si è augurato di aver reso il giusto mood, la giusta atmosfera delle nozze. Lui ci ha provato, anche se non era proprio nel suo ‘ambiente naturale’ anche se le note entusiastiche hanno forse un po’ stranito, là dove la platea femminile coglieva per lo più la commozione e la tenerezza del momento. Non sono mancate manciate di acidità, generosamente dispensate dai commenti di Candida Morvillo, che ha persino criticato il modo di salutare di Meghan, venendo subito punzecchiata – con mia grande gioia – da Giorgino. Evidentemente non ricorda lo sventolio di avambraccio di Sarah Ferguson, 20 anni fa. Lo scrittore al suo fianco ha piuttosto usato l’arma del cinismo, molto più apprezzabile della critica a ogni costo. Varvello impeccabile e sottoutilizzato.
La telecronaca, un’arte dimenticata
Devo dire che su Rai 1 mi è mancato il piglio, il rigore, la misura della telecronaca vaticanista. La cerimonia, come tale, è un momento religioso, che la diretta di Rai 1 ha completamente schiacciato tra le critiche, i commenti e un continuo cicaleccio anche fastidioso. Lo fa capire bene il rimprovero fatto da Giorgino agli ospiti che hanno continuato a parlare sull’Inno Nazionale Britannico, che non è solo un saluto alla Regina di lime e ultraviolet vestita. Dà la cifra del commento e la scarsa opportunità di certe sottolineature davvero irritanti. La cifra finale? L’acidità. Degli ospiti.
L’aspetto vaticanista, invece, l’ho trovato nella diretta delle nozze di Real Time: solo immagini e voce della traduttrice. Stop. Un modo per entrare nella cerimonia e una forma di rispetto per l’evento, al di là degli aspetti più squisitamente ‘gossippari’. Una lezione di stile da Real Time, che però non è stata all’altezza della cerimonia nelle fasi precedenti. E non è stata l’unica.
Se si prende la linea alle 11.00/11.30 allora bisogna dare un senso alla diretta: il più immediato è quello di commentare l’arrivo degli ospiti, come si fa con i Red Carpet agli Oscar.
E in effetti anche su quel fronte siamo davvero molto carenti.
Se si vuole organizzare la diretta da Windsor, beh, si faccia: si approfitti delle ottime riprese della BBC (anche se questa volta la regia e il posizionamento delle camere non è stato così impeccabile come per le nozze di William e Kate, favorite certo dall’essere in una struttura televisivamente più studiata come Westminister) e si commentino gli arrivi. Se poi non si conoscono i nomi degli ospiti, il grado, la parentela, l’appartenenza e allora meglio evitare piuttosto che mandare in onda servizi di repertorio, magari anche in PiP, per timore che arrivi il vip proprio quando sei distratto.
Insomma, o fai la diretta o non la fai. E se la fai, immagini su Windsor e commento in voce. E in questo hanno peccato tutti, soprattutto prima e dopo la cerimonia, dando spesso più spazio alle immagini in studio che a quelle del circuito internazionale.
In primis Real Time che con il suo speciale salotto è entrata in scena alle 11.30 con una Katia Follesa alla prova della conduzione in diretta (e rimasta rapidamente senza voce) e un Enzo Miccio decisamente nel suo, anche se la coppia non aveva letto il libretto delle nozze, andando nel panico nel momento più eccitante, ovvero l’arrivo dei parenti più stretti degli sposi e quello di Meghan, con il suo bellissimo – e per molti versi inatteso – vestito da sposa. Ecco, lì sono andati in palla, temendo di essersi persi la Regina, che Meghan fosse in ritardo, che la mamma di Meghan entrasse con la figlia. Bastava leggere il libretto. I fondamentali, eh. Sui commenti di stile, però, Miccio non si batte (anche se prende la moglie di John Major per la regina d’Olanda): Giulia Valentina e Francesco Vicario hanno punteggiato il commento con le loro conoscenze di bon ton.
La vera regina è stata Mara Maionchi: arrivata all’ultimo momento, come Queen Elizabeth, ha poi mostrato una conoscenza di etichetta reale, di storia della Corona, di alberi genealogici da far invidia ai principali esperti di Royal Families. Mara si alza in piedi all’inno: la classe vera, oltre i vaffa…
Peccato per gli interventi registrati di Donna Imma e Matteo dal Castello delle Cerimonie: avrebbero meritato la diretta. La Follesa che lancia il riso, che urla e strepita è completamente fuori luogo: è la Maionchi a mettere tutti in riga. E ho detto tutto.
Diciamo che la diretta è stata piuttosto altalenante. La cifra? Gruppo di ascolto preparato, soprattutto grazie alla spontaneità di Mara Maionchi, che ha spezzato la rigidità della Follesa, fuori ruolo.
Canale 5 ha trovato equilibrio soprattutto in Cesara Buonamici, mentre Rossella era più impegnato a raccontare i propri aneddoti che celebrare le nozze. A me sono bastati le 15 chiamate all’applauso nel 5 minuti di anteprima. Roba da ittero.
Un royal wedding perfetto, ma senza equilibrio in tv
Alla fine hanno esagerato tutti: nessuno è riuscito a entrare nella misura di un royal wedding che si è rivelato perfetto con tutte le sue eccezioni alla tradizione. Evidentemente si aspettavano tutti il trionfo del kitch, tra attori hollywoodiani e mamme yoga, celebrities e cantanti, ma gli sposi e gli invitati hanno dato una lezione di misura e classe a tutti, commentatori italiani in primo luogo. Impegnati nel far le pulci, si sono persi il racconto di un evento unico, o eccedendo in commenti fuori luogo o perdendosi momenti topici e toccanti della cerimonia.
La migliore resta la traduttrice e commentatrice di Real Time.
La ‘discrezione’ del logo
La misura della grafica delle reti italiane non sarà passata inosservata: il logo dello Speciale Tg1 manca poco prendesse 1/4 di schermo, La7 ha offerto la sua banda bluverde, Real Time almeno durante la cerimonia ha mantenuto al minimo l’ingombro, salvo poi lasciare spazio ai tweet.
Che dire: per fortuna che c’era il canale YouTube ufficiale della Famiglia Reale.