Masterpiece, il primo talent show letterario della televisione, lanciato da Rai3, si è rivelato fin qui un flop, dati Auditel alla mano. Partito con un non esaltante 5,14%, il programma ideato da Andrea Vianello (il direttore della terza rete) e da Giancarlo De Cataldo (romanziere e uno dei giurati del talent) e prodotto da Fremantle, è calato fino al tremendo 2,01% di share, ottenuto domenica 29 dicembre in prima serata. Non meglio i numeri dei telespettatori: da 689 mila a soli 462 mila.
Grazie a quanto scritto da Carlo Tecce su Il Fatto quotidiano ora scopriamo che una puntata della durata di ora e mezza circa costa quasi 200 mila euro. Cifra non esorbitante, ma che, come evidente a chiunque, non regge il confronto con i risultati di ascolto e con le aspettative, sulle quali tra poco torneremo.
Il problema vero però, mentre il dg Luigi Gubitosi nella lunga lettera d’auguri inviata ai dipendenti Rai ha esaltato “le capacità di innovazione e creatività di Masterpiece”, è il futuro immediato: il talent dovrà tornare in onda per contratto a febbraio con le sei puntate finali. Potenzialmente in prima serata. Sempre secondo Il Fatto il costo di ogni singola puntata sarebbe a questo punto salito a oltre 350 mila euro a venerdì.
Veniamo dunque alle aspettative. Masterpiece avrebbe dovuto raggiungere il 6 per cento di share le domeniche e l’8 nelle prime serate del venerdì. Il primo obiettivo è stato nettamente fallito, considerata la media di poco superiore al 3,5 fin qui raggiunta nelle prime sei puntate. Il secondo appare francamente un miraggio, ad oggi. Come uscirne, dunque? Gubitosi sarebbe intenzionato a difendere fino alla fine il prodotto del quale Vianello ha spesso sottolineato l’originalità anche in relazione all’accoglienza ad esso riservato all’estero (omettendone però le stroncature provenienti dalla Francia).
La sensazione è che alla fine il prime time salterà a meno di ridimensionamenti di budget molto consistenti. E che l’esperimento non avrà un seguito. Tutto come previsto?