Massimo Giletti: “Disponibile a nuovo progetto. Nel caso lascerei l’Arena”
Il conduttore del talk domenicale ribadisce di essere pronto a condurre un nuovo programma di prima serata sulla Rai.
Massimo Giletti si prende il sabato sera di Rai 1: domani con lo speciale dedicato a Domenico Modugno, il 22 dicembre con quello su Mia Martini. Il giornalista 50enne a Il Giornale, oltre ad aver evidenziato che ognuna di queste puntate costa meno di 300mila euro, è tornato a parlare della possibilità di essere al timone di un nuovo programma, magari di informazione, nella prima serata di Rai 1:
Di sicuro c’è che a marzo scade il mio contratto; che proseguirò l’Arena fino a giugno; e che fin d’ora mi dichiaro disponibile ad un nuovo progetto. Io amo i programmi d’informazione; ma è la Rai, a sapere qual è la strada giusta per me. E a gennaio arrivano i nuovi direttori di rete…
Nel caso il desiderio di Giletti venisse esaudito da Leone&Company si porrebbe però il problema de L’Arena, perché il presentatore ha fatto sapere che “già la conduzione degli speciali musicali in contemporanea al talk della domenica è stata una sfida temeraria” e che quindi “sia pure con dolore dovrei abbandonare l’Arena“.
Arena che, come noto, rappresenta da qualche anno il programma centrale della domenica di Rai 1 e che ha contribuito a modificare i palinsesti televisivi nel giorno del Signore, una volta dedicati a svago e leggerezza:
Io all’approfondimento giornalistico nel pomeriggio della domenica ho sempre creduto. Certo: è stata dura abituarvi gli spettatori; per riuscirci ho dovuto passare anche sotto le criticabili forche caudine delle baruffe (senza mai arrivare al trash delle risse vere e proprie, però).
In attesa di scoprire se davvero Giletti avrà una chance in un programma di approfondimento di prima serata, segnaliamo la sua dichiarazione di autonomia e indipendenza, che per uno che lavora in Rai da tanti anni non è poi così banale:
(L’Arena è) uno spazio cui accedono con tranquillità i grandi personaggi (ultimamente Passera, Casini, Renzi, Bersani) perché sanno che a condurla c’è uno che lì non ce l’ha messo nessuno; che non deve risponderne a chicchessia.
Foto | Getty Images