Ieri sera, è andata in onda la finale della decima edizione di Masterchef Italia, lo show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, vinta da Francesco Aquila, noto semplicemente anche come Aquila. Dopo la messa in onda di ieri, la finalissima di Masterchef Italia 10 è disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW TV.
Gli altri aspiranti chef, che abbiamo visto all’opera negli ultimi due episodi di questa edizione, sono stati Monir Eddardary, 29enne residente a Bevagna (Perugia), di origine marocchine, eliminato ad un passo dalla finalissima, Irene Volpe, 22enne di Roma laureata in design, e Antonio Colasanto, 25enne di Novara, dottorando in chimica alimentare. Irene e Antonio si sono giocati la possibilità di vincere 100mila euro in gettoni d’oro e di pubblicare un libro di ricette nella finalissima durante la quale hanno presentato i loro rispettivi menu.
Dopo la proclamazione del vincitore di ieri, Irene, Antonio e Monir hanno commentato la loro esperienza a Masterchef Italia 10 in un incontro con i giornalisti al quale eravamo presenti anche noi di TvBlog.
Irene Volpe ha parlato del suo Menù Fuori di Testa, un menu di 4 portate che non prevedeva la suddivisione classica tra antipasto, primo, secondo e dolce. In passato, Irene ha sofferto di disturbi alimentari a causa della sua determinazione e della sua severità con se stessa:
Nella vita, quando mi trovo davanti alle difficoltà, ho una mia via di fuga che è quella di disegnare, portare fuori, una parte che è dentro di me. La stessa cosa, l’ho fatta quando ho ideato il mio menu per la finalissima. Durante la puntata, si è visto un disegno che è l’espressione della mia idea di cucina, una cucina che non ha limiti, non ha frontiere, frutto del marasma che ho nel cervello. Per questo, l’ho chiamato Menu Fuori di Testa. Il disegno, per me, è importantissimo. Nel mio percorso a Masterchef, io ero già in un altro percorso. È stato un percorso nel percorso… È stato intenso, mi ha dato modo di lavorare ancora meglio sull’altro percorso che stavo facendo. Sono partita da zero e con il passare delle prove, ho capito che mi piaceva cucinare, perché prima non lo sapevo bene. Sono inconsciamente cresciuta a livello culinario. Mi ha dato autostima. Non mi sono mai sentita a disagio davanti alle telecamere. Il contesto televisivo è estremamente affascinante. Tutto il lavoro dietro Masterchef è fenomenale. Di Masterchef, mi mancheranno i compagni e anche la possibilità di avere un feedback.
Antonio Colasanto, invece, si è distinto soprattutto per la sua iniziale freddezza che è riuscito a mitigare con il trascorrere del tempo, lasciando trasparire maggiormente la propria emotività. Nella finalissima, Antonio ha presentato un menu dal titolo Il viaggio dentro di me:
All’inizio del percorso, sono apparso un po’ come l’uomo di ghiaccio, perché avevo l’obiettivo di vincere. Durante il cammino, però, mi sono reso conto che esistono anche altri obiettivi, ben più importanti, e mi sono lasciato andare, lasciando trasparire questo mio lato emotivo. Il menu che ho portato in finale era incentrato sulle emozioni, sui ricordi, sulla mia vita e su quello che ho vissuto a Masterchef. Non ho rimpianti. La sconfitta non mi ha fatto piacere, ovviamente, però, questo percorso mi ha fatto scoprire tante altre cose. La rivalità che si è creata con Aquila è stata una competizione sana e pulita. Abbiamo un gran rapporto di amicizia. Non tutti hanno capito le nostre frecciatine. Onore ad Aquila che si è meritato la vittoria. Grazie a quest’esperienza, ognuno di noi ha scoperto qualcosa di nuovo di sé. Quando si scopre qualcosa di nuovo, è impossibile metterlo da parte. Porterò a termine quello che ho iniziato. La cosa più bella che ho visto da telespettatore è stato Monir! Avrei tifato per lui! Di Masterchef, mi mancherà svegliarmi con Monir che canta “Mamma, son tanto felice…”!
Monir Eddardary, invece, è stato definito da Giorgio Locatelli come il personaggio “pop” di quest’edizione di Masterchef Italia, senza filtri ed estremamente spontaneo, che è riuscito ad arrivare ad un passo dalla finalissima grazie, soprattutto, alla sua capacità di adattarsi:
Come mi capita spesso nella vita, le persone mi giudicano in base al mio modo di essere, il modo di un ragazzo spensierato, con la battuta sempre pronta, che sorride sempre, che non dà molto peso alla vita. Questa è stata la mia arma segreta che mi ha permesso di arrivare in finale. Ho instaurato un bellissimo rapporto con tutti e questo ha fatto sì che, ad esempio, durante gli Invention Test, i miei compagni mi abbiano assegnato i piatti più facili! Non ero all’altezza di tanti concorrenti però Masterchef, alla fine, è un gioco dove vince che vince più prove singole. Masterchef è stato il Monopoli della situazione. Mi sono divertito, mi sono goduto ogni singola prova, mi sono emozionato, ho pianto, ho riso, mi sono innervosito, sono stato me stesso a 360 gradi, senza filtri, senza nascondere niente. Monir è così, o ti piace o lo odi! Ero cosciente di essere uno dei concorrenti più deboli, dal punto di vista delle conoscenze culinarie, ho cercato di leggere bene le situazioni che avevo davanti. Sono spensierato ma non significa che non ho obiettivi. Capisco i miei limiti che non vedo come ostacoli. I giudici mi hanno fatto capire che le qualità ci sono. Mi scuso con i telespettatori se, a volte, sono stato troppo spinto! Ma mi sono comportato come faccio nella vita di tutti i giorni… Sono consapevole di non poter piacere a tutti.