Roberto e Daniela, Mauro e Camilla, Andrea e Rossella: perfetti sconosciuti che questa sera convoleranno a nozze senza essersi mai visti prima. Sono loro le tre coppie protagoniste del programma di Sky Uno, in onda da questa sera, giovedì 12 aprile, alle 21.15, Matrimonio a prima vista. La terza edizione del docu-reality prodotto da Nonpanic e nato in Danimarca con il nome Married at First Sight, vedrà ancora una volta il team di esperti composto dal sociologo Mario Abis, dallo psicologo Gerry Grassi e dalla sessuologa Nada Loffredi impegnato nell’aiutare i neosposini non solo a portare avanti serenamente la loro unione, ma anche a conoscersi a pieno. “Se la prima edizione era quella dell’effetto sorpresa e la seconda quella della sperimentazione vera e propria, i soggetti infatti sapevano cosa aspettarsi e quindi erano più motivati –afferma la dottoressa Nada Loffredi – oggi i candidati conoscono ancora di più il programma e possono scegliere di non farsi scoprire fino in fondo a telecamere accese”.
Dottoressa può dirci qualcosa di più sulle tre coppie, in fondo sono loro la vera novità di questa terza edizione.
“Roberto può essere considerato davvero un candidato ideale: la sua grande maturità e presenza di spirito hanno consentito di portare avanti l’esperimento in un certo modo. Anche Camilla ha avuto una grande possibilità di esprimersi ed evolversi in questo percorso. Per quanto riguarda gli altri candidati lascio agli spettatori la capacità di dare una valutazione”.
Lei, insieme al sociologo Mario Abis e allo psicologo Gerry Grassi, oltre a seguire i neosposi durante la durata della trasmissione vi occupate anche di profilare i vari partecipanti e comporre lo coppie. Quali criteri utilizzate?
“I candidati vengono sottoposti a una batteria di test, che si divide in due parti: un’analisi individuale e poi una complementare rispetto alla coppia da formare. Inizialmente profiliamo la persona per effettuare una prima scrematura, prescindendo dalla futura composizione della coppia. In questo modo escludiamo le patologie psichiche e le personalità disturbate o con problemi legati alla sessualità. Inoltre non vogliamo persone che vogliono fare solo televisione. Se hanno già partecipato a qualche casting o programma non li prendiamo o almeno ci impegniamo a non farlo. Poi cerchiamo di capire i motivi che li hanno spinti a prendere parte a Matrimonio a prima vista. Il criterio che sta alla base è relativo al grado di motivazione e al valore dato al matrimonio. Dopo aver scelto i candidati che singolarmente sarebbero ideali passiamo al secondo step, quello delle compatibilità. Si crea quindi un matching quasi al computer, c’è un software che ci aiuta e che elabora una percentuale sulla quale lavoriamo e proviamo a vedere se è possibile creare una coppia”.
Ai casting per Matrimonio a prima vista quest’anno si sono presentati in 1300. 1000 donne e soltanto 300 uomini con una media di età intorno ai 30 anni. Perché secondo lei questi ragazzi decidono di partecipare a una trasmissione che non solo li potrebbe portare ad avere una storia d’amore, ma li legherebbe in una relazione che dovrebbe durare per tutta la vita?
“Già la prima edizione ci aveva dato un quadro della società di oggi. Questo esperimento, senza sopravvalutarlo, è rappresentativo di quello che succede in generale. Nella prima edizione i tre uomini alla fine delle cinque settimane hanno detto no. E in questa edizione vediamo una sproporzione tra sesso femminile e maschile nei partecipanti ai casting. Gran parte di questo fenomeno è riconducibile alla questione dell’impegno: prendersi delle responsabilità. Le donne tradizionalmente sono più pronte ad assumersele. Vero che oggi sia le donne che gli uomini sono molto più inclini a non fare sacrifici. Tuttavia esiste una differenza anche di genere. Gli uomini spendono molto tempo nel cercare di capire se è un impegno che si possono assumere o meno. Però se poi l’uomo si assume questa responsabilità lo fa seriamente”.
Lei parla continuamente di esperimento, ma in un matrimonio non dovrebbero esserci in ballo dei sentimenti?
“Quando parliamo di esperimento non vogliamo far passare il messaggio che la scienza possa totalmente sostituirsi a ciò che l’uomo può e vuole fare. Noi mettiamo a confronto delle persone in una situazione molto particolare. Osserviamo in un programma ciò che nella vita quotidiana avviene con tempi molto più dilatati. Capiamo le dinamiche delle coppie dalle quali possiamo imparare tanto. E noi esperti dobbiamo provare anche a far capire quello che sta succedendo in quella coppia e che magari può accadere anche nella vita reale”.
In un rapporto il sesso è fondamentale. Nei candidati non c’è la paura di essere abbinati con una persona con la quale non c’è attrazione fisica?
“La mancanza di attrazione nella coppia è una delle mie preoccupazioni. Io non posso capire appieno i gusti dell’altra persona. Magari posso aiutarli quando questa cosa non scatta subito per cercare di capire cosa sta ostacolando questa attrazione, ma è la variabile sulla quale non abbiamo nessun controllo”.
Delle coppie delle scorse stagioni solo una è rimasta insieme, quella di Stefano e Francesca, che per altro convolerà di nuovo a nozze, rinnovando la loro promessa, con un rito religioso. Era anche quella che a letto funzionava meglio?
“Potenzialmente sì. Poteva essere la coppia che sessualmente funzionava meglio. Il mio intuito a volte mi porta a dire che “sì” sessualmente si piacciono, però non è garanzia. Il loro matrimonio non dura solo perché si son piaciuti da subito e perché si continuano a piacere. Ma perché si instaurano altre componenti fondamentali per un rapporto stabile”.
Quali sono i pudori maggiori che ha trovato in queste edizioni?
“In questa edizione devo dire che non ci sono stati ostacoli, magari c’è qualche pudore in più in materia di intimità. Ma dipende molto dalla personalità dei singoli. Certamente la sfera sessuale è quella più delicata, i miei colloqui infatti non vengono ripresi”.
Alcuni hanno accusato il programma di ridurre il valore del matrimonio?
“Talvolta sento parlare del matrimonio in modo totalmente bieco. Dire a noi che screditiamo il valore del matrimonio mi sembra paradossale. Le persone comuni non riescono più di tanto a stare insieme. Con questo esperimento noi proviamo a far capire a queste persone proprio l’importanza del matrimonio. Dando magari consigli su come riuscire a portarlo avanti e valorizzarlo”.
Aldo Grasso in una recensione del programma ha detto che è puro sadismo. Siete sadici voi esperti che dall’alto date consigli alle coppie? Sono sadici gli spettatori che guardano i volti imbarazzati dei ragazzi, quando si incontrano praticamente sull’altare? Sono masochisti i concorrenti?
“Mi trovo stranamente d’accordo con Grasso. Sperimentiamo una situazione in cui tutti i partecipanti esprimono una parte del loro sadismo. I concorrenti forse sono sia masochisti che sadici, ma questo li porta a vivere importanti momenti di crescita. Io non so quanto sia cambiata effettivamente la loro vita dopo un’esperienza del genere. Vogliamo definirla una modalità sadica per arrivare a una crescita personale? Forse sì lo è”.