Home Notizie Massimo Giletti: “Con quattro milioni di spettatori anche i nemici mi rispettano. Sposini è il mio miglior amico”

Massimo Giletti: “Con quattro milioni di spettatori anche i nemici mi rispettano. Sposini è il mio miglior amico”

Massimo Giletti ha ricordato per l’ennesima volta i suoi inizi e i suoi meriti, in un’intervista al settimanale Visto

31 Luglio 2014 19:13

Massimo Giletti si prepara all’ennesima promozione. Dall’anno prossimo L’Arena durerà mezzora in più, terminando topo il Tg1 delle 16.30 e cedendo la linea alla Domenica in di Paola Perego e Pino Insegno dalle 17.00.

Il conduttore del contenitore, forte dei successi Auditel, ha rilasciato le consuete dichiarazioni autocelebrative, in un’intervista al settimanale Visto:

“All’Arena cambia poco. Squadra che vince non si cambia. E, visti gli ascolti, siamo già in sintonia col pubblico. Il prezzo che pago è essere considerato scomodo. Grazie al pubblico, però, anche non mi ama, deve rispettarmi. Se quattro milioni di persone ti seguono, non è facile liberarsi di te. Ascolto la gente, cerco di immedesimarmi in quello che sente. La scuola di Giovanni Minoli, con cui ho iniziato a lavorare negli anni ’90 a Mixer Cultura, è stata formidabile”.

giletti
Come ha iniziato a lavorare per lui?

“Amavo le sue inchieste. Così presi il telefono e cominciai a tormentare Dora Ricci, la sua segretaria. Alla fine mi diede un appuntamento a Roma e mi tenne a parlare per mezz’ora. Fu solo il primo di una serie di colloqui con Minoli. Lui voleva capire se ero un figlio di papà, annoiato e convinto di poter fare quello che voleva. Alla fine si accorse che non lo ero”.

Perché, allora, è emerso solo lui tra i tanti allevati da Minoli?

“Forse guardavo le cose da punti di vista diversi. Non recavo una verità, ma ‘le’ verità. E’ un approccio che paga. Poi ero pronto a sacrificarmi. Ricordo la prima intervista ad Andreotti: l’ho aspettato sotto casa fino alle cinque di mattina. A quell’ora andava a messa. Quando è uscito, sono riuscito a intervistarlo”.

Del mondo dello spettacolo è legato soprattutto a un collega, già prima del malore che gli ha cambiato la vita:

“Il mio amico più caro è Lamberto Spsoini. Stimo e rispetto anche Michele Santoro ed Enrico Mentana. Ma l’amicizia vera è una cosa profonda e complessa, non si trova ogni giorno”.

Giletti ha una morale dopo l’altra da dispensare. A proposito del fatto che chi ha molto successo è anche molto invidiato, ecco come la pensa:

“Gli invidiosi vivono male: chi invidia, nuoce prima di tutto a se stesso. A me hanno insegnato a non curarmi di loro”