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MasterPiece, nel promo le lodi della stampa mondiale, ma Le Monde lo stronca: “Scommessa persa”

Il quotidiano francese non lascia molte speranze al talent letterario di Rai 3: tra la difficoltà del format, la composizione della giuria e la scarsa propensione alla lettura degli italiani, il destino del programma sembra segnato.

pubblicato 23 Dicembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 10:21

Per promuovere la sua quinta puntata (live), MasterPiece ha costruito un promo nel quale ha raccolto il meglio della rassegna stampa internazionale. Libération, The New York Times, The Observer, El Mundo hanno celebrato il talent letterario di Rai 3 come una piacevole novità, un’idea coraggiosa e innovativa, ancor più sorprendente perché nata in un contesto sostanzialmente conservatore come quello italiano. Tutto questo per lo più alla vigilia: l’annuncio del primo talent al mondo dedicato alla letteratura ha avuto sicuramente la sua eco.

Fa però specie vedere un promo costruito sulle ‘lodi’ internazionali per la sua quinta puntata, come se il programma cercasse un riconoscimento in patria finora in gran parte negato dalla critica ricordando a tutti che il mondo ne ‘parla’. Ma bisogna vedere anche come ne parla.

Le Monde ad esempio non ha riservato proprio una critica lusinghiera al programma di Rai 3.

“Masterpiece, masterflop à la télévision italienne” è infatti il titolo dell’articolo pubbicato sul quotidiano francese lo scorso 12 dicembre a firma del corrispondente Philippe Ridet, che torna a descrivere il format defindendolo “una scommessa persa”. Pur riconoscendo in premessa la difficoltà di rendere la creazione letteraria ‘televisiva’ e accattivante, Ridet ritiene che la scommessa sia stata “completamente persa”.

“Se fosse esistita la tv tra il 1909 e il 1922, quanti telespettatori avrebbero sopportato Marcel Proust che scrive in diretta “Alla ricerca del tempo perduto”, tra tazze di thè e suffumigi?”

si domanda retoricamente il giornalista, a marcare la lontananza tra i meccanismi di tv e quelli della creazione letteraria.

“MasterPiece si rifà ai dogmi del genere – spiega Ridet – Selezionati dopo aver inviato i propri manoscritti a una commissione di professionisti, i candidati sono invitati a sottoporli al giudizio di una giuria che riunisce, come tradizione, un buono, un cattivo e una ‘schietta’. “Troppo contorto”, “Non abbastanza autentico”, “Scritto in un pessimo italiano” sono i commenti più frequenti”.

Si passa dunque agli ascolti.

“Con una media di 760.000 telespettatori, MasterPiece sembra partito male per poter superare l’inverno. La seconda puntata ha perso 130.000 telespettatori. Se si va avanti così, alla fine della stagione ci saranno meno telespettatori che copie stampate del libro vincitore”

aggiunge l’inviato de Le Monde.

La chiosa lascia poche speranze.

“Alle difficoltà intrinseche del programma (come si può filmare la creazione letterarie?), si aggiunge probabilmente anche un errato studio del mercato. Lo Stivale legge poco. Nel 2012, il 46% degli Italiani di età superiore ai 6 anni ha dichiarato di aver letto “almeno un libro nel corso dell’anno” per diletto (contro il 61,4 della Spagna, il 70% della Francia e l’82% della Germania). Ovviamente non sembrano interessati al processo che porta alla nascita di un libro. Ed è difficile rimproverarli”.

Il tutto non può che stonare col promo della quinta puntata, che vi riproponiamo in basso.

Ma arrivati ormai alla penultima puntata di casting, voi cosa ne pensate di MasterPiece?