I palinsesti Rai per la prossima stagione televisiva hanno ancora poche certezze. Una di queste è senza dubbio l’addio di Massimo Giannini dalla conduzione di Ballarò, il talk politico del martedì di Rai 3. Il congedo dell’ex giornalista di Repubblica era nell’aria sin da gennaio quando, in pieno scandalo Banca Etruria, Michele Anzaldi (segretario della commissione di vigilanza parlamentare sulla Rai) chiese il licenziamento di Giannini per le critiche a Maria Elena Boschi. La notizia è stata poi confermata ieri dal direttore generale della Rai, Antonio Campo dall’Orto, al Festival della Tv e dei nuovi media di Dogliani.
E sempre dal cunense, Giannini nella giornata di domenica 8 maggio ha lanciato un duro attacco indirizzato nei confronti di Matteo Renzi. Il conduttore – ospite del panel “L’inchiesta” con Sarah Varetto, Corrado Bormigli e Lirio Batte – ha parlato della funzione del servizio pubblico e in generale di tutta l’informazione: “Ho sentito di recente di nuovo il presidente del consiglio dire, durante uno dei suoi ennesimi attacchi ai talk show – perché ce l’ha qua, non c’è niente da fare -, che in realtà televisione ed il servizio pubblico si devono adeguare all’idea che si deve assecondare la ricostituzione di quel clima di fiducia di cui c’è bisogno in Italia. Per come la vedo io, proprio no. Questa non è la Rai, questa è l’Eiar (l’ente monopolista delle radiodiffusioni durante il periodo fascista, ndr). E’ un’altra cosa. Lo dico con assoluta trasparenza e serenità, non c’è un discorso ideologico in quello che sto dicendo, né un atteggiamento contro il governo o Renzi”.
Qual è, dunque, lo scopo dei talk? “Dobbiamo raccontare la storia delle persone, le persone in carne ed ossa: più politica, meno politici. Lo vogliamo dire in maniera serena, senza che Anzaldi si lamenti di questo? L’offerta politica in Italia è veramente miserabile. Allora, è chiaro che un programma come il mio non può fare a meno di qualche politico, ce lo dobbiamo mettere. Soprattutto qualche politico della maggioranza e del governo perché è a loro che dobbiamo chieder conto. Quel tipo di interlocutore lo devi avere”.